Caro Direttore, ho denunciato per primo l’”assordante silenzio” dei grandi media sulla raccolta delle firme per la richiesta di referendum sulla riforma della Costituzione (la c.d. devolution); l’ho fatto, in tre diverse conferenze-stampa, nella mia veste di portavoce nazionale del Comitato promotore del referendum, che è presieduto da Oscar Luigi Scalfaro. Ho usato la stessa espressione nell’incontro che, insieme a Scalfaro e ad altri esponenti del Comitato, abbiamo avuto col Presidente Ciampi. Abbiamo salutato con gratitudine ed entusiasmo il forte intervento di Ciampi a difesa, non solo dell’imparzialità e del pluralismo dell’informazione (come aveva fatto parecchie altre volte), ma anche specificamente del diritto dei cittadini di essere informati sulla raccolta delle firme e sulle sue ragioni: la Costituzione è di tutti e il diritto di promuovere un referendum costituzionale è un diritto fondamentale di ciascuno. Mi apprestavo a scriverti una lettera per dare atto al “Corriere” di avere, quasi unico nel panorama dei grandi media, dedicato al tema, negli ultimi giorni, un’attenzione precisa e apprezzabile. Di avere accolto, e perfino di qualche giorno anticipato, l’invito del Presidente Ciampi.
Leggo ora l’editoriale di Galli della Loggia. Da una parte lo leggo come un ulteriore segno di attenzione. Ma la sua critica ai partiti dell’Unione mi pare ingiusta e eccessiva.
Certo, non nego di avere anch’io sollecitato i leaders dell’Unione a dedicare maggiore attenzione nei loro interventi televisivi a questa devastante riforma costituzionale. Ma, ancorché spesso scarne, le loro parole sono sempre state nette. Non hanno smesso di denunciare- Prodi per primo – che si tratta di una riforma pericolosa per l’unità d’Italia, per l’equilibrio dei poteri, per la governabilità del paese, per i diritti costituzionali dei cittadini, e per le istituzioni di garanzia (Capo dello Stato, Corte costituzionale).Di più: Galli della Loggia sa che da due anni io sono impegnato giorno e notte nella battaglia contro questa riforma; che con Scalfaro e Sandra Bonsanti ho promosso il comitato per il referendum; che Astrid con “Libertà e Giustizia” vi ha dato un apporto continuo di lavoro e idee. Ora, io sono pur sempre un dirigente dei Ds (anche se talora critico e talora…criticato!), e Astrid è un think tank “di area” dell’Unione. Ma soprattutto: per raccogliere le firme occorrono tavoli per le strade e nelle piazze, persone ai tavoli, autenticatori autorizzati: è una complessa organizzazione. Senza i partiti dell’Unione, che insieme ai sindacati e a molte associazioni vi hanno speso energie e impegno, la macchina non sarebbe partita; e i cittadini non avrebbero avuto alcuna possibilità di firmare la richiesta di referendum.
Cari salutiFranco Bassanini
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