FIAT/Mirafiori, a chi è utile un rifiuto ?

10 Gennaio 2011

Una trattativa che riguarda tutto il Paese, decisa unilateralmente; l’irresponsabile assenza del Governo e la brutale imposizione di condizioni che riportano i lavoratori all’Ottocento. Ma che fine ha fatto l’articolo 39 della Costituzione?

Difendere i diritti è obbligatorio, anche se in momenti di difficoltà economiche e finanziarie. La vertenza FIAT/Mirafiori, che con il referendum del 13 e 14 gennaio si appresta a una svolta, è una questione che ci riguarda tutti. Al di là delle questioni specifiche circa la legittimità di singole clausole (leggi il testo integrale, da LaVoce.info), la questione principale è la rottura unilaterale del quadro della contrattazione collettiva nazionale. La contrattazione aziendale riporta la condizione dei lavoratori all’Ottocento e dovrebbe essere comunque discussa e non imposta unilateralmente, con la consapevolezza ch’essa pone un problema che riguarda tutto il Paese e non solo le parti direttamente in causa. Libertà e Giustizia ritiene che non sia rinviabile oltre un’approfondita valutazione della conformità di questa vertenza allo spirito dell’articolo 39 della Costituzione che, anche se inattuato in alcune parti, tuttavia indica chiaramente nella dimensione nazionale la sede giusta del confronto tra lavoratori e azienda.

LeG denuncia inoltre l’irresponsabile assenza del Governo che da molti mesi come interlocutore istituzionale latita, salvo schierarsi, per iniziativa di alcuni ministri, esplicitamente da una parte sola. Un comportamento non solo politicamente deplorevole, ma nefasto per il Paese, perché nessuna parte, soprattutto quella più debole, deve essere lasciata sola in una vicenda che riguarda l’intera società. L’accordo sui costi del lavoro siglato nel ’93 su forte impulso di Carlo Azeglio Ciampi ne è la riprova: una carta costituzionale delle relazioni industriali, senza la quale ci sarebbe stato solo conflitto senza regole.

LeG testimonia la sua solidarietà a tutti i lavoratori in condizioni di difficoltà e plaude all’invito del presidente Napolitano per la ripresa del confronto, in un comune spirito costruttivo, che metta da parte la pericolosa e brutale imposizione di condizioni che sembrano quasi dettate allo scopo di ottenere solo un rifiuto e dunque una definitiva chiusura delle trattative. È lecita la domanda: a chi e per quale fine è davvero utile questa chiusura?

La vertenza FIAT/Mirafiori ci ricorda quanto sia difficile nel mondo globalizzato difendere le conquiste sociali se le battaglie si conducono isolatamente nei diversi Paesi. L’Europa dovrebbe diventare un riferimento forte anche per la politica sindacale, oltre che per i governi; ma da ciò si è, per l’irresponsabilità di molti, molto lontani.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Leggi anche

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.

×