Napolitano agli italiani: “andate a votare”Scontro tra i poli sulle riforme

20 Giugno 2006

Empoli, striscioni per il No dal campanile // La comunità islamica a sostegno del No //Il referendum riaccende lo scontro politico. “Vota e fai votare no al referendum”, scrive Romano Prodi in una lettera al “popolo delle primarie” nella quale ricorda che la consultazione popolare di domenica prossima “non rappresenterà un giudizio sul governo”. “Votare Sì per dare una lezione al governo Prodi, al governo con undici ministri comunisti, in cui ci sono ministri che vanno in piazza assieme ai centri sociali e con gli omosessuali, che mettono ex terroristi a capo delle commissioni parlamentari e che rappresentano il partito delle tasse”, arringa Silvio Berlusconi dai microfoni del GR1. Da Mosca, in visita ufficiale, Prodi replica: “Certo che per dare una lezione ad un governo che non gli piace mi sembra eccessivo rovinare la costituzione”.”Qualunque sia l’esito del voto del 25 e 26 giugno, le maturate esigenza di riforma dovranno tornare in Parlamento alla ricerca del più largo consenso”, ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in visita a Napoli rivolgendo a tutti gli elettori un appello a recarsi alle urne perché “troppo importante è la materia”.

A sei giorni dal voto, il presidente della Repubblica dice: “Sento di dover formulare l’auspicio di una intensa e attenta partecipazione dei cittadini al voto: troppo importante è la materia su cui ciascuno è chiamato a pronunciarsi, condivida o no il contenuto della legge sottoposta a referendum. La scelta è in ogni caso estremamente impegnativa, trattandosi della Carta che ha costituito l’atto fondativo della nostra Repubblica, disegnando gli ideali e tracciando il cammino di una nazione nuovamente unita e salda nelle sue istituzioni. Di questa Carta bisogna ora decidere il possibile futuro“.
Per il leader della Casa della libertà la campagna elettorale non è finita. “Il governo delle sinistre – attacca l’ex premier – si è rivelato essere quello che avevamo detto in campagna elettorale: lo schieramento dell’invidia sociale delle tasse. In questo senso il referendum acquista un valore politico che va al di là dei suoi contenuti”. Tornano i toni accesi di tre mesi fa, prima delle elezioni. “Dialogare con la maggioranza?”, si domanda il presidente di Forza Italia. “Se vincono i No sarà impossibile. Il dialogo per migliorare la riforma potrà cominciare solo se vinceranno i Sì”. Questo il messaggio di Berlusconi agli elettori e al governo della sinistra, quella sinistra “che usa sempre parole contrarie ai fatti”.
“Il voto per il referendum è un voto per difendere l’unità d’Italia e la qualità della vita di noi italiani. E’ un voto contro lo sfascio delle istituzioni”, ribatte il leader dei Verdi e ministro dell’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio.

“La gente – prosegue – è stanca di questo scontro eterno. Le elezioni politiche ci sono state, la destra le ha perse, ora si tratta di votare su quale Costituzione vogliamo avere”. “La riforma della Cdl – sottolinea il leader del Sole che ride – costerebbe 300 miliardi di euro. Quindi chi vota no difende l’Italia anche da nuove tasse”. Il dialogo? “Io sono sempre disponibile a dialogare, ma questa proposta del centrodestra è proprio una vergogna”.

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