Le regole dell’Islam e quelle della Lega

31 Ago 2009

L’onorevole Isabella Bertolini, non compianta ex vicepresidente del gruppo Pdl della Camera, ha un “pericoloso sospetto”: che attraverso l’esercizio di (legittime) attività finanziarie anche in Italia, come già avviene in altri paesi dell’Unione Europea, il sistema bancario islamico possa “finanziare l’attività terroristica nel mondo contro l’Occidente”. E allora lancia l’allarme al governo (al suo governo) invocando, attraverso una lunga interrogazione, una energica iniziativa volta a “prevenire i potenziali pericoli derivanti dall’apertura di filiali di banche islamiche”. L’allarme nasce dal fatto che un funzionario della Islamic International Bank of London ha preso contatto con il governo e con Bankitalia per ottenere l’autorizzazione all’apertura di una filiale nel nostro paese.
E sapete che cosa inquieta l’onorevole Bartolini? Le quattro regole che si son date le banche islamiche: niente interessi e profitto sul danaro; divieto d’investimento in attività incerte o rischiose; divieto di speculazione; divieto di investire in attività economiche non autorizzate dal Corano come – udite, udite – “armi, pornografia e gioco d’azzardo”. Eh, no! scatta la deputata berlusconiana: così “si viola il principio fondamentale del liberismo, della libertà di rischio e investimento”, e poi soprattutto – eccoci daccapo al punto – c’è quel “pericoloso sospetto” che i soldi investiti in quelle banche servano a finanziare il terrorismo.
La risposta del governo (affidata al sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino: forse il compìto ministro Giulio Tremonti gli ha detto: vai avanti tu, che a me mi scappa da ridere), la risposta dicevo deve avere assai irritato Isabella Bertolini.

Con qualche cautela ma con più che sufficiente chiarezza, il governo le fa difatti sapere che: 1) l’iniziativa della Islamic International Bank di Londra non è isolata ma che, anche “in base alle notifiche pervenute a Bankitalia ai sensi del testo unico bancario, già risultano operanti in Italia, in regime di libera prestazione di servizi, tre intermediari inglesi la cui operatività è conforme al diritto islamico: Bank of London and the Middle eat Plc; European Islamic Investment Banc Plc; ed European Finance House Ldt”. Chiaro? Si parla di quel diritto islamico che l’on. Bertolini vede come tramite del terrorismo; 2) “le banche comunitarie operanti in Italia sono in ogni caso soggette all’osservanza delle norme nazionali in materia di contrasto del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo”; 3) “al momento, le indagini in corso sulle cosiddette banche islamiche, sulla possibilità di finanziamento attraverso circuiti internazionali di appartenenti ad ambienti dell’integralismo islamico presenti in Italia, non hanno portato ad alcun esito rilevante”. Parole del governo sostenuto dall’on. Bertolini.
Dunque è inutile che il razzista di turno gridi “mamma li turchi!”. Quando il terrorismo islamico si fa vivo, lo si stronca (vedi i ricorrenti arresti, comunque di gente che non ha nulla a che fare con il sistema bancario). Ma quando a farsi viva con qualche “sospetto” non suffragato da un solo elemento concreto è l’onorevole Bertolini, è lei che fa terrorismo.

Inutile come un raffreddore, ma significativo dell’atmosfera che inutilmente si cerca di alimentare.

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