Chi sono i veri filibustieri? Quelli che si oppongono alle riforme costituzionali della maggioranza renzian-berlusconiana, o i partiti di governo che impediscono al parlamento di discutere come cambiarle?
In un regime parlamentare, l’ultima carta di una democrazia è l’ostruzionismo e la storia della nostra repubblica è ricca di pagine che raccontano personaggi e interpreti del filibustering nei momenti di maggior contrasto politico.
Con i nuovi regolamenti oggi è molto più difficile praticarlo, ma decidere di troncare il dibattito sulla più profonda trasformazione dell’assetto costituzionale mai realizzata dal dopoguerra, scegliendo un rigido contingentamento dei tempi perché l’8 di agosto il presidente del consiglio deve portare a palazzo Chigi il bottino di guerra è, innanzitutto per lui, il segno di una vittoria di Pirro.
Chi vuole vincere senza convincere, chi mostra i muscoli per nascondere la confusione, in realtà rivela la propria debolezza. Non si possono approvare riforme cruciali senza il necessario, faticoso, esercizio del compromesso e della mediazione politica…
Se ancora c’era qualche dubbio sulla natura post-democratica del leader che ci governa, da ieri sarà più difficile sostenerlo. E del resto queste pessime riforme costituzionali per come erano originate, appunto da un’iniziativa legislativa del governo anziché del parlamento, non potevano che precipitare in una esautorazione del parlamento stesso.
Con il sostegno e l’approvazione del Presidente della Repubblica che così espone l’alta carica che rappresenta al ruolo di giocatore anziché di arbitro. Il Capo dello Stato non ha neppure ricevuto personalmente la delegazione di deputati e senatori che ieri sera, in corteo, si è recata al Quirinale per rappresentargli la contrarietà verso una decisione sconcertante.
Napolitano è ancora il rappresentante di tutti gli italiani?
L’alcool OFFUSCA LA MENTE , purtroppo.
Risposta alla domanda finale: NO! Io non mi sento rappresentato.
Napolitano è un vecchio golpista che usurpa il posto e la funzione di Presidente della Repubblica.
Andrebbe arrestato immediatamente per alto tradimento e attentato alla Costituzione della Repubblica.
Quindi condannato all’ergastolo, visto che pene superiori e risolutive non sono più previste.
@Carlo Corsetti: pienamente d’accordo.
Napolitano è fuori dalla Costituzione dal 30 marzo 2013, quando nominò i famosi «saggi», che non furono una semplice manovra dilatoria, ma:
1) un vero e proprio arresto arbitrario del processo democratico di formazione del governo o di scioglimento delle Camere (i due poteri sono alternativi per Costituzione, e il secondo, se fosse stato necessario ‒ ma non lo era ‒, poteva ben essere esercitato, bastava dimettersi);
2) un’usurpazione di poteri del presidente del Consiglio, del Governo e del Parlamento tutti insieme (ad es. formazione del programma di governo e d’una maggioranza parlamentare);
3) una manovra atta a condizionare l’elezione del presidente della Repubblica, con la presentazione di fatto al Parlamento in seduta comune d’un programma politico (!!!).
Vedo che finalmente si comincia a rendersi conto del ruolo eversivo giocato dall’inquilino del Colle. Finalmente si leggono articoli che timidamente lo mettono in discussione. Troppo timidamente. E troppo tardi. La democrazia era moribonda quando la si dava solo per malata, e adesso che la date per moribonda forse ha già l’EEG piatto ed è tenuta in vita artificialmente.
Di fronte all’azione dei suoi carnefici s’è colpevolmente taciuto, sia da parte delle forze politiche d’opposizione (compreso, e di gran lunga, quel tale «movimento» che millanta d’opporsi da solo) e di tutti gli ambienti intellettuali.
Complimenti, signori.