Scuola di Modena: programma dettagliato

Paolo Bosi
Sistemi di welfare e politiche pubbliche

La lezione ha lo scopo di inquadrare le politiche  pubbliche all’interno dei modelli di welfare state storicamente realizzati in Europa. Quanto differiscono i sistemi di welfare dei paesi avanzati? Le riforma del welfare state, di cui il nostro paese ha urgente bisogno,  hanno come prerequisito la crescita economica? In che misura la crescita della ricchezza materiale  si commisura al ben-essere di una società? Si discutono in particolare le caratteristiche di due modelli di welfare: il modello produttivistico  della flex-security,  proposto dall’Europa,  e quello, più ambizioso dello Sviluppo umano, mettendone  in luce pregi e limiti, con particolare attenzione agli aspetti di genere e valutandone la coerenza rispetto alle compatibilità economiche.

Antonella Picchio
Il ben-essere di donne e uomini: complessità, diseguaglianze e tensioni strutturali

La lezione introduce l’approccio al ben-essere come insieme di dimensioni effettive di vita introdotto da Amartya Sen e Martha Nussbaum e lo utilizza come spazio per la valutazione delle diseguaglianze di genere. In particolare si sofferma sul processo di conversione dei mezzi in ben-essere e sulla relazione interattiva tra esperienze individuali e sistema economico, contesto pubblico e rete istituzionale, dando attenzione ai processi materiali e relazionali di vita,  alla divisione dei lavori (pagati e non pagati),  alla distribuzione delle risorse e alla rete delle responsabilità (individuali e collettive, private e pubbliche).

Tindara Addabbo e Francesca Corrado
Well-being gender budgets: le esperienze italiane

Nell’ambito della valutazione di genere dei bilanci pubblici è stato proposto un metodo innovativo nel corso della sperimentazione attuata a partire dal 2001 sui bilanci della regione Emilia Romagna, Comune e Provincia di Modena. Questa metodologia presentata in Addabbo, Lanzi e Picchio (2010) coniuga le strumentazione proprie del gender auditing dei bilanci pubblici con l’approccio delle capacità di Amartya Sen e Martha Nussbaum definendo le capacità, dimensioni del ben-essere, rispetto alle quali si leggono i bilanci e le politiche pubbliche in una prospettiva di genere. Nel corso della presentazione si proporranno le strumentazioni utilizzate per implementare il metodo e si discuteranno le esperienze applicate a livello di governi locali in Italia (Addabbo, Badalassi, Corrado e Picchio, 2011; Corrado, 2010).

Riferimenti Bibliografici

Addabbo, T., Lanzi, D. e Picchio, A. (2010) ‘Gender Auditing in a Capability Approach’ Journal of Human Development and Capabilities, Vol. 11, Issue 4, November 2010.

Addabbo, T., Badalassi, G., Corrado, F., Picchio, A. (2011) ‘Towards an extended social reproduction approach of well-being: gender budgets in local government in Italy’ in Florence Degavre, John Eriksen, Elisabetta Addis and Paloma de Villota (eds), Institutions and well-being: a gender perspective, Ashgate, Aldershot, UK and Burlington VT (USA), forthcoming.

Addabbo, T. (2003) “Gender Auditing dei bilanci e delle politiche pubbliche”, Materiali di Discussione del Dipartimento di Economia Politica, n.433, Maggio 2003.

Corrado, F. (2010) ‘De-costruzione del bilancio scolastico nell’approccio benessere. Che Genere di Bilancio?, CAPPaper n.74, http://www.capp.unimore.it/pubbl/cappapers.html

Massimo Baldini
Misurazione del benessere e della povertà

La prima parte della lezione è dedicata al tentativo di costruire un ponte tra le principali teorie della giustizia distributiva (utilitarismo, Rawls, Sen) e i criteri per misurare il tenore di vita delle persone: ci chiederemo ad esempio quali siano gli spazi valutativi e le dimensioni più adeguate per misurare il benessere secondo l’utilitarismo, oppure sulla base dell’approccio di Ralws o della teoria delle capacità.

Si passa poi alla descrizione dei principali metodi per misurare la diseguaglianza e del ruolo dello studio della povertà nella teoria economica: quali sono i principali indicatori di diseguaglianza? Che differenza c’è tra povertà relativa e assoluta? Gli indici di diseguaglianza e povertà nella distribuzione del reddito sono in Italia alti o bassi, in un confronto internazionale? Come sono cambiate, e per quali motivi, diseguaglianza e povertà nei paesi ricchi nel corso degli ultimi decenni? E a livello globale?

La terza parte dell’incontro si concentra sull’impatto delle politiche pubbliche sui livelli di diseguaglianza e povertà, sia in Italia che in alcuni paesi stranieri: in che misura e in quale direzione l’intervento pubblico riesce a modificare la distribuzione del reddito prodotta dal mercato? Quali sono le forme di intervento pubblico (tassazione, spesa, ecc.) più efficaci contro la povertà? Infine, ci si chiede  come la crisi economica e finanziaria che ha avuto inizio nel 2007 ha modificato la diseguaglianza e la povertà, sia in Italia che all’estero, e se le scelte di politica economica hanno esasperato o contrastato queste dinamiche.

Maria Cecilia Guerra
Fisco e “famiglia”: il ruolo della tassazione nelle politiche di welfare

La prima, e più ampia parte, della lezione si concentra sulle finalità e gli strumenti delle politiche a sostegno della “famiglia” attuate attraverso il sistema fiscale. Se ne mettono in luce i limiti e le ambiguità. Ci si concentra in particolare su un’analisi, anche tecnica, delle proposte in discussione nel nostro paese: quoziente familiare, dote per i figli, fattore famiglia.

La seconda parte della lezione è dedicata ad una breve discussione dell’ipotesi di una tassazione di genere, intesa come tassazione di favore per le donne rispetto agli uomini e di altre misure di sostegno fiscale più direttamente indirizzate al lavoro di cura,  Se ne discutono i limiti con riferimento in particolare ad altri tipi di politiche, di conciliazione e di offerta di servizi.

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