Il 25 aprile, sessantun anni dopo, è un giorno speciale. Un giorno in cui sentiamo convergere tanti avvenimenti, date storiche per il nostro Paese. C’è la festa della Liberazione dalla dittatura nazifascista e la vigilia della fine di una guerra mondiale che si portò via, tra civili e militari, quaranta milioni di uomini, donne e bambini.
E’ anche il ricordo di quella primavera spuntata sulle rovine dell’Europa in nome delle quali maturò e si avverò il sogno di una federazione che impedisse agli Stati membri per sempre di combattersi.
In quella lontana primavera i padri della patria cominciarono a riflettere sulla nuova Costituzione che avrebbe dovuto ricreare lo Stato italiano. Il due giugno prossimo saranno 60 anni dalla nascita della Repubblica e della Costituente.
E’ un giorno speciale anche perché le elezioni del 9 aprile scorso hanno segnato la fine di un governo che nei suoi cinque anni di vita ha mostrato scarso rispetto per i valori fondanti della nostra democrazia. Anzi, spesso li ha sfidati, ha ignorato ostentatamente i più alti momenti della nostra epoca, ha rivalutato pagine del fascismo cercando di riscrivere la storia.
E infine questo 25 aprile è davvero speciale perché siamo alla vigilia di un referendum che dovrà cancellare il tentativo di distruggere quella Carta, moderna, lungimirante e saldamente ancorata nel cuore del Paese. Una politica sciagurata e irresponsabile ha votato in Parlamento decine di articoli che insieme scrivono una diversa Costituzione: essa non sarà mai promulgata perché noi la bocceremo con un NO alto e nobile.
E allora ripenso a quella bella pagina scritta alla figlia appena nata da Ennio Flaiano, il 25 luglio del ’43, giorno della caduta di Mussolini.
“Un giorno tu ti sorprenderai quando ti racconteranno quello che si è sofferto in vent’un anni di miseria morale. Non vorrai crederci e forse ci rimprovererai dicendo: perché non l’avete cacciato prima?…non sappiamo quel che l’avvenire ci riserba. Ma una cosa è certa: che Dio s’è svegliato. Il piffero di Manet suona per te e per noi la dolce canzoncina della Libertà. Suonala in eterno, Piffero!”.
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