Quale che sia l’esito parlamentare dell’infausto provvedimento sulle intercettazioni, un rilevante successo la campagna di stampa contro la legge-bavaglio l’ha già raggiunto: e cioè la mobilitazione dell’opinione pubblica, giuristi, intellettuali, editori, giornalisti, studenti e cittadini comuni, tutti schierati in difesa della libertà d’informazione, correttamente intesa come libertà di essere informati e quindi come libertà di informare.
Una confortante manifestazione di quella società civile, certamente sollecitata dall’impegno dei giornali e in prima linea del nostro, che spesso viene evocata come in una seduta spiritica. E che improvvisamente si materializza e si esprime come in un prodigio. Il post-it incollato sulla bocca di tanti lettori e di tante lettrici rappresenta ormai il simbolo di questa ribellione popolare, la bandiera di un’opposizione diffusa che va al di là dei numeri e dei seggi in Parlamento. Quel foglietto giallo, una delle più grandi “invenzioni minime” del nostro tempo, diventa così il distintivo di un’opinione pubblica – di destra, di centro o di sinistra – che si sente espropriata di un suo diritto fondamentale e perciò reagisce per riappropriarsene. Vogliamo sapere, insomma, per poter giudicare.