Sardine/A lezione di democrazia al liceo Fermi di Bologna

27 Gen 2020

Non si smentisce lo storico liceo bolognese, protagonista già in passato di assemblee memorabili. Chi pensava di assistere ad una lezione classica di professori esperti e dei leader delle Sardine, ha invece partecipato a un dibattito serio, sereno ed argomentato tra i giovanissimi studenti e i relatori. Dibattito che dovrebbe essere preso ad esempio da quelli trasmessi in tv, che hanno, come unico scopo, quello di mettere in difficoltà le persone intervistate.

Il 21 gennaio l’assemblea di istituto del Liceo scientifico Fermi ha scelto di parlare di “Partecipazione democratica alla vita politica” invitando Andrea Garreffa, Mattia Santori e Giulia Trappoloni, per il movimento delle Sardine, e Paul Ginsborg, Nadia Urbinati e Pancho Pardi, come esperti. Sono presenti la vice-preside e il preside che introduce l’incontro. Fabrizio Tonello modera il dibattito.

Si percepisce la commozione di Paul Ginsborg quando dice che non sperava (lui storico e animatore dei Girotondi) di assistere a momenti come questi, data la pochezza e la poca cultura della politica attuale che si basa sul ‘lamento nazionale’. Sottolinea che dietro le parole c’è una cultura e che comunicare vuol dire parlare, ma anche ascoltare. Il linguaggio, le parole e il tempo sono legati alle passioni, a quelle tristi (narcisismo, gelosia, clientelismo…), che possono essere contrastate da quelle gioiose (amore, compassione, empatia, mitezza…).

Andrea Garreffa riconosce che proprio l’ascolto e la mitezza sono stati alla base della nascita delle Sardine, sconvolte dalla violenza del linguaggio politico.

La potenza della democrazia, dice Nadia Urbinati, si è vista nella partecipazione spontanea in Piazza Maggiore, dove si sono espresse opinioni che non si traducono  subito in decisioni. E i partiti oggi non occupano quello spazio intermedio. I movimenti sono la democrazia prima della maturità, quando le passioni adolescenziali ribollono addosso, e le Sardine sono un movimento meta-politico che scuote l’opinione pubblica, perché sono  una manifestazione molto avanzata di cittadinanza matura.

Il tema forte era il coinvolgimento delle persone, dice Mattia Santori, non c’era consapevolezza della forza della democrazia, ma che essere chiamati solo a votare era troppo poco per sentirsi parte. La mediaticità e’ stata importante, ma in politica devono contare non solo le parole, ma anche i fatti, di cui spesso non si parla.

Parlando dei movimenti passati Pancho Pardi ricorda come i Girotondi avessero un obiettivo più limitato e fossero più polemici delle Sardine. Non hanno condizionato i partiti, ma sono stati parte di altri movimenti successivi importanti, dal referendum sull’acqua pubblica alla difesa dei diritti costituzionali.

Giulia Trappoloni riconosce come i movimenti oggi nascano in rete, ma il coraggio delle Sardine è stato di portare i corpi in piazza. La sfida è capire come sopravvivere, dato lo scollamento coi partiti e le istituzioni.

Domande importanti degli studenti si alternano con opinioni dei relatori e degli studenti rappresentanti di istituto, consapevoli del proprio ruolo e della responsabilità che hanno accettato.

Gli studenti rappresentanti parlano di una scuola che permetta ad ogni studente di essere ascoltato, dicono che compito della scuola è formare cittadini e non solo studenti, ammettono che la loro campagna elettorale è stata fatta anche attraverso Instagram, ma che il momento più importante è stata l’assemblea, cui tutti hanno portato il proprio contributo, anche i docenti. Sono convinti che il loro lavoro possa servire anche fuori dalla scuola. Vogliono usare il loro potere per far ragionare e fare qualcosa di concreto.

L’importanza nell’uso dei social, dei loro rischi e della necessità di esserne consapevoli e di sorvegliarli è oggetto di discussione. Tonello ricorda come il mondo dell’informazione sia oligarchico e come occorra fare attenzione ai contenuti sponsorizzati. Vanto delle Sardine è di non avere mai speso denaro per Fb.

Si parla di diritti costituzionali e la loro mancata applicazione,  del ruolo della famiglia in politica, spesso sottovalutato. Si discute dei partiti, della  Costituzione che li riconosce, della necessità che ci siano, anche se ora sono in crisi. Si discute della fase 2 del movimento delle Sardine, di come continuare, della complessità del momento storico-politico, del diritto ad un lavoro tutelato che non c’è, dell’assuefazione all’ingiustizia e alla volgarità della politica.

Il nostro desiderio, dice Giulia, è che di tutto questo non rimangano solo belle parole, ma si trasformino in azioni concrete.

È il desiderio di tutti.

* L’autrice fa parte del Consiglio di direzione di LeG

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