La Repubblica.it (Firenze) – 2 Giugno 2016

05 Giu 2016

Redazione

Firenze, referendum: sulla Costituzione Libertà e Giustizia fa il pieno all’Odeon

Fra gli interventi, applaudito Zagrebelsky

di MICHELE BOCCI

La sala del cinema Odeon di Firenze è strapiena. Centinaia di persone e posti in piedi. Libertà e Giustizia ha organizzato l’incontro “Il futuro della Repubblica. 70 anni di vita civile”. Un’occasione per celebrare il risultato del referendum del ’46 ma anche per riunire un bel pezzo del fronte del no al referendum costituzionale. Il maltempo ha modificato parte dell’iniziativa che prevedeva una lettura itinerante della Costituzione italiana nelle piazze e nelle strade del centro. DAlle 14 è invece cominciata la maratona degli interventi all’Odeon coordinati sul palco a Norma Rangeri e Sandra Bonsanti. Fra gli altri hanno parlato Carlo Smuraglia, Gustavo Zagrebelsky, Paul Ginsgborg, Nadia Urbinati, Tomaso Montanari, Marco Travaglio e altri.
“Temevamo che ci fossero quattro gatti perché ci si mette contro interessi importanti e invece siamo tanti” ha esordito fra gli applausi Zagrebelsky. “Se ci fosse qui il ministro Boschi le chiederei cosa c’è scritto nell’articolo 70 della Costituzione…- ha proseguito – Questo referendum è una grande occasione, avevamo preso una china di rassegnazione invece siamo qui a impegnarci”. Zagrebelsky  come molti degli interventi che si sono succeduti all’Odeon è schierato per il no: “Come diceva Foa: sembravano inconvenienti e invece erano opportunità” ha continuato. Poi la ha affrontato poi l’articolo 1 in cui si dice che il “Lavoro deve essere un motivo di emancipazione e i diritti non sono doni ricevuti con il beneplacito del potere. La Repubblica deve essere fondata non sulla finanza ma sul lavoro. Ha detto anche che i veri beni repubblicani spesso sono immateriali come la scuola la salute o i beni comuni”. Quindi l’affondo al Governo: “Dicono di non aver toccato la prima parte della carta Costituzionale, ma questo è successo perché non ne avevano bisogno. Perché si accaniscono sul Senato e cambiano la legge elettorale? Perché il loro obiettivo non è la Costituzione, ma la vittoria politica per assicurarsi anni di potere incontrastato nel nostro paese: c’è questo che ci deve fare paura”. Applausi.

Paul Ginsborg
Paul Ginsborg

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