Agli amici che temono ‘il peggio’ propongo una battaglia per la normalità

Agli amici che temono ‘il peggio’ propongo una battaglia per la normalità

Ma perché tanta sfiducia, tanta paura in molti degli amici che hanno votato No, insieme con noi, eppure sono ora spaventati dall’avvenire possibile? E perché addirittura toni di acrimonia – a volte – ci vengono da coloro che pure avevano annunciato di votare Sì “turandosi il naso”, e lo hanno fatto in buona fede, per timore del peggio?

Ma perché dovremmo nascondere il sollievo che non sia stata avvilita la nostra memoria comune, e svilita la nostra Carta? Perché non dovremmo respirare più largo, ora che molti e non solo alcuni rivendicano il “patriottismo costituzionale” che certamente ha guidato il cuore e la testa di moltissimi dei molti giovani che hanno votato, questa volta? E perché non dovremmo rinviare al mittente l’accusa di voler soltanto conservare l’esistente, quando in mille occasioni abbiamo detto che era il contenuto di questa riforma ad essere sbagliato, il modo in cui è stata strappata fino all’ultima prova referendaria, ad essere scorretto, e le premesse su cui si basava la propaganda dei promotori, ad essere false?

E se pure ci sia una larga fetta dei votanti che non si sarebbe mobilitata senza il richiamo di leader le cui visioni non possiamo condividere: non era chiaro forse che sulla Costituzione si votava? Ci è stato chiesto di votare nel merito, mentre purtroppo spesso si agiva come se il voto non fosse sul merito. Eppure idealmente e giuridicamente lo è: e perché mai ora dovremmo mettere in dubbio che lo sia? Non dovremmo forse credere che le parole e le idee, se sono buone, chiare e ferme, possano anche fare il miracolo (sostenuto dalla nostra volontà) – di contenere, precisamente, le pulsioni peggiori?

Non è fatta per questo una buona Costituzione, e non era la prima priorità salvarla anche soltanto dallo sconcio simbolico, che era la prepotenza, l’arroganza, il ricorso ai mezzi più … ignobili, purtroppo, cui si è fatto ricorso per vincere? E se certamente la forza del No non si è nutrita solo di ideali, ma perché non dovrebbe l’intelligenza dare quello che può alla forza che vince: la luce del buon senso e dell’interesse pubblico? Perché l’intelligenza diffusa di migliaia di persone, nelle scuole, nelle case, negli uffici, e perfino sui social a volte, non dovrebbe illuminare la forza, imprimere una svolta o almeno alzare una barriera decisiva? Anche se, certo, non ha da sola quella forza che oggi sostiene la sua voce.

Ma perché infine non dovremo credere che quel poco che abbiamo di religione civile si sia consolidato oggi proprio intorno alla memoria della nostra Carta, della storia terribile che portò alla sua nascita, delle speranze che intorno a questa furono concepite e poi deluse – e si sia espressa, nella serenità di un voto tanto esteso?

Ad onta del cinismo di troppi intellettuali e filosofi che da tempo sputano su questo poco che ci resta di amor di patria e di memoria illuminata. Che esaltano il pensiero buio di chi definì la politica soltanto nei termini feroci della lotta per il potere, disprezzano la morale come cosa da anime belle, che confondono Socrate con la Realpolitik, e non hanno per i nostri giovani altro messaggio che quello di votare una riforma su cui hanno riversato tutto il loro disprezzo.

E quand’anche una parte del voto non abbia, nelle intenzioni di chi ha votato, un significato buono, siamo forse stati noi a trasformare un voto referendario in un plebiscito? Non dipende ora molto da tutti noi, dal nostro impegno e da quello che diremo e faremo, che prevalga il significato buono su quello cattivo? Forse ci vuole solo un po’ di calma, un po’ di fiducia. E’ parte di una grande battaglia che ora comincia, per la normalità.

Perché questa parola riacquisti l’altra metà del suo significato, quella perduta: non il significato statistico, che dice cosa accade per lo più – ma quello che ha radice nella parola norma, obbligazione, dovere. L’età dei diritti sta finendo male – se non sapremo difendere il suo rovescio e il suo futuro, l’età dei doveri. Ma le norme, le idee, i pensieri veri e i progetti giusti non hanno altra casa che le nostre coscienze.

Non è tempo di polemiche ora: i compiti sono più grandi. Ognuno di noi dovrebbe mandare un ringraziamento al nuovo Presidente austriaco, anche per dissuaderlo sull’assenza in Italia di altri argini che Renzi e il renzismo alle forze oscure che ci minacciano. Quel vento alpino che profuma d’erba deve gonfiare un po’ anche la nostra piccola vela. Come possono i leader europei non vedere la differenza che c’è fra votare Trump e difendere la Costituzione italiana?

Eppure noi dobbiamo sorridere e spiegarlo anche a loro. L’Europa, nonostante una certa miopia delle sue politiche (che pure abbiamo approvato anche noi), resta la nostra salvezza: e perché ignorare che il Presidente del Consiglio non perdeva occasione per sfondare i tetti di spesa e chiedere eccezioni?

Spetta a noi fare ricredere quelli di loro che guardano così distrattamente a questa Italia. Che ignorano la sua migliore tradizione etico-politica, quella di Giustizia e Libertà, che nella piccola Libertà e Giustizia (non molto più piccola della grande antenata) ha voluto rifondarsi. Con niente di mezzi economici, col lavoro delle notti e delle domeniche, con il sostegno di moltissime persone che non firmano ma edificano, abbiamo tradotto in educazione civica una battaglia che è stata da parte governativa, con qualche rara eccezione, una ostentata e arrogante indifferenza al vero.

Ma perché, amici pessimisti o sfiduciati, siete così certi che niente, neanche una goccia di questo immenso lavoro (cominciato nel 2014! Con il primo nostro documento di denuncia del tentativo di cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza!) abbia lasciato traccia? E perché tanta sfiducia nell’ipotesi che ci sia un po’ di buonsenso, anche nella mente di molti che sono estranei alle tradizioni della Sinistra? Non è cosa di tutti, la Repubblica?

“L’Italia è un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. E’ un paese ….dove regna il cinismo, l’incompetenza, la confusione. E tuttavia, per la strada, si sente circolare l’intelligenza, come un vivido sangue”. Perché non ascoltare queste parole di Natalia Ginzburg (Le piccole virtù)? Anzi, perché non ascoltiamo di più anche l’intelligenza che circola per le strade?

 

 

 

1 commento

  • Tranquilli italiani non è successo nulla, non è successo niente. L’Italia del 5 dicembre è esattamente uguale a quella del 3 dicembre, nell’intramezzo solo un lieve battito di ciglia, ma non è successo niente. La nostra sacra e inviolabile Costituzione è SALVA, i nostri 900 e passa Parlamentari sono SALVI. Le leggi continueranno a passare dalla Camera al Senato e dal Senato alla Camera – ma ad ogni passaggio miglioreranno sempre più finche verrà licenziata la Legge Migliore. E’ per questo che negli ultimi 30 anni l’Italia è progredita col vento in poppa, in una crescita inarrestabile. Perché le nostre Leggi ci mettono un po’ ad essere licenziate, ma alla fine sono le Migliori. Qualche Ente Inutile rimarrà, ma che sarà mai ce lo siamo tenuti per tanti anni, ci siamo affezionati. Continuerà quell’estenuante contenzioso fra Stato e Regioni, qualunque opera pubblica di interesse nazionale potrà essere bloccata anche per anni, ma non i costi che invece continueranno a lievitare. Ma che sarà mai, lasciateci dormire tranquilli. Anzi, visto che qualche piccolo successo l’abbiamo ottenuto col nostro NO, speriamo che mentre noi dormiamo sonni tranquilli, qualcuno provveda a costruire un bel muro attorno alla nostra bella Italia, per difendere meglio la nostra Sacra Costituzione naturalmente. Dormite italiani, dormite tranquilli non è successo niente. Solo un ragazzaccio dispettoso e un po’ maleducato, ma si sa i toscanacci come son fatti, voleva darci una scossetta. Ma è stato solo un brutto sogno. In fondo un brutto sogno ogni 20-30 anni ci può stare. Siamo riusciti persino a scacciare quel brutto sogno di Prodi nel ’98, figuratevi se non scacciamo questo Renzaccio. Dormite tranquilli, vedrete che ci penserà Grillo…o Salvini…o la Meloni, ma no forse Berlusconi che è tornato più arzillo che mai…dormite tranquilli Italiani, dormite tranquilli e sogni d’oro. Anche a te Roberta sogni d’oro. Quanto a me, che tranquillo non sono, ancora credo nell’Europa, nell’Europa Federale non quella delle singole Nazioni ognuna con la sua sacra Costituzione (con buona pace di Zagrebelski e di tutti voi) e mi preparo per l’appuntamento del 25 marzo p.v., ricorrenza dei Trattati di Roma, sperando ci sia ancora Gentiloni (sicuramente uno dei più europeisti fra i nostri rappresentanti politici).

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