Quattro moschettieri, tutti per uno, uno per tutti? Sì, certo: alla fine i quatto aspiranti sindaci del centrosinistra lo dicono che chiunque di loro vincerà le primarie gli altri lo sosterranno. Ed è allora che allo Spazio Krizia – dove ieri sera si sono ritrovati Stefano Boeri, Giuliano Pisapia, Valerio Onida e Michele Sacerdoti, ospiti di Libertà e Giustizia – scoppia l´applauso più forte. C´è il pienone, l´attesa è grande per questo confronto collettivo finito con un forte appello all´unità, epperò costellato di punture di spillo e sgambetti. È lo spirito delle primarie, come direbbe Onida, e poi proprio da lì si parte, perché il primo invito rivolto ai candidati dal moderatore è proprio quello di elencare le differenze che li separano. Così ciascuno “marca” il proprio territorio.
Pisapia dice che a dividere, almeno un po´, sono le priorità. Per lui in cima a tutto c´è il tema del lavoro, che «crea sviluppo e poi ricchezza per realizzare i progetti», ma anche la proposta di istituire anche a Milano il registro delle coppie di fatto. Poi Onida, che pone il problema dei problemi: «Oggi il centrosinistra non è maggioranza a Milano, dobbiamo diventarlo». Insomma: lui nei sondaggi non è messo benissimo, ma è convinto che sul suo nome potrebbe confluire quella parte di Milano che non si sente di sinistra, ma è delusa dalla gestione Moratti. L´ambientalista Sacerdoti non ha dubbi: «La mia diversità è nella persona, garantisco indipendenza dai poteri forti, in particolare quelli degli immobiliaristi; sono sempre stato nei comitati, io volo basso…». Infine Boeri, che insiste sul concetto di «città pubblica»: servizi efficienti, che funzionano per tutti, basta con «il suolo ceduto a privati spregiudicati», e basta con «la retorica della sussidiarietà che ci ha portato via pezzi di città».
Arrivano le domande antipatiche. Per l´architetto Boeri, che a Milano ha lavorato tanto, si potrebbe prefigurare un conflitto d´interessi, se diventasse sindaco? Risposta: «Mai ceduto alle pressioni dei proprietari di aree o degli uffici tecnici, in ogni caso istituirò l´anagrafe pubblica degli eletti, che garantirà trasparenza totale». E come la mette Pisapia con il suo passato da parlamentare di Rifondazione, adesso che c´è da conquistare un pezzo di borghesia milanese? La mette così: «Porterò a votare i delusi di sinistra, ma anche i borghesi, tanti, un ceto sociale con cui ho grande consonanza, magari voteranno al centro al primo turno, ma per me al ballottaggio». Poi Onida e il voto “utile” che lo penalizzerebbe. Replica: «Ragionamento politicista, le primarie sono l´indicazione del candidato migliore per vincere le elezioni vere, io posso pescare di più dall´altra parte». E Sacerdoti è d´accordo, «anche se mia moglie mi chiede di ritirarmi».
Infine il patto dei quattro moschettieri, mentre in sala di spellano le mani: chiunque vinca, gli altri lo sosterranno. Se sarà Boeri, lui vorrà in squadra Pisapia come «referente per i diritti civili e l´aiuto ai più deboli», Onida come presidente del consiglio comunale e Sacerdoti come assessore all´Ambiente. Pisapia mette un po´ di pepe: «Si sente già sindaco e assegna le poltrone», poi promette che se anche dovesse perdere resterà «per cinque anni a fare l´opposizione». Onida promette: «Il mio nome non lo troverete mai in una lista che appoggia un candidato sindaco diverso da quello uscito dalle primarie». E Sacerdoti parla di «spirito di squadra, ma dopo il risultato delle primarie, adesso dobbiamo far emergere le differenze».
Prima del match a quattro, arrivano punture di spillo da Pisapia verso Boeri. L´architetto aveva criticato la manifestazione in programma domani al Dal Verme con Nichi Vendola in appoggio allo sfidante. Replica dell´avvocato: «Dopo le polemiche vengo a sapere che Boeri indirettamente mi chiede di partecipare, e non so cosa pensare».
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