Mediaset, le motivazioni della Cassazione: “Berlusconi ideatore del sistema illeciti”

Silvio Berlusconi fu l’ideatore e il beneficiario, anche dopo la dismissione delle cariche sociali, del meccanismo del giro dei diritti televisivi, che produceva illecitamente benefici fiscali per le sue aziende” e “disponibilità patrimoniali su conti correnti esteri intestati a società controllate”. Un fenomeno per cui la definizione di “sovraffatturazione” appare inadeguata. Lo scrive la Cassazione nelle 208 pagine di motivazioni della sentenza Mediaset (che ha reso definitiva la condanna a 4 anni per il Cavaliere), depositate questa mattina. E con le quali recepisce, di fatto, l’impostazione della Corte D’Appello. A firmare le motivazioni, tutto il collegio e non solo l’estensore come d’uso.

Berlusconi ideatore. Il Cavaliere – scrivono nel dettaglio i giudici – fu “l’ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo”. “Il sistema organizzato da Silvio Berlusconi – rilevano i componenti della sezione feriale – “ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere, conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate a fiduciarie di Berlusconi”.

L’ex premier “conoscendo perfettamente il meccanismo, ha lasciato che tutto proseguisse inalterato – si legge nella sentenza – mantenendo nelle posizione strategiche i soggetti dal lui scelti e che continuavano a occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale”.

Inverosimile la truffa. Mentre c’è “l’assoluta inverosimiglianza dell’ipotesi alternativa che vorrebbe tratteggiare una sorta di colossale truffa ordita per anni ai danni di Berlusconi” – sottolineano gli estensori – “da parte dei personaggi da lui scelti e mantenuti nel corso degli anni in posizioni strategiche”. Questo perché i personaggi chiave della vicenda Mediaset sono stati “mantenuti sostanzialmente nelle posizioni cruciali anche dopo la dismissione delle cariche sociali da parte di Berlusconi e in continuativo contatto diretto con lui”. Per cui “la mancanza in capo a Berlusconi di poteri gestori e di posizione di garanzia nella società non è dato ostativo al riconoscimento della sua responsabilità”.

Firma tutto il collegio.
Nell’ultima pagina infatti tutti i componenti del collegio hanno firmato la sentenza in qualità di magistrati estensori. Si tratta di Amedeo Franco, Claudio D’Isa, Ercole Aprile, Giuseppe De Marzo, a cui segue la firma del presidente Antonio Esposito. Una scelta non casuale, dopo le polemiche causate dall’intervista di Esposito al “Mattino”.

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