Si può purtroppo già fare un primo punto (negativo, ovviamente) sull’andamento dell’esame da parte della Camera di quella legge sul “legittimo impedimento” di Berlusconi e di tutto il governo per sfuggire alle udienze dei processi in cui sono imputati, una sorta di lodo Alfano mascherato, ed in attesa di un Alfano-bis. Cerchiamo di vedere che cosa sta succedendo sulla base di quanto deciso questa mattina, a maggioranza, in commissione Giustizia, e in base al risultato del primo voto, sull’emendamento soppressivo dell’art. 1 della legge, presentato dal Pd: 238 a favore della cancellazione, 347 contro. Emendamento respinto. E veniamo al resto:
1.- contro l’opinione dell’Udc (che si asterrà) il centrodestra insiste nell’estendere il beneficio, inizialmente previsto per il solo Berlusconi, anche a tutti i suoi ministri; e, sempre contro l’opinione dell’Udc (figuriamoci dell’opposizione) si conferma la durata della legge per un anno e mezzo anziché per 12 mesi, e si stabilisce la possibilità di più rinvii. A proposito dell’Udc, che pure ha votato con la maggioranza contro la soppressione del primo articolo, ha tuttavia lasciato qualche margine a giustificazione dell’astensione finale con un intervento del leader centrista Pier Ferdinando Casini. Gli ha ribattuto il capogruppo Pd Franceschini: “L’anomalia è che non stiamo stabilendo una norma per il futuro, per chiunque assumerà incarichi pubblici, ma che stiamo approvando una norma, come molte altre nel passato, per bloccare processi già in corso.
Questa è l’anomalia che lei (Casini, ndr) finge di non capire”;
2.- un emendamento fresco di stampa e d’imminente votazione allarga ulteriormente l’elenco delle possibilità di non partecipare alle udienze. All’esercizio, quale motivo per non presentarsi in udienza, “delle attività previste dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni” è stato aggiunto un “nonché di ogni attività comunque coessenziale alle funzioni di governo”, dove questa coessenzialità è a libero arbitrio dello stesso governo;
3.- a proposito di questo libero arbitrio: l’aspetto forse più scandaloso delle ulteriori correzioni in corso di elaborazione/votazione sta nel fatto che i casi di “legittimo” impedimento vengono decisi dalla presidenza del Consiglio. Siamo insomma alla (interessata) autocertificazione;
4.- dunque, le opposizioni si stanno battendo per impedire che “il Parlamento sia reso una succursale operativa degli studi legali che si occupano dei processi di Silvio Berlusconi” (Enrico Letta, vicesegretario Pd). E il costituzionalista Roberto Zaccaria ha sottolineato che “neanche in tempo di guerra è prevista la sospensione della Costituzione” ed in particolare del principio dell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge: “una forma di deroga al normale esercizio della funzione giurisdizionale che solo il legislatore costituzionale potrebbe eventualmente stabilire”.
5.- la riprova? Su trecento e passa emendamenti dell’opposizione ne sono stati accolti appena una diecina di secondario rilievo, più formale che sostanziale.
E, soprattutto, è stato respinto in commissione, perché considerato “inammissibile” dal centrodestra, l’emendamento del Pd che proponeva una corsia più veloce per l’esame da parte delle Camere dei procedimenti penali a carico di parlamentari. Chiaro?
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