Convenzione, Zagrebelsky: “Gli esperti? Maschere scelte dai partiti”

18 Mag 2013

Non usa giri di parole Gustavo Zagrebelsky, giudice della Consulta dal 1995 al 2004. Tra i nomi usciti fuori dalle Quirinarie del M5S (quarto classificato dietro Gabanelli, Strada e Rodotà), è presidente onorario dell’associazione Libertà e Giustizia.

In una intervista a Repubblica si scaglia contro la cosiddetta Convenzione per le riforme tanto amata (e poi rinnegata) da Silvio Berlusconi, avallata anche dal governo Letta. “La Costituzione, all’articolo 138, prevede un procedimento lineare per mutare la Carta. Si vuole invece una procedura, per così dire, blindata. Dapprima la Convenzione, poi il voto bloccato delle Camere: o sì o no, senza emendamenti. Mi chiedo come possano i parlamentari accettare una simile umulizione” sottolinea Zagrebelsky.

Secondo il giurista affidare la Convenzione nelle mani di ‘esperti’ è solo un modo della politica di mascherarsi. “Gli esperti sono a loro volta portatori di visioni politiche e saranno messi lì dai partiti in quanto corrispondano ai loro progetti. Saranno maschere. Mi auguro che in pochi accettino di assumere questo ruolo”.

Zagrebelsky ricorda la manifestazione organizzata da Libertà e Giustizia il 2 giugno a Bologna, a cui parteciperà anche Stefano Rodotà. “Ci troveremo per dire non solo che i contenuti della controriforma non ci piacciono, ma anche che il metodo è sospetto. In Italia non si è forse radicato un sistema di giri di potere, sempre gli stessi che si riproducono per connivenze e clientele? Parlando di oligarchie, non si pensi solo alla politica, ma al complesso di interessi nazionali e internazionali che nella politica trovano la loro garanzia di perpetruità”.

Sono in gioco i nodi cruciali della nostra vita, non fredde operazioni di ingegneria costituzionale, come si vuol far credere – è la conclusione di Zagrebelsky – Lavoro, uguaglianza, giustizia sociale, diritti di tutti, cultura, salute, legalità, trasparenza: cose possibili in democrazia, quando la si espande. Difficili o impossibili, quando la si restringe”.

 

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