LeG, a Bologna contro “il crepuscolo della democrazia”

23 Mag 2013

Carmine Saviano

Libertà e Giustizia. A Bologna, il 2 giugno. Una mutazione genetica della Costituzione. Nascosta sotto l’esigenza di riforme condivise. Un’azione mascherata che, in nome dell’efficienza, ne vuole cambiare il senso: “da strumento di democrazia a garanzia di oligarchie”. Il cantiere di Libertà e Giustizia in vista della manifestazione del 2 giugno a Bologna, “Non è cosa vostra”, è in piena attività. Oltre 40 adesioni da parte di comitati e associazioni. Esponenti della politica, del mondo della politica e dello spettacolo. Sul palco per ricordare che “l’uguaglianza, la giustizia sociale, la protezione dei deboli e di coloro che la crisi ha posto ai margini della società, la trasparenza del potere e la responsabilità dei governanti” sono caratteri non negoziabili della democrazia italiana.

Il manifesto “Non è cosa vostra”. Procedure da rispettare, controlli da non scavalcare. L’impianto teorico della manifestazione è fornito dal manifesto scritto da Gustavo Zagrebelsky. Un’analisi dei recenti tentativi di creare strumenti ad hoc per le riforme e il punto su ciò che nella nostra Carta non può essere messo in discussione. Evitare il crepuscolo della democrazia: “Dobbiamo crescere fino a costituire una massa critica di cui non sia possibile non tenere conto, da parte di chi cerca il consenso e chiede il nostro voto per entrare nelle istituzioni”, scrive l’ex presidente della Corte Costituzionale. Il tentativo è la creazione di un movimento che metta la salvaguardia della Legge Fondamentale dello Stato in cima alla propria azione. “Domandare pace, lavoro, uguaglianza e giustizia sociale, diritti individuali e collettivi, cultura, ambiente, salute, legalità, verità e trasparenza del potere, significa porre una domanda di democrazia. Non che la democrazia assicuri, di per sé, tutto questo. Ma, almeno consente che non si perda di vista la libertà e la giustizia nella società e che non ci si consegni inermi alla prepotenza dei più forti”.

Adesioni. Numerosi gli interventi dal palco. A oggi, la lista è composta da: Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Roberto Saviano, Stefano Rodotà, Salvatore Settis, Nando Dalla Chiesa, Lorenza Carlassare, Alessandro Pace, Maurizio Landini, Carlo Smuraglia, Beppe Giulietti, Raniero La Valle, Giovanna Maggiani Chelli, Alberto Vannucci, Giovanni Bachelet, Simona Peverelli e Elisabetta Rubini.

Qui l’elenco completo delle adesioni. E qui il manifesto di Gustavo Zagrebelsky

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