“Mai nel Pse, ma saremo alleati”

20 Aprile 2007

“Domenica decideremo che questo sarà anche l’ultimo congresso della Margherita, ma non sarà un congresso di addio”. Il leader della Margherita Francesco Rutelli sale sul palco dello Studio 5 di Cinecittà e apre il congresso del suo partito definendo l’occasione “un passaggio senza precedenti per la politica italiana”. Rutelli fa gli onori di casa e saluta i leader dell’opposizione in sala: Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini, Roberto Maroni, Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa. La platea applaude. E Silvio Berlusconi risponde con un cenno del capo, sfoderando però il sorriso smagliante delle migliori occasioni. Poi, Rutelli entra nel vivo: “Il Pd sarà il partito della modernizzazione dell’Italia. Perché il riformismo è realizzare i cambiamenti, anziché annunciare la rivoluzione e certificare la conservazione”.
Va oltre: “Il Partito Democratico è l’antidoto politico al malfunzionamento delle coalizioni, l’atto di creatività e responsabilità per restituire forza alla politica nel momento storico in cui si manifesta forse la sua maggiore debolezza”. E indica l’obiettivo: “Il Pd vuole far approdare finalmente il Paese ad una equilibrata, matura democrazia dell’alternanza”.
L’occasione è storica: “I due maggiori partiti del centrosinistra italiano decidono di non continuare da soli l’azione politica, ma di unirsi e di aprire il cammino futuro a tutti quei cittadini e a quelle forze che condividono questo disegno. Noi ci uniamo perché ben consapevoli della dignità, della forza, dei valori che derivano da tanta parte delle esperienze da cui originano i nostri partiti, siamo soprattutto consapevoli che dobbiamo rispondere a sfide nuove, dobbiamo organizzarci in modo migliore.

Che è tempo di unire i democratici e i riformisti italiani”.
“Per guidare i cambiamenti occorre un grande partito. Non lunghe coalizioni di partiti in competizione tra loro. Occorrono idee ambiziose, piuttosto che racconti svolti in concorrenza», così il presidente della Margherita, Francesco Rutelli parlando del Pd al congresso della Margherita; «Ed è illusoria l’ipotesi di un’identità, ideologicamente o culturalmente definita, che pretenda di essere omogenea, condivisa da tutti, in mezzo alle trasformazioni incessanti di questo inizio di XXI secolo che esigono dialogo, confronto, integrazioni, sintesi. Dobbiamo agganciare l’Italia a un mondo che corre. Dobbiamo restituire fiducia nella politica e nel pubblico servizio. Dobbiamo far partecipare milioni di persone, con sensibilità e passione”.”La nostra linea è semplice: l’ingresso nel Pse è impossibile per la Margherita, e sarebbe una riduzione delle opportunità, non una crescita, anche per il Partito Democratico. Ma noi vogliamo allearci con il Pse; insieme con il Pse vogliamo portare le forze europeiste, riformiste, innovatrici verso un nuovo orizzonte. Dopo questo Congresso, avremo due anni di tempo per costruire questo nuovo e più largo approdo». Lo ha affermato il presidente de Dl, Francesco Rutelli, intervenendo al congresso del partito che si è aperto questa mattina a Roma. Viene accolto con una vera e propria ovazione questo passaggio della relazione del numero uno della Margherita, Francesco Rutelli.

«Sono certo – aggiunge – che la crescente collaborazione con i Democratici Americani, che guardano con reale interesse alla nascita del Pd, con il Partito del Congresso Indiano e con altre forze riformatrici che non aderiscono all’Internazionale Socialista rafforzerà i pilastri delle libertà e delle battaglie per un mondo sicuro, pacifico, giusto, governato con il multilateralismo, capace di vincere le sfide per il clima e l’ambiente globale, per i diritti umani, per la sconfitta del terrorismo fondamentalista, per il dialogo che fa crescere la democrazia anzichè lo scontro suicida tra le civiltà”.
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