Un grande professionista e un grande narratore di fatti. Riccardo Iacona è entrato subito nel cuore ( ma sorge il dubbio che già ci fosse) del grande pubblico che a Piombino ha risposto entusiasta all’invito lanciato dal Circolo locale di Libertà e Giustizia in occasione della presentazione del suo primo libro, edito da Chiarelettere, “Italia in Presa Diretta”.
Era presente una buona fetta della “società civile” della nostra zona, quella che dimostra di sentirsi vicina al pensiero e all’attività di Libertà e Giustizia in questo momento, che non ci abbandona mai negli eventi che cerchiamo di proporre per riflettere, confrontarsi, formarsi un ‘opinione e dare senso ad una proposta “dal basso” che dovrà pur nascere dalle rovine di un paese in ginocchio. Moralmente e socialmente, prima che economicamente.
Una società civile che, come dice Lorenza del nostro circolo, non è “apolitica” o “antipolitica”, come farebbe comodo credere, ma che, al contrario, è alla ricerca di un modo differente, partecipato, di rapportarsi alla politica. E la politica, specialmente quella che ambirebbe a rappresentare un’alternativa rispetto al degrado attuale, dovrà tenerne conto, se non vorrà condannarsi, presto o tardi, all’insignificanza.
E poi tanti giovani, liceali, universitari, lavoratori precari che sono stanchi di sentirsi usati e bistrattati nella dignità e nell’orgoglio da un’informazione “sovietica” come Iacona più volte l’ha denominata. La “politica del balcone” rilancia Iacona, andando indietro con la memoria a quel luogo dal quale, a Piazza Venezia, uscivano propaganda di regime mista ad annunci. Una battuta che ha sintetizzato bene tutti i pericoli e i rischi di un tentativo eversivo, già in corso, di omologare l’informazione e il governo del paese intorno ad un pensiero e ad un’immagine unica il cui presupposto si fonda su una raccolta di falsità e sulla sistematica omissione dei fatti e della realtà.
La paura dei Fatti, appunto.
“Italia in Presa Diretta” è un libro duro e amaro su di un paese ricco di energie locali massacrate da una politica ridotta a pura logica di potere. Dove la legalità è una minaccia e l’illegalità una risorsa. La decisione di scriverlo, spiega Iacona, è maturata nei lunghi mesi passati a scrutare il Paese dietro l’occhio della macchina da presa. Mi sono convinto che l’Italia sta attraversando un momento veramente difficile, dice, quello che ho visto da vicino mi spaventa, dimostra che c’è già un deficit di libertà enorme. Adesso ho le prove che l’Italia di Berlusconi è davvero un paese meno libero; ho avuto il privilegio di attraversarlo per tre anni e abbiamo prodotto 44 ore di programma in prima serata, che significano circa 400 ore di materiale informativo, di fatti reali, raccolto.
Vedendo quello che trasmettono i telegiornali, quello che sta facendo soprattutto un’azienda allo sbando come la Rai, mi rendo conto di quanto si racconta noi e di quanto ci sarebbe da raccontare. Addirittura, quando si descrivono situazioni come quelle narrate nel servizio su Reggio Emilia o sui respingimenti o sul nucleare, si rischia noi stessi di svuotarle di senso. Pensiamo a quanta maggiore consapevolezza potremmo avere nel pubblico su questioni di rilievo nazionale come queste, che invece non riusciamo, per i tempi televisivi, a formare sufficientemente vista l’assoluta assenza di queste notizie su tutti gli altri media televisivi.
Non ci siamo fatti mancare niente ieri sera al Centro Giovani. Abbiamo potuto, seppur sommariamente, grazie all’entusiasmo narrativo di Riccardo, sentire dai suoi racconti quasi frenetici (si sentiva il suo desiderio di riempire sempre di contenuti le parole che uscivano con un impeto e una piacevolezza straordinarie) le esperienze di vita fatte a contatto con le forze dell’ordine e i magistrati, con le famiglie che si arrangiano per sopravvivere nei paesi della depressione economica, nelle scuole e nei luoghi del “sapere mortificato”, a cercare testimonianze all’estero per documentare i gravi rischi di impatto delle scorie nucleari ecc.
Alla fine della serata, dove decine e decine di giovani attenti e stregati dal “comunicatore di fatti” ci hanno dimostrato che sono solo luoghi comuni quelli che parlano di indifferenza e di distacco dalla politica delle nuove generazioni appunto. Ma che invece è solo di offerta informativa e culturale e di qualità dell’offerta stessa di cui si sente sempre più bisogno per avvicinarsi. Anche da Ferrara sono intervenuti pieni di entusiasmo ad incontrare un protagonista della rinascita dell’Italia che non vuole soccombere. Al lavoro di nuovo, Riccardo, per un’altra serie di sei puntate da gennaio su Rai3, e noi tutti aspettiamo con ansia nuovi materiali e racconti di gente comune, di eroi normali di un Paese che non vogliamo più sentire lontano e perduto.