L’idea che la qualità della vita sia un concetto complesso, difficilmente sintetizzabile attraverso un indicatore monetario o un metro esclusivamente economico, si impone con prepotenza nel dibattito scientifico. Messi da parte Pil e indici di povertà e disuguaglianza basati sul reddito o sulla spesa per consumi, premi Nobel come Amartya Sen o economisti del calibro di Martha Nussbaum si affannano a indicare nuove strade per misurare il wellbeing.Libertà e Giustizia, attenta alle politiche pubbliche, propone per il secondo anno una scuola di formazione dedicata a questo tema. Il ruolo delle politiche pubbliche sul benessere di uomini e donne è il titolo del corso in programma a Modena, sabato 17 e domenica 18 aprile.Le politiche pubbliche possono riconoscere, favorire e incentivare le attività che non hanno riscontro di mercato, come l’assistenza agli anziani o l’educazione dei figli, ormai riconosciute come attività che creano capitale sociale. Ma quali sono le ricadute sui cittadini, se si osservano i risultati dal punto di vista solo maschile o solo femminile?
La scuola di Modena intende mettere a disposizione strumenti per un’analisi di genere dell’impatto delle politiche pubbliche sul benessere. Le lezioni sono a numero chiuso, per un massimo di 50 allievi e le iscrizioni dovranno pervenire entro il 28 marzo.
La quota d’iscrizione è di 180 euro (con pernottamento). La domanda è disponibile sul sito di LeG (www.libertaegiustizia.it), insieme a tutte le informazioni utili sul programma, la logistica e i costi.
Nel corso delle lezioni modenesi saranno inoltre presentate esperienze di gender auditing, cioè di modelli di bilanci sociali con riferimento agli effetti di genere, nel tentativo di mostrare come le nuove tecniche di misurazione e le definizioni di benessere possano essere applicate in un contesto, quale quello di un ente pubblico come la provincia di Modena, indagato nell’indagine ICESmo2. Non mancheranno approfondimenti sui servizi alla non autosufficienza e sulle politiche fiscali e di welfare.
La scuola modenese di LeG, diretta da Paolo Bosi, si avvale della collaborazione di docenti dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Ferrara e dei ricercatori del Capp, il Centro Analisi delle Politiche Pubbliche di Modena. Tra i temi in programma, Modelli di welfare, a cura di Paolo Bosi, Analisi dei bilanci e delle politiche pubbliche in un’ottica di genere, affidato a Tindara Addabbo; Sviluppo umano, politiche pubbliche e benessere di donne e uomini è l’argomento di Antonella Picchio; Misurazione del benessere e della povertà quello di Massimo Baldini.
Infine, Maria Cecilia Guerra si occuperà di Ruolo del fisco nelle politiche di welfare. Maura Palazzi, tra le fondatrici della Società italiana delle Storiche terrà la lezione al caminetto.
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