”Da capo dello Stato Francesco Cossiga non esitò a picconare la Costituzione che non riteneva un dogma ma una carta delle regole democratiche che riconosce al suo stesso interno la possibilità di essere adattata e riformata ai tempi”. Così Silvio Berlusconi in un messaggio letto nell’aula del Senato da Gianni Letta, per ricordare il presidente emerito Francesco Cossiga. Un’occasione presa al balzo, con la scusa dell’ammmodernamento, per assestare l’ennisimo colpo alla nostra Carta Costituzionale.
Non è la prima volta: in due anni di governo, Berlusconi ha picconato la Legge con la “L” maiuscola centinaia di volte, con parole, metodi, fatti, decreti e norme, colpendo via via non solo i diritti, ma anche gli organi previsti dalla Costituzione, le regole fondamentali dello stato democratico repubblicano, il Parlamento. La prova è nell’evidenza dei fatti, la cronaca è raccolta qui, nel Libretto_Nero_Ottobre_2010 che LeG aggiorna quotidianamente dall’inizio di questa legislatura.