Mentre Ciampi elogia la nostra Costituzione, il governo riduce l’autonomia e l’indipendenza della magistratura. Il Senato ha infatti approvato il primo dei due articoli del disegno di legge per la riforma dell’ordinamento giudiziario. L”articolo, brevissimo, che stabilisce soltanto il contenuto della delega, è passato nel testo varato dalla commissione. La seconda parte del ddl, più articolata, è stata solo illustrata. Il tutto proprio quando il presidente della Repubblica, per la festa del 2 giugno dice: “Oggi ci stringiamo intorno alle istituzioni della Repubblica ai valori di una Costituzione, lungimirante e saggia, nobile frutto di quella stagione di straordinaria rinascita che prese le mosse dalla guerra di Liberazione”.
Nell”Aula di Palazzo Madama, una maggioranza compatta ha consentito al governo di incassare di fatto metà del provvedimento che si compone di soli due articoli. L”esame della riforma proseguirà martedì 14, dopo la settimana di pausa per il referendum. Determinato a procedere “con ostinazione, pervicacia e coerenza”, il ministro Castelli non teme le possibili insidie, come la discussione sull’emendamento presentato dal senatore di An Roberto Salerno, il cosiddetto taglia-concorsi che vorrebbe eliminare gli esami interni attraverso i quali i magistrati passano alle funzioni di secondo grado e di legittimità.
In Aula, al primo blocco di emendamenti dell’articolo 2 il Guardasigilli si è difeso: “Credo che noi abbiamo rispettato profondamente il messaggio presidenziale.
Tengo a evidenziare che il messaggio presidenziale è la dimostrazione che non è possibile forzare la Costituzione”.
Serrati i ranghi del fronte dei magistrati. L’Anm fa sapere di essere in stato di mobilitazione, pronta a ulteriori iniziative di protesta. Claudio Castelli, segretario di Magistratura democratica ricorda che “da tre anni il governo ha un atteggiamento di chiusura netta nei confronti delle proposte dei magistrati. Per questo, se passasse la controriforma della Giustizia occorre studiare i modi e i tempi per una mobilitazione, per far sentire la voce della razionalità”.
Il ministro Castelli alza a sua volta le barricate: “Nessun pericolo che l”autonomia e l”indipendenza della magistratura possa essere coartata, c’è sempre la Corte costituzionale. Autonomia e indipendenza della magistratura non sono un fine, ma un mezzo per poter giudicare imparzialmente. Si tratta di un dato da tenere assolutamente presente”.
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