Esporre alla gogna mediatica: dovrebbe corrispondere ad “additare al pubblico ludibrio a mezzo stampa” all’incirca. Viene correntemente, e automaticamente, collegato alla, vera o presunta, ‘violazione della privacy’ del potente di turno. Impedire la violazione della privacy e, dunque, l’esposizione alla gogna mediatica sono argomenti forti (?) per mettere il bavaglio ai media. Ora, paradossalmente, nella palese esagerazione dell’abuso della terminologia vi è un riconoscimento implicito di ciò che il potere, certo potere, sembra temere più di ogni altra cosa: il giudizio del lettore/elettore. Che, dunque, si ritiene più maturo, in questo caso, di quanto normalmente lo si consideri; a meno che il potente/i potenti non siano ben consapevoli che la loro posizione si regge sul fragilissimo filo di lana di un’immagine di sé stessi così bugiarda da non reggere alla minima prova (o indizio) dei fatti reali. Una personalità integerrima se la ride di qualsiasi insinuazione o presunto fatto i media diffondano sul suo conto. Adirà le vie legali individualmente, quando lo reputi necessario non tanto per difendere se stesso quanto, colpendo il deviante, per contribuire a una certa etica o deontologia professionale degli addetti alla comunicazione di massa e dei titolari delle relative imprese; in due parole: per difendere la correttezza dell’informazione. Ma l’uomo integerrimo, appunto, colpisce il falsario, non invoca la mordacchia, accampando un’asserita “esposizione alla gogna mediatica”, a tutta una categoria. Se questo non accade è forse, anche, perché uomini integerrimi ce ne sono troppo pochi? O è perché di falsari ce n’è troppi? Arduo dilemma.
Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo