Questo porcellum è da buttare

23 Giu 2010

Il giornalista dell’Espresso Mauro Munafò, intervista la presidente di LeG Sandra Bonsanti sull’appello lanciato dall’associazione “Mai più alle urne con questa legge”. La riforma della legge elettorale è stata più volte al centro delle promesse partitiche eppure pare che faccia comodo a molti

 

“Le resistenze della politica saranno forti. Il porcellum è una legge che alla fine fa comodo a tutti”. Non usa mezzi termini Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia, parlando della nuova campagna lanciata dalla sua associazione: “Mai più alle urne con questa legge“, un appello al mondo politico e alla società civile perché si ridiscuta la legge elettorale e si cerchi una nuova formula per le prossime elezioni. “E se questa formula non si dovesse trovare, si torni almeno al Mattarellum del 2005”.

L’appello è online da poche ore e ci sono oltre settemila firme. Qualche politico ha già risposto?
“No. Reazioni politiche ancora non ci sono state e neppure ce le aspettavamo in questo momento. Ci vuole energia da parte dell’elettorato perché questo cambiamento sia possibile. Dobbiamo vincere la resistenza di chi vuole mantenere questa legge”.
Nel vostro appello vi rivolgete “a tutte le forze politiche presenti in Parlamento”. Vi aspettate un interesse maggiore da qualcuno in particolare?
“Dalle dichiarazioni rilasciate in questi mesi sembra sarà difficile incidere su Berlusconi a cui questa legge va bene. Dovrebbero essere più ricettive le forze di opposizione, ma nel Pd ci sono molte anime diverse. Anche i parlamentari che si sono opposti a questa legge sono spaccati al loro interno tra chi preferisce un modello spagnolo, un modello tedesco, il bipolarismo coatto o quello perfetto e così via. In un momento normale queste discussioni sarebbero giuste, ma non siamo in un momento normale. Inoltre non basta l’adesione di un singolo parlamentare, che è piuttosto facile da ottenere, ma deve esserci l’intero partito a fare sua questa campagna, altrimenti non cambia nulla”.

Che legge elettorale serve?
“I cittadini devono avere una possibilità di scelta. Come recita il nostro appello, l’attuale Parlamento è composto da nominati e non da eletti. Una buona legge elettorale deve rispettare solo due requisiti: farsi capire da tutti ed essere davvero rappresentativa della volontà popolare”.

Una nuova chiamata alle armi per la società civile mentre sono ancora vive le mobilitazioni contro la Legge Bavaglio. Non si finisce per inflazionare la piazza?
“vero, siamo impegnati in tante battaglie, ma è un rischio che deve essere corso. C’è molta gente che chiede di essere protagonista di un progetto per un’Italia diversa e per loro dobbiamo continuare a portare avanti queste campagne. ? quella stessa gente che non riesce ad accettare gli sproloqui sull’Unità di Italia di Bossi e non fa finta di niente. La nostra è un’impresa difficile certo, ma non disperata””.

Perché adesso questo appello?
“Ci siamo riuniti con gli altri membri dell’associazione per capire quale fosse davvero la priorità in questo momento. Ci siamo resi conto che tanti dei mali del Parlamento sono legati a questa legge elettorale. Se non cambia quella, non migliorerà il resto. In Italia c’è la regola non scritta che le leggi elettorali si debbano decidere solo prima di un’elezione, ma in una democrazia non si può programmare con certezza in quale momento si debba tornare alle urne”.

Ci credete davvero?
“Rispondo con una citazione dell’ex Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro: “Non si possono combattere solo le battaglie che si è sicuri di vincere”. La fece, mettendosi in gioco, prima del referendum sulla riforma della Costituzione del 2006. E alla fine quella campagna servì per impedire lo stravolgimento della Carta. Sì, ci crediamo”.

La riforma della legge elettorale è stata più volte al centro delle promesse partitiche. Eppure adesso sembra scomparsa dall’agenda pubblica.
“A molti fa comodo, è evidente. Un Parlamento asservito, in cui gli onorevoli sono scelti da pochi capi partito, è un potere importante. Specie quando le leggi passano a colpi di fiducia e si devono risolvere conflitti in una maggioranza”.

Che succede se la politica non si accorge dell’appello?
“Abbiamo intenzione di proporre una legge di iniziativa popolare. Sarà molto semplice e conterrà due soli articoli: nel primo si abrogherà l’attuale legge elettorale e nel secondo verrà ripristinata quella vecchia. La raccolta delle firme nelle piazze potrebbe cominciare dopo l’estate”.

Il ritorno al passato sarà la soluzione di tutti i mali?
“La vecchia legge elettorale non è la migliore possibile, certo. Ma se il Parlamento non si dimostra in grado di superare quella attuale e trovare un accordo, allora meglio tornare al 2005 e alle preferenze che oggi non ci sono più”.

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