La destra italiana ha imparato da Orban

24 Ott 2021

Nadia Urbinati Consiglio di Presidenza Libertà e Giustizia

E’ andato in scena al Senato un esercizio di manipolazione costituzionale con la “contromozione” del centro-destra alla mozione di scioglimento di Forza Nuova presentato da tutte le altre forze politiche.

Frutto dell’accordo tra Matteo Salvini, Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, il testo chiede al legislatore di agire contro tutte “le forze eversive” non solo contro i fascisti di Forza Nuova. Nel testo si legge che “restrizione e controllo” nei confronti di “movimenti sovversivi” è “nondimeno importante e coerente” al “carattere liberale e democratico del nostro sistema”.

Aggiunge: “non è nello spirito del nostro ordinamento costituzionale consentire l’adozione di misure di restrizione delle libertà fondamentali, tanto più di quelle di natura politica, senza una attenta ponderazione della pluralità di interessi in gioco.” Ovvero? Siccome ci sono gli antifascisti, per bilanciare gli “interessi in gioco” si devono tenere in vita le organizzazioni fasciste? Se questo fosse stato l’intento dei costituenti, la nostra sarebbe stata una costituzione autoritaria, nella quale il potere costituito avrebbe avuto mano libera nel decidere chi ha un “carattere liberale e democratico” e chi non.

Invece, la Costituzione pone limiti severi all’intervento del legislatore in materia di diritti politici e civili. Ha un solo obiettivo repressivo dichiarato: “la riorganizzazione del disciolto partito fascista”, Indicando con nome e cognome il nemico della Repubblica democratica, la Costituzione pone limiti all’intervento del legislatore, che non deve quindi considerare la “pluralità degli interessi in gioco” e neppure fare a qualcuno l’esame di fedeltà liberaldemocratica.

Il tema qui non è né la violenza (naturalmente oggetto del codice penale), né il “carattere” delle idee politiche. Il tema è uno e uno solo: il fascismo. Si legge nella mozione di scioglimento di Forza Nuova che nel nostro ordinamento è recepita la censura e la repressione di movimenti che hanno “finalità antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica”.

Evidentemente il centrodestra vuole lo scambio: se volete la testa di Forza Nuova dateci quella dei “centri sociali” nati col G8 del 2001 e dei “No Tav”. Questo scambio ha una natura autoritaria.

Le idee politiche anche le più ostiche non devono essere oggetto di azione repressiva – solo la violenza va perseguita perché non ha colore politico. La chiusura dei centri sociali non rientra nella normativa costituzionale sulla “riorganizzazione” del partito fascista.

Il carattere liberticida del centro-destra sta nell’attribuzione, agli organi dello Stato, del potere di reprimere quel che una maggioranza considera idee “sovversive”, La destra italiana ha imparato la lezione del governo ungherese di Viktor Orbán, che ha dovuto però modificare la costituzione esistente per renderla perfettamente aderente alle idee della sua maggioranza, e aver mano libera con la repressione di tutte le idee che non piacciono a chi governa.

Politologa. Titolare della cattedra di scienze politiche alla Columbia University di New York. Come ricercatrice si occupa del pensiero democratico e liberale contemporaneo e delle teorie della sovranità e della rappresentanza politica. Collabora con i quotidiani L’Unità, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e con Il Sole 24 Ore; dal 2019 collabora con il Corriere della Sera e con il settimanale Left.

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