Montanari, Il M5S è diventato lo sgabello della Lega

04 Nov 2018

Tomaso Montanari, storico dell’arte e animatore del Brancaccio, è uno dei tanti progressisti in questo Paese senza più una degna rappresentanza. Boccia il governo pentaleghista, ma non vede ancora né un’opposizione credibile, né alternative possibili: “Il punto è costruire un ‘noi’, gli ‘io’ non servono a nulla. Bisogna ricominciare a dire che cambiare il mondo è possibile: spiegare come, e cominciare a cambiare noi stessi”. 

Già prima delle elezioni del 4 marzo, scrisse un articolo per l’Huffington in cui spiegava il suo malcontento per le opzioni in campo e parlava di tempo pessimo per votare: “So che ci penserò ancora, e poi ancora, da qui a domenica – affermava – E so che sarà una scelta silenziosa, privata: comunque vada non orgogliosa, non sicura, non da propagandare”. 

In passato, però, è stato vicino al M5S tanto che le avevano offerto di diventare assessore alla Cultura di Roma e poi ministro per i Beni culturali di questo governo. Rispetto ad allora, secondo lei, sostenere che il M5S si sia snaturato è credibile o è un’illazione giornalistica?

Non so se sia possibile dirla così. Forse c’era solo un grande equivoco, forse aveva ragione chi diceva che era una forza naturalmente di destra. Se è così si sono sbagliati in milioni di cittadini di sinistra, un terzo degli iscritti alla CGIL, per esempio, che hanno votato i 5 Stelle. Io prima del 4 marzo scrissi perché era difficile votarli, ma scrissi anche che non c’era nessuna alternativa praticabile, a sinistra, se non il non voto. Con l’alleanza con la Lega, freddamente determinata dal Pd ancora controllato dal suo carnefice fiorentino, il Movimento ha imboccato una strada terrificante. Non solo per il cedimento alla politica razzista e a tratti francamente neofascista di Salvini, ma anche per l’oblio delle sue battaglie storiche. Per l’oblio di se stesso.

Dai condoni alla Tap, dalla questione Ilva alla flat tax, crede che sia iniziata una fase discendente per il M5S e che i nodi siano venendo al pettine? 

Credo stia iniziando la fase in cui, purtroppo, si vede che la loro diversità semplicemente non esiste. Esiste una radicale differenza tra il Movimento di opposizione e questa specie di flaccida DC senza cultura dello Stato che ci troviamo al governo. Come è stato per la sinistra, che al governo ha tradito tutto il tradibile. Fino a non essere più definibile sinistra: se sarà così anche per i 5 Stelle è presto per dirlo, ma i segnali sono pessimi.

Alcuni sondaggi danno però il M5S in leggero calo, di solo 2 punti. Sembra che abbiano un elettorato fidelizzato pronto, come ha chiesto da Di Maio, a mettersi a “testuggine” per respingere ogni attacco. È così?

Io credo che le Europee segneranno una brusca battuta d’arresto, per il Movimento. Ma è vero che mentre c’è una gagliarda alternativa di destra, Salvini, non c’è assolutamente nulla a Sinistra: né la ex-sinistra del Pd, né la inesistente Sinistra-sinistra hanno la benché minima credibilità. Dunque può darsi che i numeri relativi dei 5Stelle rimarranno alti, ma caleranno drammaticamente i votanti.

Come finirà la storia coi dissidenti sul decreto sicurezza? La questione rientrerà promettendo qualche poltrona?

Spero di no: la questione del dissenso, e dunque della democrazia interna al Movimento, è quella vitale. E se il dissenso non emerge sulla questione cruciale dei diritti umani, sulla questione delle libertà e delle dignità costituzionali, dove mai dovrebbe emergere?

Quanto durerà il governo M5S/Lega? È d’accordo che la Lega, appena potrà, scaricherà il MoVimento per ritornare alle urne e vincere come centrodestra e con Salvini premier?

Lo schema pare esattamente questo. E non credo che il Movimento sarà credibile dopo, cioè al momento del voto, come alternativa a Salvini, se non mostra di contare qualcosa ora. Ha preso il doppio dei voti ma è di fatto una specie di sgabello.

Come finirà il braccio di ferro con l’Europa? Non trova insopportabili le ingerenze della Commissione sulla manovra italiana?

Sì, sono inaccettabili. Questa austerità iniqua e suicida sta distruggendo il progetto europeo, e credo che un vero governo di Sinistra avrebbe dovuto ribellarsi nello stesso modo. Il problema, però, è per fare che cosa. Andare allo scontro frontale con l’Unione e i mercati per fare la flat tax e una caricatura di reddito di cittadinanza dio sa quando? Quale il progetto, quale la bussola? Dove un progetto di eguaglianza, un’idea di società umana, di economia compatibile con la vita? Fossero almeno i valori della Costituzione a guidarci: ma sono le bandiere nere di Salvini…

Bolsonaro, Trump, Putin, Le Pen, Orban… cosa sta succedendo nel mondo? L’internazionale nera si afferma sopra le macerie del Sistema tecnocratico?

Sì, alla padella dei Blair, e purtroppo anche dei Prodi (per non parlare di Veltroni, D’Alema, Monti, Letta, e lasciamo perdere il triste cabaret di Renzi), segue la brace nera. Un disastro. E non si combatte la brace con la padella, questo deve essere chiaro. 

In Italia, a sinistra, ci sono vari movimenti in vista delle Europee. C’è qualcosa che guardi con maggiore interesse o sono tutti progetti minoritari e perdenti?

Tutti minoritari e perdenti, temo. Ci sono anche ottime persone e progetti intelligenti (come Diem25, per esempio) e certamente è notevole l’esperienza napoletana di de Magistris. Ma siamo alla testimonianza, nel migliore dei casi.

Gira voce che qualcuno la voglia candidare a sindaco di Firenze contro Nardella. Nel caso le arrivasse la proposta, ci penserebbe seriamente?

Finché si partirà dai nomi, dal tetto e non dalla casa, non ci sarà vita a sinistra. A Firenze bisogna ricostruire una comunità civile che ribalti la visione della città, combatta la rendita del turismo distruttivo e ripensi in termini di uguaglianza, inclusione, solidarietà. La Firenze di La Pira e don Milani. Sarà un lavoro lungo, e io vorrei essere uno dei tantissimi a dare una mano. 

micromega.net

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