Quei “piccoli” attacchi alla Costituzione per cambiarla tutta

14 Mag 2012

Derek Jones

Al San Domenico di Bologna, è stato organizzato dai Comitati Dossetti di Bologna un incontro “Cambiare la Costituzione nella fretta e nel silenzio del Paese – Portata, senso e valutazione della proposta di riforma costituzionale presentata lo scorso 18 aprile”

Al San Domenico di Bologna, è stato organizzato dai Comitati Dossetti di Bologna un incontro “Cambiare la Costituzione nella fretta e nel silenzio del Paese – Portata, senso e valutazione della proposta di riforma costituzionale presentata lo scorso 18 aprile“. La bozza di proposta di cambiamenti alla nostra Costituzione, preparata dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato è stata esaminata e valutata dai relatori.
Raniero La Valle, Presidente dei Comitati Dossetti per la Costituzione, introducendo il testo della bozza, ha criticato il modus operandi nella preparazione della proposta “nel silenzio e nella fretta”: nessun concorso dei cittadini e delle loro organizzazioni nella discussione su questi cambiamenti, come previsto tra l’altro dell’Art. 49 della Carta.
Ha criticato l’utilizzo dello stesso metodo utilizzato recentemente per cambiare l’Art. 81, già legge, fatto anch’esso in fretta e furia e nel silenzio, che introduce il principio del pareggio di bilancio nella Costituzione, che risulta del tutto inutile visto che il nuovo articolo afferma testualmente:
Il ricorso all’indebitamento e’ consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.
Come se non stessimo vivendo “eventi eccezionali” da almeno 5 anni.

Questo fatto conferma l’ipotesi più volte esposta durante l’incontro a Bologna che i parlamentari cercano di distrarre l’opinione pubblica dal grave impasse politico “cambiando la Costituzione anziché cambiare se stessi”. Infatti, nonostante la richiesta di cambiare la legge elettorale fatta da tutti, su cui i parlamentari stessi, a parole, si sono dichiarati d’accordo, decidono di fare tutt’altro dedicandosi a cambiare la Costituzione.
Infatti l’elenco degli emendamenti in Commissione relativi a questa bozza sono centinaia, fatti da decine di parlamentari. Ed è questo il punto sollevato da Valerio Onida, e cioè che l’attacco alla Costituzione avviene attraverso tanti piccoli tentativi di cambiamento che nell’insieme cercano di promuovere l’idea che la Carta è da cambiare del tutto, da riscrivere. Sembra essere semplicemente una distrazione per distogliere l’attenzione da altre questioni.
Mentre si combattono piccoli cambiamenti anche insensati agli Art. X o Y, potrebbe passare l’idea che la Costituzione è tutta da cambiare“. Sottolinea Onida.
Ma la Costituzione non deve essere uno scudo dietro il quale ci nascondiamo.

Andrea Manzella ha parlato di una caduta delle difese immunitarie con alcuni cambiamenti costituzionali appena varati e con la politica vigente. Viene attaccato il principio della legalità. La questione Europea è di primaria importanza visto che anche la sovranità nazionale viene ceduta.

Ferraioli ha ricordato che il Parlamento, già screditato per la sua evidente incapacità di gestire il paese, e già entrato nell’ultimo anno del suo mandato, non sembra in una posizione ideale per mettere mano alla Costituzione. L’effetto dei cambiamenti proposti, considerati da tutti i relatori come una “riformetta”, porterà comunque a un rafforzamento dell’esecutivo.
Oggi le leggi del mercato vengono considerate come leggi “naturali” ma si sono dimostrate fallimentari in molti paesi. Oggi abbiamo un mondo rovesciato dove l’economia governa la politica mentre dovrebbe essere la politica a governare l’economia. Il boom economico è avvenuto quando si pensava al sociale e non al liberismo. Il Brasile, ad esempio, ha scritto nella sua Costituzione che il 25% delle spese vengano assegnate all’educazione, il 18% alla sanità e il 10% all’assistenza. La politica economica recente dell’UE ha portato a un crollo di consensi e di senso di appartenenza all’Unione tra i suoi cittadini. Insomma, questa “Riformetta” favorisce un rafforzamento della politica nei confronti della società.

Caldissimi applausi per Lorenza Carlassare che ha ribadito il concetto nel suo articolo LeG “Riformare le coscienze non la Costituzione“: Le riforme costituzionali dovrebbero venire introdotte di fronte al manifestarsi di difficoltà di funzionamento del sistema  al  fine  preciso e limitato di eliminarne le cause.
In risposta ai problemi della lentezza del parlamento espressi da qualche relatore, Lorenza ci ha ricordato della velocità lampante dello stesso quando c’erano da approvare delle leggi “ad personam”.

Allegretti ha poi smantellato punto per punto la bozza di proposta di legge per cambiare la Costituzione, sostenendo  che comprende un pasticcio tra misure politiche e amministrative.

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