Ora la Costituzione sarà studiata nelle scuole. La proposta avanzata dal Comitato promotore del referendum costituzionale è stata illustrata alla Commissione cultura del Senato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Fioroni. Potrebbe diventare operativa nel giro di qualche mese, forse, addirittura, per il prossimo anno acolastico.
L’idea, che prevede di approfondire lo studio della Carta cn letture e anche attraverso giornate dedicate alla Costituzione, è accolta con favore dala senatrice dell’Ulivo Vittoria Franco, che presiede la Commissione cultura e istruzione.
“Mi sembra quasi incredibile – dice – che un ministro della Repubblica debba ribadire un fatto così ovvio come l’insegnamento della Costituzione in tutte le scuole di ogni ordine e grado. Eppure è così. Una volta l’insegnamento era previsto all’interno dell’ora di educazione civica che poi è stata abolita. Ora dobbiamo ripristinare l’obbligo che è prima di tutto culturale oltre che istituzionale. Conoscere la Costituzione fa parte dell’acquisizione di cittadinanza di ogni italiano. Inoltre quel testo è così bello e semplice: risulta comprensibile anche ai bambini”.
Eppure chi voleva la riforma, pretendeva anche di aver scritto una nuova Carta addirittura più semplice.
“Abbiamo rischiato di perdere la cultura della Costituzione, cioè la costruzione comune dell’identità degli italiani, i fili della coesione sociale, tutte cose che sono poi la premessa per rafforzare la cittadinanza europea.
Attraverso la nostra Carta abbiamo l’opportunità di educare i giovani alla doppia cittadinanza. Tutto si tiene”.
Quali possono essere i tempi di realizzazione di questo progetto?
“Credo molto brevi, si potrebbe già partire dall’anno prossimo. Non si tratta di istituire un nuovo insegnamento e quindi di reperire insegnanti, basta inserire l’insegnamento della Costituzione come contenuto integrativo di una delle materie che già esistono, la storia, per esempio. Poi, nel corso degli anni, si può passare a un insegnamento più specifico”.
Potrebbe essere una svolta culturale, non crede?
“Tanto più se pensa che ora l’insegnamento della Costituzione è affidato alla buona volontà di questo o di quel professore”
A chi dovrebbe essere affidata la spiegazione della nostra Carta, ai testimoni, a quanti hanno combattuto per difenderla, a persone come Oscar Luigi Scalfaro, per esempio, a professionisti della Carta?
“Anche i più giovani pendono dalle labbra dei testimoni diretti, però credo che ai giovani serva la parola dei giovani. Dunque, magari gli studenti più grandi, potrebbero aiutare i più piccoli. Tra quanti si sono spesi per promuovere il referendum c’erano molti giovani, non solo padri costituzionali”.
Il referendum che ha bocciato la riforma ha dimostrato che la carta sta a cuore a molti, inaspettatamente…
“Qualcuno si è meravigliato della grande affluenza, erano 11 anni che non si votava così per un referendum.
Invece è solo la risposta a un lavoro capillare fatto dalle associazioni grandi e piccole. Si è seminato molto nelle scuole, soprattutto, tra i giovani, di qui il grande risultato che altrimenti, con le sole forze politiche, forse, non sarebbe stato così corposo. Ora è necessario non disperdere questo grande senso civico che è cresciuto e che abbiamo tutti riscoperto in occasione della battaglia referendaria”.