Meno male che il Senato c’è

StainoE’ un coro, lo dicono tutti anche i “renziani della prima ora”: l’Italicum non è perfetto, ma è modificabile, è possibile correggerlo, si può migliorarlo… Solo Renzi si è lamentato: se avessimo già abolito il bicameralismo, avremmo già anche la legge elettorale.

Allora, davvero, meno male che il Senato c’è ancora. Domani lo rimpiangeremo: una qualunque maggioranza di governo potrà farsi la legge elettorale che le piace, che le assicura eterno potere senza mediazioni. Governabilità assoluta.

La rappresentanza? Cos’è la rappresentanza quando chi governa parla attraverso i media in ginocchio a tutti gli italiani, su tutte le Tv immaginabili, su tutti i siti, su tutti i blog del mondo? Quando governano insieme destra e sinistra e l’opposizione è costantemente criminalizzata e il dissenso deriso? Quando i candidati sindaci delle grandi città non sono scelti con metodo democratico ma nominati e imposti come “eredi”?

Da cosa nasce questa ossessione che muove la politica istituzionale di Matteo Renzi che manda in onda una sorta di ricatto: o me o il Senato? Che gli ha fatto questo Senato?

A pensar male… l’abolizione del Senato (e non la correzione calibrata del bicameralismo perfetto) è un passo importante sulla via del presidenzialismo e della distruzione di quel tanto della Costituzione che rimarrà dopo la cura renziana. Mi auguro che questa ovvietà sia ben presente a chi finge di non capirla.

E poi: se non c’è più il Senato non c’è più nemmeno il Condannato, nel senso che non c’è più una esclusione dalla Camera alta per aver truffato il fisco e il cittadino italiano. B. cacciato dal Senato? Cos’è il Senato, ovvero cos’era prima che fosse abolito?

9 commenti

  • Il problema è che non si ha neanche ben chiaro cosa si stia facendo. Stanno calibrando un sistema istituzionale su una proposta di legge elettorale in discussione quando dovrebbe essere la legge elettorale calibrata a seconda dell’ordinamento istituzionale vigente. Stiamo assistendo ad uno scempio conclamato degli equilibri costituzionali e nessuno fa nulla.

  • A questo paese servono riforme strutturali non so se abolire il senato sia una cosa giusta o sbagliata quello che so e che tagliando del 50% i parlamentari di camera e senato è una riforma strutturale che tagliare gli stipendi del 35% a tutti parlamentari ed amministratori di regioni e comuni
    via le province e le competenze alle regioni e i comuni con assorbimento solo degli impiegati di questi enti
    accorpamento dei comuni piccoli
    meno centri di potere meno corruzione più risparmio x la collettività

  • Ecco che si alza il fuoco di sbarramento.
    Da quarant’anni la sinistra sostiene il superamento del bicameralismo perfetto; ora che forse lo facciamo … panico!
    Dobbiamo tenerci il Senato solo per poter dire che B. ne è stato cacciato, come se la storia potesse essere cancellata?
    E discutere nel merito dell’articolato? Non sarebbe più costruttivo, invece di demonizzare il tentativo di riforma?
    Dobbiamo per forza spararci addosso, e dalla stessa parte?
    Così non cambieremo mai: siamo davvero un caso disperato nel consesso delle nazioni dell’Occidente.

  • La proposta di legge costituzionale presentata al CdM da Renzi ricalca, con lievi miglioramenti, la sua proposta iniziale: il “Senato delle autonomie” è un organo ancora a prevalenza di sindaci rispetto a rappresentati delle Regioni, con in più 20 nominti dal Presidente della Repubblica, privo di competenze sostanziali anche su aspetti importanti delle politiche istituzionali. Nella sostanza ina abolizione mascherata del Senato, facendo finta di istituire un organo costituzionale di rappresentanza delle autonomie

  • Sembra che Renzi riesca a incanalare il giustificato furore antipolitico verso l’abolizione del Senato.
    Purtroppo la sostanziale abolizione del Senato proposta da Renzi è molto pericolosa.
    Indebolisce troppo la democrazia.
    Molti diranno i problemi sono altri, che bisogna risvegliare l’economia. Che eliminare un po di poltrone e un po’ di posti privilegiati non è male.
    Bisogna invece stare attenti a concentrare troppo il potere. Una volta concentrato non si distribuisce più.
    E una volta concentrato il potere politico si concentra anche quello economico e questo porta con certezza minor crescita, minor sviluppo e meno possibilità per tutti tranne i privilegiati.
    I privilegi poi verranno rapidamente ripristinati e non ci saranno più modi per far sentire la voce dei cittadini contro questi nuovi privilegi.
    La direzione delle riforme deve essere opposta a quella che hanno preso. maggior potere ai cittadini di scegliere i propri eletti tra i migliori concittadini e una varietà di rappresentanti che rifletta in modo sufficientemente accurato la varietà delle posizioni presenti nel paese.
    Se rinunciamo a questo rinunciamo alla possibilità di tornare ad essere un paese in cui è piacevole vivere e in cui si può sperare nel futuro.

  • Il potere politico non esiste più, da lungo tempo è ormai sottomesso al potere economico, concentrato nelle mani di poche persone e impersonale come non mai, visto che di tenere la barra a dritta verso un futuro meraviglioso e di autorealizzazione (neanche fossero i comunisti del sol dell’avvenire!) ci pensano il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Comune Europea e la Commissione Europea. Le riforme, ovviamente indispensabili, se da un lato devono essere fatte nel giusto modo, dall’altro lato non incideranno su alcunché, poiché siamo sotto scacco di una filosofia (chiamiamola pure Ideologia) economica che porterà la povera Italia a fare riforme del lavoro draconiane. Il Fiscal Compact, infatti, esigerà a breve un tributo (nel vero senso della parola) salatissimo e l’unico modo per ottemperare allo sciagurato trattato sarà tagliare la spesa pubblica ad un livello mai visto, cioè licenziando una parte dei dipendenti pubblici. Che saranno seguiti a ruota, ovviamente, da quelli del settore privato, sia mai che gli imprenditori perdano qualche beneficio da questo punto di vista. E noi siamo qui a discettare delle riforme proposte da Renzi/Crozza…nessuna riforma emenderà né i pessimi (italici) comportamenti che ci hanno portato a questo punto, né le sciagurate soluzioni imposte dagli enti di cui sopra

  • Pingback: Abolizione del Senato: Libertà e Giustizia contro: “Lo rimpiangeremo” | Libertà e Giustizia

  • @Tom Bombabadil

    “Questa è la caratteristica del periodo attuale: gli Stati liberali rinnegano i principi loro esistenziali, cioè sono in piena bancarotta; le forze borghesi libere, irresponsabili, in sussulto, tendono a soverchiare i poteri legittimi e questi non hanno neppure la virtù di resistere. Non è lecito illudersi o illudere a questo proposito.” (1919, A. Gramsci)

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