Irresponsabile o interessato? Sprone all’evasione fiscale o attacco al servizio pubblico? Tutte queste cose insieme, nell’ultima sparata (da Sofia: è una fissazione) del presidente del Consiglio contro la “criminosa” Rai-Tv. Dunque il Cavaliere ha fatto sapere ai quattro venti che “ci saranno brutte sorprese per il bilancio della Rai, la prossima volta che si faranno i conti”. Se infatti già oggi circa il 30% degli italiani non paga il canone, lui fa “una previsione: ora sarà il 50% degli italiani che non pagherà più il canone”. E’ l’esito di uno dei suoi “sondaggi”, dice senza pudore e anzi con una certa soddisfazione in volto.
Ora, a parte la irresponsabilità della “previsione” in sé, e a parte anche la sfacciata vanteria del proprio conflitto d’interessi (ovvio che se la Rai va al tracollo, salgono le azioni e l’audience delle sue reti Fininvest), qui si pongono alcuni gravi, preoccupanti problemi. Il primo: è lecito che proprio il presidente del Consiglio incentivi l’evasione anziché contrastarla? Se lo è immediatamente chiesto l’on. Roberto Rao, deputato dell’Udc e membro della commissione parlamentare di vigilanza Rai. “Far passare il principio che un cittadino, a fronte di un programma che non condivide, possa legittimamente scegliere di non pagare il canone – ha aggiunto Rao –, significa dare un colpo di grazia al servizio pubblico in termini di risorse, spianare la strada a Mediaset e lanciare nel Paese un messaggio di istigazione all’anarchia fiscale che finirebbe per essere adattato ad altri settori oltre a quello della comunicazione”.
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