Sentenza Mediaset, la riconoscenza e la vergogna

L’analisi di Libertà e Giustizia. Riconoscenza: per i giudici della Corte che non si sono fatti condizionare “dal mantra della mancanza di alternativa rispetto alla anomala maggioranza che oggi governa il Paese”. E vergogna: perché l’Italia ha eletto, per anni, un “uomo indegno delle prestigiose cariche pubbliche che ha a lungo ricoperto”. Inizia da questi due punti l’analisi delle ricadute politiche della sentenza Mediaset proposta da Libertà e Giustizia, l’associazione presieduta da Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky.

Sono ancora difendibili le larghe intese? Tuttavia, “il sentimento dominante è l’indignazione: non solo perché quel leader politico ed ex presidente del Consiglio ha frodato lo Stato e i cittadini italiani”. Ma soprattutto perché la decisione odierna della Corte “illumina di una luce impietosa e ineludibile la scelta del PD e di Scelta Civica di condividere con questo leader un governo che pretende di agire per la salvezza del paese”. E se la volontà di ridar vita alla “strana maggioranza” si basava su una “deformazione grottesca delle aspettative nutrite dalla grande maggioranza dei cittadini italiani”, oggi la decisione di condividere un percorso di governo con il Popolo delle Libertà, diviene, per Pd e Scelta Civica, definitivamente “indifendibile”. Perchè, l’unico modo per ricostruire il tessuto economico e sociale del Paese, passa attraverso “l’onestà, la dedizione al bene pubblico e la giustizia”.

Il governo impossibile. Infine, “il messaggio della sentenza odierna va anzitutto alla politica: che torni ad essere il luogo nel quale il rispetto e la preminenza della legge sono il fondamento della pratica quotidiana, e non vi sia più bisogno di delegare alla magistratura l’affermazione dei principi che stanno all’origine dello Stato di diritto”. Perchè se già si sentono “appelli alla responsabilità”, l’unica cosa da ricordare è che responsabilità significa, innanzitutto “prepararsi a ridare voce ai cittadini, per superare la deriva di questo impossibile governo”.

Qui il sito di Libertà e Giustizia. “Le conseguenze della verità” di Ezio Mauro.

3 commenti

  • Totalmente condivisibile, sottoscrivo con profonda convinzione. Ma mi resta il dubbio che la parte della sentenza relativa alla interdizione sia frutto del recentissimo cambio di – diciamolo così – strategia difensiva , e che la remissione i questa uestiobe ad altro giudice di merito fosse l’unico, reale, e non dichiarato obiettivo del prof. Coppi. Aggiungete che già ieri sera hanno cominciato a dire che per effetto dell’indulto la condanna effettiva deve intendersi ” ridotta” ad un anno…etc etc. Non è’ così, certo, ma aspettiamoci sorprese dal voto in Senato.

  • Condivido tutto, ma realisticamente, chiunque voglia governare occorre di una maggioranza che lo sostenga. Il problema inizia comunque dal lemma stesso “governare” usato anche per guidare la nave da un porto all’altro, mentre qui si va da taberna a taberna, anch’esse numerose nei porti…

  • E’ impossibile che la politica possa essere il luogo nel quale il rispetto e la premineza della legge siano il fondamento della pratica quotidiana. Non lo consente l’ordinamento positivo criminogeno in forza dl quale il capo dello Stato e il Consiglio Superiore della Magistratura hanno dichiarato che l’attività giurisdizionale è incensurabile (naturalmente nei confronti dei sudditi). E’ l’articolo 101, comma 2, della Costituzione? Acqua fresca!

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