Ma come siamo provinciali! Adesso vanno di moda Cameron, Brown e la regina e dunque importiamo il modello Westminster, proclama il Pd, ispirato da Area democratica. E accolto da Bersani alla vigilia della direzione. Dicono che questa soluzione mette d’accordo tutto il Pd che ora potrà rivendicare il primato assoluto di una proposta di riforma costituzionale pensata per far tacere le risse tra correnti.Quanto alla giustizia ben 105 parlamentari si schierano con Orlando e con il Foglio. Complimenti! In quel pastrocchio che santifica la separazione delle carriere e la fine dell’obbligatorietà dell’azione penale, avvicinandosi pericolosamente al controllo politico dei PM, a quel pastrocchio noi di Leg siamo proprio allergici.Meno male che non siamo soli e almeno gli ex-magistrati nel Pd per adesso protestano. Intanto la giovane Serracchiani, che ci sta molto simpatica, dall’alto dei suoi 144.000 voti alle Europee spiega all’Unità la sua ricetta per rinnovare il partito. Consiste in due mosse. Prima di tutto una “costituente programmatica su temi fondamentali come lavoro, ambiente, sicurezza…”. Poi “si arriva ai territori, è da lì che bisogna partire”. Noi di Leg abbiamo un dubbio: dal momento che il Pd non sa davvero più cosa pensi la gente, non sarebbe forse il caso di ascoltarla prima di codificare idee, progetti, priorità? Proponiamo dunque un’inversione di tempi. Prima di tutto un profondo ascolto e contatto con i cittadini che un tempo votavano e forse ora non votano più.
Qualche spunto potrebbe venire anche da loro. Poi la sintesi per capire cos’è il partito e se abbia davvero ancora le motivazioni per esistere. Se si ignora la società a cui ci si rivolge, il programma finirà per essere la solita ammucchiata onnicomprensiva, di idee fumose ed evanescenti della classe dirigente che sta perdendo tutte le elezioni.
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