Giuseppe, dalla Danimarca, scrive che dopo la batosta elettorale ha deciso di riscriversi a LeG, mettendo da parte alcune perplessità che per un paio d’anni l’avevano tenuto lontano dall’associazione. Antonio, avvocato milanese, sconvolto, queste le sue parole, dall’attacco di Berlusconi ai giudici e dall’apologia di Mangano fatta da Dell’Utri, rinnova anche lui la tessera. E così Francesca, docente napoletana. Carl Wilhelm, giornalista, annuncia che vuole diventare socio e ci manda una e-mail da Monaco di Baviera qualche giorno prima delle elezioni: “auguri da Monaco per il voto ( di nuovo Berlusconi sarebbe disastroso…)”. Ivan, insegnante fiorentino, per la prima volta senza tessera di partito in tasca, decide di prendere quella di LeG per continuare a sentirsi parte di una comunità di “eguali”. Silvia, di Magenta, ci chiede se c’è la possibilità di aprire un circolo di Libertà e Giustizia anche nella “nostra sonnolenta città”. Marialuisa, medico, rinnova l’iscrizione dopo tre anni e si presenta al dibattito dei soci milanesi sul dopo elezioni, come Marco, giovane professionista, che ha conosciuto LeG attraverso la scuola di formazione politica a Pavia. Per dirla con Francesco, giovane avvocato di Trento, c’è l’urgenza di rinserrare le fila, di guardare avanti, nonostante la delusione e lo sconcerto. “Oggi è un giorno nero nella storia della repubblica – scrive Marisa all’indomani delle elezioni – la Lega raddoppia i voti e la sinistra sparisce.
Oggi e solo oggi voglio soffermarmi nello sgomento e nella delusione, ma domani è un altro giorno, si può ricominciare, si deve ricominciare, devo delle risposte serie ai miei figli”.
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