Dopo anni di proteste e di esposti, continua a fine agosto il rito fascista al cimitero monumentale di Ravenna, nell’anniversario della morte del gerarca Ettore Muti.
Evento non isolato, bensì inserito in un contesto nazionale che vede frequenti omaggi a ciò che la nostra Costituzione, e leggi, vietano e condannano.
E’ di questi giorni la proposta di un uomo di governo, il sottosegretario Durigon, di sostituire l’intitolazione di una piazza di Latina, dedicata a Falcone e Borsellino, con il nome di un fratello di Mussolini. Un retrocedere indietro, non solo cronologico. Diffuse reazioni nel nome dell’antifascismo e della Costituzione hanno costretto Durigon alle dimissioni.
Altre e diverse dimissioni, di segno opposto, perché nel segno dell’antifascismo, quelle di Tomaso Montanari, che si è dimesso, negli stessi giorni del rito fascista a Ravenna, dal Consiglio superiore dei Beni Culturali, per fare sentire, alto e forte, il suo dissenso antifascista dal ministro Franceschini, che ha confermato, nonostante le proteste delle Associazioni dei familiari delle vittime di stragi fasciste, la nomina di De Pasquale alla direzione dell’Archivio di Stato.
Un non archivista e per di più responsabile di avere consentito che l’archivio di Pino Rauti, definito statista (ma la conosce, De Pasquale, la storia del fascista e repubblichino) fosse accolto con un’enfasi a dir poco ambigua. Altre dimissioni stanno seguendo, e altre proteste come quella di don Ciotti.
L’Archivio di Stato, dove operò a suo tempo Claudio Pavone, che ha dedicato alla Resistenza uno dei libri più importanti, non meritava questa colpevole storia.
Sono, questi, esempi importanti di antifascismo quotidiano, come recita il titolo di un libro “Antifascismo quotidiano. Strumenti istituzionali per il contrasto a neofascismi e razzismi”, curato da Carlo Smuraglia e presentato a Ravenna nel febbraio scorso. Un volume che dimostra con chiarezza che l’antifascismo o è quotidiano o non è. E che gli strumenti istituzionali per contrastarlo esistono.
E’ compito della cittadinanza attiva e fedele alla Costituzione agire quindi ogni giorno. L’antifascismo non è solo il 25 aprile in Italia, il 25 agosto e il 4 dicembre a Ravenna, date da onorare sempre e bene.
Per questa ragione ci proponiamo di compiere, in tempi brevi, un gesto simbolico e politico antifascista. Faremo dono al Sindaco e al Prefetto di Ravenna del libro curato da Smuraglia.
Qualche anno fa il Sindaco di Ravenna volle istituire un tavolo antifascista permanente, che non abbiamo visto all’opera. Chiederemo al Sindaco e al Prefetto, donando il libro, che la Costituzione e le leggi, che esistono, siano rispettate a partire dal rito cimiteriale in omaggio al gerarca Muti, una cerimonia che deve finire.
Invitiamo le associazioni che concordano con la nostra proposta a mettersi in contatto con noi.
Le associazioni:
Femminile Maschile Plurale
Comitato in Difesa della Costituzione di Ravenna
Libertà e Giustizia, circolo di Ravenna
Settembre 2021