Berlusconi in queste ore sta realmente chiedendosi se non gli conviene fare di necessità virtù. E rinunciare a difendere l’indifendibile (la legge sulle intercettazioni) per trarne in cambio qualche vantaggio di altra natura. Un po’ come accade, non sembri irriguardoso, di sabato al banco del pesce: è meglio regalarne una cassetta per pochi soldi, e far felice un cliente, o rimettere la merce in freezer? Il «cliente» in questione, nell’ottica del Cavaliere, è nientemeno che Giorgio Napolitano. Al quale il premier attribuisce immensi poteri non solo di veto, ma pure di alto patronato politico. Il Quirinale, per Berlusconi, è come un magico semaforo: disco rosso e tutto si ferma, disco verde e l’ingorgo sparisce.
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