Il programma del Pd: giustoma chi coprirà la spesa?

26 Febbraio 2008

Il blog di LeG // Il programma, nella versione scaricabile dal sito www.partitodemocratico.it, (pubblicata anche sul sito di LeG ) è composto da 37 pagine, già di per sé un bel miglioramento rispetto al programma dell’Unione del 2006, noto come “Le Pagine Gialle”.
Inizia con “L’Italia nel mondo che cambia”, una panoramica della situazione internazionale. Vi è un giudizio cauto sulla globalizzazione, giudicata “ambivalente”: migliorano le condizioni di vita e di reddito di milioni di persone ma le disuguaglianze tendono ad accentuarsi. Da qui l’imperativo di governare la globalizzazione anziché subirla. Si afferma poi che l’Italia deve ribadire il suo sostegno al metodo multilaterale e assicurare una presenza attiva negli organismi internazionali (tuttavia, le Nazioni Unite non vengono nominate…). Si difende il ruolo delle missioni all’estero, con un richiamo all’art.11 della Costituzione, valorizzando lo “strumento militare” italiano. Si conferma l’impegno in Afghanistan e la lotta al terrorismo, pur criticando gli errori dell’Amministrazione Bush.Impegno a scongiurare il rischio nucleare iraniano.
Il PD crede nell’Europa “massima possibile”, con priorità post ratifica del nuovo trattato per una solida politica di sicurezza comune (ma non di politica estera…), una politica dell’energia coerente con gli obiettivi 20/20/20 – riduzione del 20% delle emissioni C02, del raggiungimento 20% per le energie rinnovabili e miglioramento del 20% dell’efficienza energetica – e con una rappresentanza unitaria sui mercati esterni, una politica della ricerca e delle reti finanziata anche con “eurobond”.

Si auspica anche una cooperazione rafforzata in materia di immigrazione.Mediterraneo porta d’Europa, come nuovo hub per le merci provenienti da nuovi mercati emergenti (ma non chiara posizione su Unione Mediterranea proposta dalla Francia).Rafforzamento amicizia e collaborazione con gli USA.Si cita la vittoria sulla moratoria sulle esecuzioni capitali e la necessità di promuovere la legalità internazionale. Si evoca la possibilità di una “clausola diritti umani e violenza contro le donne” nei rapporti con i paesi terzi.Si auspica infine, sulle grandi scelte di politica estera, un consenso bipartisan.
Il secondo capitolo è dedicato allo “Sviluppo di Qualità”. Rilancio dell’Italia: più mobilità sociale, più spazio al merito e ai talenti e meno chiusure corporative, più legalità e meno furbizia (più Italia che chiede diritti e meno Italia che vuole favori, potremmo dire), più ricerca, più sviluppo di qualità. Insomma, più fiducia nel futuro.Un paragrafo è dedicato in positivo al valore dell’export e dell’eccellenza italiana, sottolineando che le nostre esportazioni sono tornate a crescere.
Si passa poi al terzo capitolo dedicato ai “Quattro problemi del paese”:
deficit di legalità, di disuguaglianza, di pari opportunità e di immobilità sociale, di efficienza e credibilità della democrazia (quello che alcuni chiamano il “caso Italia”).I problemi identificati sono :
a) Efficienza economica e la qualità dello sviluppo: obiettivo principale è l’aumento della ricchezza.

Senza crescita non vi è redistribuzione. b) Disuguaglianza: cambiare qualità/quantità intervento pubblico; intervenire su donne e giovani nel mercato del lavoro; c) le Libertà (di intraprendere, di ricercare, di crescere eccetera): rimuovere vincoli anche nella regolamentazione pubblica d) la Qualità della democrazia: capacità di auto riformarsi eticamente e di assumere, fino in fondo, le sue responsabilità.
Il Progetto vero e proprio si struttura in dieci Pilastri e un metodo.
Partendo dai quattro problemi suesposti i pilastri per reagire sono:- sicurezza (indirizzi ispirati da politica blairiana)- sviluppo- iniezione di concorrenza- stato sociale, fatto di nuovi ammortizzatori sociali- patto generazionale (accento su educazione)- spesa pubblica più efficiente, abbattimento del debito- riduzione delle tasse (pagare meno, pagare tutti))- “liberazione” dell’economia a favore delle energie vitali del paese- Sostenibilità e qualità ambientale- Stato che decide nella sussidiarietà
Metodo: concertazione con le parti sociali
Rivisitazione del Patto del luglio ’93 introducendo fortissime dosi di innovazione nei rapporti con le parti sociali (interessante). Valorizzazione delle associazioni della piccola impresa e del no profit.
Dodici azioni di Governo (i famosi DDL da varare al primo Consiglio dei Ministri)
1. Spesa pubblica: spendere meglio e meno + valorizzazione attivo patrimoniale
riqualificare e ridurre la spesa pubblica – mezzo punto Pil il primo anno, un punto nel secondo, un punto nel terzo – ma aumentare la spesa sociale.
Obiettivo: restituire alle famiglie italiane con riduzioni di aliquota e detrazioni ogni euro di gettito aggiuntivo derivante da lotta all’evasione fiscalePer conseguire questo obiettivo, si ipotizzano una serie di misure per aumentare l’efficienza dello Stato, della P.A., degli enti locali – tra cui informatizzazione e centralizzazione acquisti -, misure più europee su rinnovo contratti, (con un paio di cose poco convincenti come l’abolizione dello spoils system e la riduzione al 50% delle società e degli enti partecipati dello stato e dal sistema delle autonomie).
Intervento su patrimonio pubblico per vendere beni demaniali e ridurre debito pubblico.
Non si parla in maniera esplicita di interventi sulla spesa sanitaria, o su azioni di riduzione forti sulla spesa improduttiva della PA.
2.

Fisco (amico dello sviluppo)
a. Detrazione IRPEF più alta attuata in maniera progressiva partendo dai redditi medio-bassi (per lavoratori dipendenti);
b. Riduzione aliquote IRPEF (un punto l’anno per tre anni a partire dal 2009) finanziata con gettito evasione fiscale (viene fatta una ipotesi economica su rapporto tra crescita e aumento delle entrate anche con andamento PIL più contenuto);
c. Credito d’imposta per le lavoratrici, rimborsabile per le donne che lavorano, graduato in rapporto al livello di reddito e al numero di figli, partendo per i primi due anni dalle donne del Sud;
d. Meno tasse sul salario di produttività, come già previsto dal Protocollo Welfare;
e. Semplificazione fiscale per PMI, proseguendo l’intervento della Finanziaria 2008;
f. Dote fiscale dei figli, che sostituisce assegni familiari e detrazioni IRPEF per figli a carico. 2.500 euro al primo figlio, aumenta con il numero dei figli e diminuisce in rapporto al reddito;
g. Detraibilità quota fissa dell’affitto, con tassazione ad aliquota fissa;
h. Interventi fiscali per sostenere la crescita dimensionale delle imprese;
i. Sostegno allo sviluppo di “federalismo fiscale”.
E‘ un ampio intervento fiscale il cui obiettivo è ridurre la pressione fiscale e nello stesso tempo promuovere un sistema fiscale che faciliti lo sviluppo. Riprese le idee per un fisco a favore delle donne e delle famiglie. Nel complesso buono ma certamente costoso e quindi non basta solo il recupero dell’evasione fiscale.

3. Sicurezza (cittadini e imprese)
a. città più sicure, il che significa approvazione del “Pacchetto Sicurezza”, riorganizzazione forze dell’ordine, “promozione dei “patti per la sicurezza”, rafforzamento delle tecnologie informatiche;
b. più certezza ed effettività della pena (“Pacchetto Sicurezza”)
Questa parte molto generica, viene ricondotta alla completa attuazione del “Pacchetto Sicurezza”.
4. Diritto alla Giustizia giusta, in tempi ragionevoli
a. ridurre i tempi e aumentare l’efficienza della giustizia;
b. intercettazioni si, violazione dei diritti individuali no;
c. per l’autodeterminazione del paziente (testamento biologico + riferimento a Convenzione di Oviedo);
d. diritti della persona che convive stabilmente
Il tema della “giustizia giusta” è un vecchio slogan radicale. In generale si auspicano varie buone misure, compresa l’approvazione del DDL sullo stalking e l’omofobia, ma si dice ben poco sui magistrati e le loro regole. Si parla del divieto di pubblicare le intercettazioni fino al termine delle indagini.
In questa parte sono inseriti due punti molto importanti per tutti:- si riconosce il diritto inalienabile del paziente a fornire il suo consenso ai trattamenti e il PD si impegna a prevenire l’accanimento terapeutico anche attraverso il testamento biologico.- il PD promuove il riconoscimento giuridico dei diritti, prerogative e facoltà delle persone stabilmente conviventi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale.

(la formulazione è volutamente ambigua, ma c’è).
5. Ambiente
a. energia pulita, più abbondante, meno cara, riallocando le risorse finanziarie su investimenti energy savings, potenziando le infrastrutture gas (rigassificatori + borsa del gas), energia solare e tecnologie di punta, maggiore efficienza energetica;
b. nuove tecnologie urbane (per risparmio di energia);
c. diritto alla banda larga (cittadini e imprese);
d. liberalizzazione del trasporto pubblico locale e migliorare la qualità delle ferrovie per pendolari;
e. decidere le infrastrutture, riformare la VIA, tempi di decisione più certi, (con priorità al trasporto ferroviario, ai rigassificatori, agli impianti per smaltimento rifiuti), capacità di decisione (dal NIMBY al PIMBY?);
La proposta della valutazione d’impatto ambientale sulle grandi opere, con l’eliminazione dei tre passaggi attuali e la concentrazione in un’unica procedura da concludere entro tre mesi, rappresenta una vera rivoluzione se si pensa a come la farraginosità è stata fin qui utilizzata per bloccare sine die molte opere.
f. costruire nuovi stadi e privatizzare i vecchi.
Nel complesso questo punto del programma appare largamente il più solido.
6. Stato Sociale (per crescere meglio)
a. riduzione degli infortuni sul lavoro (premiare chi investe in sicurezza);
b. donne quali asse dello sviluppo, viene sviluppato il concetto delle donne come potenziale per lo sviluppo (interventi sia sul lato fiscale per il lavoro delle donne + servizi per la famiglia; sia proposte per la conciliazione, orari lunghi nei servizi e nuovo congedo di paternità);
c.

aumento degli asili nido, con obiettivo di raddoppiare il numero dei posti in 5 anni e servizi che coprano il 25% dei bambini da 0 a 3 anni, contro il 6% attuale (avvicinandoci così all’obiettivo di Lisbona del 33% entro il 2010);
d. compenso minimo per retribuzioni basse che interessano lavoratori atipici, giovani e donne, il che significa interventi fiscali, riduzione del cuneo fiscale sui bassi salari, compenso minimo legale per i collaboratori fissato in via tripartita;
e. flexicurity per combattere la precarietà;
f. favorire l’accesso dei giovani al lavoro stabile, aumentando i costi dei lavori atipici e favorendo un percorso di inserimento nel mercato del lavoro (contratto unico alla Boeri-Ichino);
g. costo più elevato dei lavori atipici, riducendone la durata e aumentando il costo contributivo a carico dei datori di lavoro;
h. sostenere le attività dei giovani, con maggiori misure tipo microcredito de Protocollo del welfare;
i. interventi sul mercato immobiliare per accrescere la disponibilità di case in affitto;
j. politiche per l’invecchiamento attivo, con incentivi per prolungare il lavoro oltre l’età pensionabile e abolizione del divieto di cumulo pensione-retribuzione;
k. azioni per i non autosufficienti e ai “diversamenti abili”, revisione dell’indennità di accompagnamento;
l. governare l’immigrazione, revisione della Bossi-Fini con un corretto bilanciamento tra fabbisogno di manodopera e sostenibilità sociale, patto di cittadinanza con gli immigrati, favorire immigrazione legale e combattere immigrazione clandestina;
m.

sanità, introduzione di un principio di concorrenza tra le strutture ospedaliere, riduzione delle liste di attesa, modifica delle procedure di nomina del personale amministrativo e medico;
n. attuare la 194 in tutte le sue parti.
Questa parte del programma del PD è molto complessa ed è certamente quella che lo qualifica in maniera più significativa. Il giudizio complessivo non può che essere positivo (ma attenzione ai costi di tutte queste azioni).
Anzitutto, importante il fatto che viene ripresa interamente la filosofia della Nota Aggiuntiva al Piano Nazionale per le Riforme con le donne come asse dello sviluppo. Anche le proposte operative sono in linea con le proposte della Nota.
Più problematica rimane la parte lavoro. Recepisce la preoccupazione di non lasciare i giovani troppo nella precarietà, ma per fare questo non attribuisce troppo peso alla flexicurity. Al contrario, appare un tentativo di “ingabbiare” eccessivamente il mercato del lavoro, sia con la proposta del salario minimo ai precari, sia con quella dell’aumento dei costi sul lavoro atipico (a tempo determinato). Vi è una preoccupazione eccessiva sulla flessibilità e precarietà.Condivisibile il richiamo alle politiche per invecchiamento attivo.
Senza problemi la parte sociale (casa, non autosufficienti, immigrazione).
Riproposizione del DDl Turco su Qualità e sicurezza del SSN laddove in particolare si intende svincolare la nomina dei direttori sanitari da nomine esclusivamente politiche.
Si affronta poi la questione della 194 definita “legge equilibrata che ha conseguito buoni risultati.

Il PD si impegna ad attuarla in tutte le sue parti (nulla invece sulla legge 40).
Da notare anche, sulla ricerca scientifica, la parte dedicata alle malattie “rare”.
7. Cultura, Scuola, Università
a. qualità della scuola, vengono identificati 4 obiettivi per il miglioramento del sistema scolastico (anche in linea con il processo di Lisbona);
b. rafforzamento dell’autonomia degli istituti scolastici;
c. accrescimento delle competenze scientifiche;
d. programma nazionale di edilizia scolastica (ristrutturazione e manutenzione);
e. estendere il legame scuola-sport;
f. modernizzare le università e creare nuovi ricercatori, identificando l’università come il motore essenziale della mobilità sociale e della crescita sono proposti interventi per riduzione di sedi universitarie, rafforzamento autonomia finanziaria, internazionalizzazione, azioni per i ricercatori, estensione di ERASMUS;
g. investire sulla cultura.
Anche in questo ambito si tratta di un programma molto ambizioso, volto a migliorare gli standard qualitativi della scuola e dell’università. Ad una prima lettura non sembrano esservi azioni innovative. Comunque condivisibile.
8. Imprese più forti per competere meglio
a. struttura delle imprese, iniziative per accrescere la dimensione delle imprese, per aumentare la loro capacità di recuperare risorse sui mercati finanziari, per rafforzare la trasparenza, per diminuire il potere delle rendite (liberalizzazioni);
b. revisione delle politiche di incentivazione, in direzione di ricerca e innovazione e abbandonando le politiche del fondo perduto;
c.

semplificazione amministrativa, con una serie di proposte tecniche certamente interessanti;
d. promozione del settore agricolo;
e. azioni sul turismo;
f. interventi a favore della democrazia economica (partecipazione dei lavoratori –o loro rappresentanze- alla gestione dell’impresa).
Il tema appare declinato in termini troppo generici. E’ vero che si ipotizzano varie proposte “tecniche”, poi la denuncia della “pressione burocratica” sulle imprese, snellimento degli obblighi da adempiere, maggiore autocertificazione.Tuttavia, è praticamente nullo qualsiasi riferimento alla internazionalizzazione delle imprese e alle azioni di promozione commerciale; così come la parte semplificazione non cita neppure “aprire un’impresa in sette giorni” o anche meno. Insomma, un poco insufficiente rispetto a tutto quello fatto in questo settore.
9. Concorrenza produce Crescita
a. riduzione delle normative restrittive esistenti, viene ripresa l’idea di una legge all’anno sulla concorrenza (commissione speciale del Parlamento e tempi certi), riconferma come primo intervento del pacchetto Bersani 3, rafforzamento e revisione dell’assetto delle Authorities (senza però indicazioni su parametri fondamentali come composizione, numero e durata del mandato dei membri), intervento sui settori bancari;
b. aumentare la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici (universalità + prezzi più bassi), auspicando un aumento della concorrenza;
c. misure per favorire i giovani professionisti;
d.

valorizzare le associazioni dei consumatori.
E’ una parte generica ma certamente condivisibile perché riafferma l’importanza della concorrenza e del mercato.
10. Sud e Mediterraneo
Previsto un vasto programma di infrastrutture e il miglioramento della qualità dei servizi pubblici
Jacques Delors invocava tale programma già negli anni ’80. Questa parte non è incisiva essendo il risultato della debolezza e dello scarso sviluppo della riflessione sul Mezzogiorno.
11. La democrazia governante
a. le riforme si fanno insieme;
b. proposte per riforma elettorale:- Camera: 470 deputati eletti in collegi uninominali maggioritari a doppio turno;- primarie per legge;- liste elettorali metà uomini e metà donne;- disponibilità a esaminare sistemi diversi che perseguano la stessa finalità (pochi grandi partiti);- fiducia accordata solo dalla Camera;- i DDl del governo devono essere approvati entro due mesi;- la Finanziaria deve essere approvata nella versione della Commissione Bilancio;- inserimento in Costituzione del limite 12 ministri, Escutivo non più di 60 componenti;- Senato: 100 membri scelti dalle autonomie territoriali;- Revisione delle materie del Titolo V;
c. contrappesi e pluralismo di poteri:- regolarità delle elezioni di deputati e senatori giudicata dalla Corte costituzionale;- revisione della prima parte Costituzione a 2/3;- referendum propositivo in caso in cui una proposta di legge di iniziativa popolare con più di un milione di firme sia ignorata dal Parlamento;- – quorum per il referendum ricondotto alla metà più uno di chi ha votato alle precedenti elezioni politiche;- definizione più rigorosa dei conflitti di interesse.
d.

leggi poche e chiare
e. contro le nomine clientelari:- trasparenza delle selezioni;- estensione della norma del ’90 che ha portato alla sospensione di Cuffaro anche ai parlamentari.
f. promuovere gli italiani all’estero
E’ un capitolo molto interessante, che riprende alcune delle idee più innovative in termini di riforme costituzionali.Discutibile la parte sulla Bassanini in Costituzione.Da notare che il paragrafo sulla rimozione “dei conflitti di interesse” è stato spostato da quello sulla “democrazia governante” a quello sulle “imprese”, inquadrandolo quindi in un contesto più economico che politico-istituzionale.
12. Oltre il duopolio la TV dell’era digitale
Si auspica il superamento del duopolio, grazie anche all’aumento della capacità trasmissiva garantito dalla TV digitale.Riconduzione del regime di assegnazione delle frequenze ai principi della normativa europea e della giurisprudenza della Corte Costituzionale.Nuove regole RAI, sulla falsariga del DDl Gentiloni.
Appare ragionevole anche se non molto elaborato.
Commenti finali:
Il programma del Pd è largamente condivisibile dal punto di vista delle urgenze e delle priorità che questo paese deve avere, come pure delle terapie proposte. Due sono gli aspetti meno convincenti.
Il primo è la sostenibilità finanziaria. Secondo gli estensori, il programma prevede interventi capaci di ridurre la spesa corrente primaria di mezzo punto di PIL nel primo anno, di un altro punto nel secondo e di un altro punto nel terzo.

Nel terzo anno, dovrebbero cominciare a manifestarsi i risparmi attesi dalla valorizzazione del patrimonio pubblico. I risparmi di spesa serviranno in larga parte a raggiungere gli obiettivi di deficit già previsti nel Programma di stabilità dell’Italia. I massicci interventi di riduzione della pressione fiscale sui contribuenti leali (famiglie, imprese, lavoratori dipendenti e autonomi), dovrà finanziarsi con una piccola quota dei risparmi ottenuti con la riduzione della spesa corrente, ma soprattutto grazie al gettito determinato dai successi nella lotta all’evasione fiscale e contributiva. Non un euro di gettito riveniente dalla lotta all’evasione dovrà e potrà essere utilizzato per “coprire” nuova spesa, ma solo per ridurre aliquote, rimodellare basi imponibili, aumentare detrazioni e deduzioni a favore dei contribuenti leali. Questo è il piano: sarà sufficiente a garantire la copertura finanziaria di tutte le iniziative del Programma?
Il secondo è la lista ambiziosa dei 12 ddl da varare subito. Veltroni sostiene che i gruppi parlamentari ci stanno già lavorando. Ma come si può congegnare un ddl su Sud e Mediterraneo oppure sulla democrazia governante nei termini prefigurati dal programma? Non era più credibile limitare alcuni di questi temi come politiche di fondo del programma, senza impegnarsi con annunci ad effetto?

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