La discussione politica di LeG

Cosa fare in un momento politico istituzionale come quello attuale? E’ la domanda che ricorre sulle bocche dei partecipanti al seminario di LeG che si è svolto sabato scorso a Torino. Oltre 100 i soci, una dozzina i circoli presenti. Da Torino, che ha  organizzato l’incontro, a molti iscritti del circolo di Roma; da Milano, Brescia, Bergamo, Mantova e da Bologna e Ravenna; dalla Toscana, rappresentata da amiche e amici di tutta la regione; da Genova e da Napoli, da Venezia e da Vicenza.

Un momento, spiega Gustavo Zagrebelsky, che ci viene da definire con le stesse parole impiegate dall’allora ministro degli Interni Aldo Moro nel ’76 quando, a proposito della stagione terroristica e degli sconquassi politici, ebbe a dire“qui non si capisce più nulla”…

Non abbiamo l’abitudine di rivendicare i tanti “noi l’avevamo detto” pronunciati in questi anni, ma attraverso i nostri manifesti, i nostri documenti, le nostre manifestazioni, i nostri dossier abbiamo ripetutamente denunciato la crisi dei partiti, la mancata riforma della legge elettorale, il pericolo del ritorno di Berlusconi, il salto nel vuoto che potevano rappresentare le elezioni in un Paese irretito dalla corruzione e dal solito giro di poteri, sfinito dalla crisi economica e sociale.

Il tentativo di Bersani di formare un governo, la ricerca di una maggioranza al Senato, le forze in campo, il compito di LeG nel momento attuale e nei prossimi mesi, sono gli argomenti che si susseguono nei tantissimi interventi dei soci e della presidenza di LeG.

Il Pd e il movimento 5 stelle, i due convitati di pietra. C’è chi ancora ripone una tenue speranza nel partito risultato vincente, ma con un risultato al di sotto delle aspettative, nelle ultime elezioni. Più per la tradizione che rappresenta che per il suo operato. E chi invece, anche alla luce dei rapporti problematici sul territorio, ha perso la speranza che il Pd possa rinnovarsi e rappresentare le istanze dei cittadini di centrosinistra.

Sul movimento 5 stelle, con cui alcuni circoli di LeG hanno lavorato negli anni passati sui temi della legalità, il giudizio è composito. Occorre distinguere i vari livelli, i leader Grillo e Casaleggio, gli eletti e gli elettori. Il movimento ha sicuramente intercettato una legittima domanda di cambiamento. Non è ancora irretito nella logica del potere autoreferenziale, ma la rete non può escludere la rappresentanza e non dà molte garanzie il suo “non-statuto” (Art.49) e il modo con cui la dirigenza cerca di condizionare la libera determinazione degli eletti (Art. 67). Ancora non chiare le scelte su temi fondamentali per la nostra democrazia come l’immigrazione, il rispetto delle confessioni religiose, la tolleranza.

Altro piano di discussione la presenza del Pdl al tavolo delle trattative per la formazione del governo. La preoccupazione che il centrosinistra possa ancora imbarcarsi in scelte che hanno l’obiettivo di scardinare la nostra Costituzione.

Infine, l’impegno di LeG nei prossimi mesi. Si è deciso di continuare con la proposizione dei nostri punti irrinunciabili, le bandiere di LeG e di farne una Carta d’intenti per il 2013. Come nel periodo preelettorale, sottoporre i temi ai partiti di centrosinistra, aprendo il dialogo e la discussione. Col Pd, chiedendo un percorso di trasparenza, pretendendo che le speranze di milioni di elettori non vengano tradite dalla formazione di governi raffazzonati e di basso profilo, con il M5S la ricerca di convergenze su legalità e corruzione.

E a proposito di impegno diretto di Libertà e Giustizia, l’assemblea saluta con un forte applauso la notizia che la coordinatrice del circolo di Messina, Giusi Furnari, è candidata a sindaco della sua città.

Tanti gli interventi, molti i ragazzi che mettono anche LeG di fronte alla responsabilità di pensare in un modo nuovo e soprattutto di privilegiare il futuro dei giovani come primo punto dell’impegno dell’associazione, la presidente Bonsanti legge i contributi per la discussione arrivati dal circolo di Senigallia, da quello di Perugia, da Bassano e da Pavia.

Zagrebelsky chiude la lunga giornata, e tra i molti auspici, quello di raccogliere in una pubblicazione i manifesti e i documenti prodotti da LeG nei suoi 11 anni di vita. Siamo una piccola associazione, continua il presidente onorario di LeG, non siamo un partito né aspiriamo a diventare una struttura di massa, non è nostro compito risolvere tutti i problemi pur essenziali che sono emersi in questo dibattito, dal lavoro all’Europa alla povertà, ma dobbiamo chiedere soluzioni ai partiti politici. Noi li deleghiamo per elaborare risposte. Noi siamo nati per difendere il decoro della politica e delle istituzioni. Questo è il nostro compito e attraverso le nostre scuole di formazione, l’insegnamento della Costituzione ai giovani, le nostre iniziative sul territorio, continueremo il nostro impegno.

Guarda le foto:

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Leggi i contributi di soci e coordinatori:

 

 

5 commenti

  • Pingback: La Presidenza di Libertà e Giustizia – PD, PIU’ TRASPARENZA – 26 marzo 2013 » Circolo di Roma

  • Un grazie a chi ha preso il treno al mattino presto e si è recato a Torino. Un fatto da sottolineare come un fatto semplice ma carico di significato. Non essendo venut6o a Torino vi chiedo di accettare una goccia da aggiungere a quel fiume di idee che si vuol rifare alla storia della LeG nello stesso alveo della trasparenza. Sinceramente mi auguro che la dialettica cresca nel PD fino alla divisione sia su base culturale che di scelte politiche .Chi ama i problemi della gente e le soluzioni che la Costituzione suggerisce non può non vedere una risorsa nei movimenti radicati nel territorio prima che nei partiti laici o non al servizio del Vaticano.Pertanto apprezzo molto che Leg si stia “circolarizzando”per una serie di nuove proposte immagino a partenza dai problemi locali non solo del NORD ma anche , o meglio prima di tutto del SUD ( quali riflessioni per le condizioni di vita in Puglia con ILVA, ENEL e insipienza amministrativa che non consente ai comuni di attivare i depuratori sulla costa inquinandi il mare che pur darebbe lavoro a quanti sono nelle condizioni di non scelta- i.e.senza lavoro- e forzati quindi a scegliere il turismo come ultima spiaggia etc etc ?).Adottare al NORD una regionedel SUD. Una per ogni circolo LeG : potrebbe significare ampliare l’ascolto nel NORD per i problemi del SUD. Risolvere i problemi degli altri aiuta a comprendere i propri ( …magari cosi apparirà chiaro che si legge LeG e non Lega).

  • Ho cercato invano un leader politico, presente e passato, che abbia anteposto gli interessi della Nazione a quelli del partito.
    Se i migliori parlamentari M5Stelle sono i due capigruppo di Camera e Senato c’è poco da stare allegri.
    Il Grande Conflitto di Interessi non è costituito da Berlusconi, ma dalla riunione nella stessa persona della carica di presidente del Consiglio e di leader del partito, che, in virtù di un ordinamento positivo criminogeno, può occupare gran parte delle pubbliche istituzioni, di fatto ridotte a proprietà privata.
    I provvedimenti illegittimi emanati dai pubblici poteri sono ogni anno centinaia di migliaia. E ciò mi ha indotto a rivolgere le seguenti Sei domande al giurista e al filosofo
    (compresi i consulenti dei ministri e del capo dello Stato)

    Come si può definire il giudice che, violando in modo grave e manifesto la legge, distrugge la serenità di una o più persone?

    Come si può definire, sotto l’aspetto morale e giuridico, il capo dello Stato che difende l’operato di quel giudice?

    Perché l’ordinamento giuridico non offre alcuna tutela al danneggiato da quella condotta illecita?

    Se l’illecito del magistrato è giudicato da magistrati, perché l’illecito dell’imprenditore non è giudicato da imprenditori, quello dell’operaio da operai, quello dei mafiosi da mafiosi?

    La promulgazione della legge elettorale n. 270/2005 (porcellum), che priva il popolo del diritto di scegliere i propri rappresentanti, costituisce un attentato alla Costituzione?

    Considerata l’innumerevole quantità di norme incostituzionali vigenti, non sarebbe opportuno che l’infedeltà dei parlamentari, dei ministri, del capo dello Stato e dei consiglieri regionali fosse giudicata da un tribunale del popolo?

  • Le recenti dichiarazioni circa “i moralizzatori fanatici” spiegano meglio le intenzioni di Napolitano.Con i “facilitatori”,il Presidente ha messo in standby la questione della governabilità del Paese e ha congelato Bersani ma,per non spaccare il PD,ha lasciato intatta per lui la possibilità di presentarsi alle Camere con una maggioranza di “larghe intese” o della “non sfiducia”di Berlusconi,come avvenne nel 1976,quando il monocolore di Andreotti ottenne la non sfiducia di Berlinguer.Nessuna intenzione di affidare un nuovo preincarico ad una figura da lui designata in una rosa di nomi magari condivisa da PD e Cinque Stelle.Tutto,pur di scongiurare l’ingresso del M5S nell’area di governo.Perché il Presidente proprio non riesce a digerire “i grillini”-una sorta di mina vagante per l’Italia e per l’Eurogermania-e in cuor suo ancora li ringrazia di essersi rifiutati di votare la fiducia a Bersani.Il segretario del PD dal canto suo,dopo aver incontrato Berlusconi,ha ribadito che la trattativa,per una scelta condivisa del capo dello stato,nulla ha a che vedere con la formazione del governo.Come non sapesse che la convergenza PD-PDL su un nome,farebbe automaticamente nascere un governissimo o almeno una maggioranza della non sfiducia,alla quale Berlusconi potrebbe volentieri far finta di piegarsi,pago di essere comunque l’arbitro di un governo Bersani della non-sfiducia che,in pochi minuti,potrebbe far cadere a suo piacimento,e soprattutto lieto di scongiurare quello che teme di più:un presidente scelto in una rosa di personaggi estranei alla politica militante,ma appartenenti all’area culturale della sinistra.Un capo dello stato che potrebbe fare quello che Napolitano non ha voluto o non ha potuto:affidare la formazione del governo ad una personalità che sappia mettere insieme PD e M5S,escludendo il PDL da ogni gioco e costringendo Berlusconi a difendersi nei tribunali con la sola forza dei suoi avvocati-sergio magaldi,estratto dal blog “lo zibaldone di sergio magaldi”

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