Caselli: non sono più solo

28 Marzo 2012

Un incontro con Gian Carlo Caselli che ha rischiato di saltare, quello organizzato da una serie di associazioni, martedì 27 marzo a Milano. Nel primo pomeriggio una ventina di No Tav del centro sociale il “Cantiere” hanno occupato l’aula e esposto uno striscione contro l’Anpi “Non usate la memoria dei vecchi partigiani contro i partigiani di oggi”

Legalità e difficoltà: su questi due temi apre l’incontro Umberto Ambrosoli. Un incontro con Gian Carlo Caselli  che ha rischiato di saltare, quello organizzato da una serie di associazioni, martedì 27 marzo a Milano. Il dibattito, cui partecipavano anche Carlo Smuraglia, presidente nazionale dell’Anpi e Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia, era fissato alle 18 nella sala Alessi del Comune di Milano. Nel primo pomeriggio una ventina di No Tav del centro sociale il “Cantiere” hanno occupato l’aula e esposto uno striscione contro l’Anpi “Non usate la memoria dei vecchi partigiani contro i partigiani di oggi”. Dopo un paio d’ore, grazie anche alla mediazione di Basilio Rizzo e di Mirko Mazzali, i manifestanti sono stati fatti sgomberare senza incidenti e il convegno è iniziato. Non è la prima volta che al procuratore capo di Torino viene impedito di parlare. Reo di aver fatto arrestare alcuni esponenti del movimento No Tav, colpevoli di violenze in Val di Susa. Ma, come ha sottolineato Caselli nel corso del suo intervento, sono stati presi provvedimenti nei confronti di singoli individui in base a reati specifici e documentati, e nessuno ha inteso criminalizzare l’intero movimento. La criminalizzazione, semmai, è avvenuta nei suoi confronti, numerosi i blitz in varie città italiane per impedirgli di parlare, ingiuriose le scritte: da “Caselli boia” a “Caselli ti ruberemo la salma” a “Caselli come Ramelli” fino a quello più insultante “Mafioso”. Per chi è stato procuratore a Palermo dopo gli omicidi di Falcone e Borsellino è un giudizio dettato dall’”ignoranza”, dal “rifiuto della verità”, è una “menzogna” quasi in continuità con quello altrettanto ingiurioso, di essere stato negli anni di piombo, nemico del “popolo” per le indagini sul terrorismo armato. Non si può, ha continuato il procuratore torinese, pretendere l’impunità attaccando la Giurisdizione e infrangendo le regole, che sono alla base della civile convivenza. Che lamenta anche il “silenzio”, nei casi migliori il “balbettio” che è seguito ai fatti intollerabili di cui è stato oggetto. Ma guardando la sala gremita, ascoltando gli applausi ripetuti, ha ringraziato tutti per l’iniziativa milanese, che ha invertito la deriva.
Argomenti ripetuti negli interventi di Carlo Smuraglia e Sandra Bonsanti, che hanno fatto entrambi parte in passato della “Commissione antimafia” in Parlamento. Smuraglia, 88 anni, partigiano nella Divisione Cremona, senatore della Repubblica, che punta il dito sulla mancanza di senso etico di personaggi della politica e della pubblica amministrazione. Il riferimento alla situazione nel Consiglio regionale lombardo e alla recente sentenza della cassazione su Marcello Dell’Utri sono palpabili. Non c’è bisogno di attendere che le imputazioni siano di rilevanza penale oppure rifugiarsi nell’utile appiglio della prescrizione, occorre avere atteggiamenti etici e rispettosi della legalità o scomparire per sempre dalla vita pubblica. C’è un “difetto di legalità” nel Paese e per combatterlo bisogna cominciare dal basso, dai comportamenti quotidiani di ciascuno di noi. E Ambrosoli ribadisce: “molti credono che il proprio diritto sia superiore a quelli degli altri, occorrerebbe uno schieramento che metta al centro del proprio programma la legalità”. Nel lontano 1957, in America, due criminologi studiarono le tecniche di “minimizzazione della colpa” che ancor oggi servono ad autoassolversi, per giustificare, ad esempio, l’evasione fiscale ( evado per assicurare il mio diritto alla salute, scuole prestigiose ai miei figli…).  Come se ne esce, chiede l’avvocato milanese a Sandra Bonsanti? La presidente di LeG rinnova la solidarietà a Caselli e ricorda che quando era procuratore a Palermo, lei e Corrado Stajano (seduto in platea) erano nella commissione antimafia. Veniamo da una storia di poteri occulti e di corruzione della politica, continua Sandra, in quella storia ci stiamo ancora dentro. Occorre, come cittadini, dissociarsi dal malaffare che la lambisce ma anche spronare la politica a  rilegittimarsi, a recuperare la credibilità perduta.
E’ poi la volta di Armando Spataro arrivato a dare un breve saluto e a ricordare che da quando è cambiata la guida del paese i rapporti tra politica e giustizia sono un po’ migliorati. Non viene più sfornata una contro-riforma al giorno, sono cessati gli insulti quotidiani anche se non tutti i problemi sono superati e, ad esempio, sul problema intercettazioni c’è un preoccupante“quietismo” istituzionale. Ricorda anche Tabucchi, Spataro, lo scrittore italiano appena scomparso. Seconda standing ovation, dopo quella tributata a Caselli, che è finalmente riuscito a parlare, di legalità, con i cittadini milanesi.

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