Prodi: “Il Pd? Una grande avventura che va oltre i partiti”

16 Aprile 2007

Redazione

Nessun erede designato e nemmeno una parola su come nascerà il Partito democratico. Da Tokyo, dove si trova in visita ufficiale, Romano Prodi detta la linea del nuovo soggetto politico. “Ora parte una grande avventura – dice – che si misura con il Paese non contro i partiti, ma oltre i partiti, anche perché gli stessi partiti lo hanno voluto così ampio ed esteso”. Quanto alle regole, il premier sostiene che “sulle modalità tecniche” con cui nascerà il Partito democratico il dibattito si dovrà aprire “a partire dai prossimi giorni”, subito dopo i congressi di Ds e Dl. L’importante, aggiunge Prodi, è che “il Partito democratico deve nascere fondato e radicato profondamente nella Costituzione, nell’articolo 49 che parla di metodo democratico e di trasparenza”. A suo avviso quindi queste “non sono chiacchiere perché è la Costituzione che lo dice e su questo punto bisogna lavorare molto” altrimenti, se si sottovaluta tutto ciò, il Partito democratico “nasce con un distacco dalla gente e dal paese e da quelli che sono i desideri dei giovani”.
Il Professore non vuol sentire parlare di prossimi leader o di delfini e con un battuta fa capire che non lascerà in eredità nessun tesoro a nessuno: “Né tesoretti finanziari né tesoretti di persone”. “Non facciamo equivoci – insiste – ho visto delle cose inventate sulla stampa. Non ho fatto nessun discorso su eredità di nessun tipo né su tesoretti finanziari né su tesoretti di persone…”.
Torna, invece, a parlare di legge elettorale.

“Cocciutamente insisto che non farò mai una legge elettorale che non abbia una maggioranza amplissima, altrimenti il giorno dopo ricadiamo nell’instabilità”. L’ obiettivo può sembrare ambizioso, ma il presidente del Consiglio è ottimista. “Con il dialogo qualche barriera si demolisce – ricorda – ora ci sono più possibilità di quanto pensavo all’inizio di questa esplorazione”. Del resto è convinto: “Di una legge elettorale buona, seria e duratura abbiamo bisogno tutti: il problema della stabilità di governo è un valore per tutto il Paese”.

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