Signor Ministro dell’Interno, la disobbedienza civile è legittima

Signor Ministro dell’Interno, la disobbedienza civile è legittima

E’ venuto il momento di ricordarcene: potremmo, attraverso il Parlamento europeo,  denunciare il Consiglio Europeo di fronte alla Corte Europea di Giustizia, per non aver ottemperato all’obbligo, sancito dal Trattato di Lisbona, che l’Unione Europea ha di dotarsi di una politica per la gestione comune dei flussi migratori. E sarebbe legittima la disobbedienza civile da parte di chi opera in mare (guardia costiera, medici, organizzazioni umanitarie…), nell’ipotesi in cui un’autorità governativa si rifiutasse di rispettare questi doveri, violando così gli articoli 18 e 19 della Carta dell’Unione Europea, secondo la quale la gestione dei flussi migratori deve avvenire nel rispetto scrupoloso dei diritti umani sanciti dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo.

Ma è anche venuto il momento di ricordare alcune verità di fatto, di fronte alla valanga di fake news con cui l’attuale Ministro dell’Interno eccita le folle a Pontida, non disdegnando evidentemente la Padania delle sue origini politiche.  I rifugiati in Europa sono attualmente poco più di 5 milioni pari all’1% della popolazione europea e l’Italia è al quarto posto in valore assoluto dopo la Germania, la Francia e la Svezia e uno degli ultimi paesi europei in percentuale sulla popolazione residente con la Svezia al primo e Malta al secondo posto.

 Non fosse che perché ci ricorda questi obblighi e questi fatti, tutti oggi dovremo leggere e diffondere la Dichiarazione che il Movimento europeo-Italia aveva redatto in vista del Consiglio europeo del 28-29 giugno 2018 (leggila qui).

Ma certamente l’accoglienza è solo una parte del problema. Certamente l’Italia e i suoi governi hanno avuto gravi pecche nella pessima gestione di ciò che segue la prima accoglienza, cioè le procedure di identificazione e verifica del diritto a restare sul suolo italiano in primo luogo, e in secondo luogo i percorsi di integrazione (per i quali altri Stati, la Germania ad esempio, hanno speso somme ben più cospicue e soprattutto ben più fruttuose), di formazione, di controllo degli adempimenti da parte dei migranti agli obblighi che farebbero parte dei percorsi di integrazione. E certamente i confini italiani sono confini europei, dunque è palesemente iniqua la disposizione del Trattato di Dublino che impone al paese di prima accoglienza di farsi carico anche di tutto il resto.

Anche qui come cittadini europei possiamo fare molto: lanciare e diffondere un ICE (Referendum, o iniziativa popolare) perché siano affrontati e in parte almeno risolti questi problemi, senza tornare all’arbitrio delle leggi della giungla.  Leggi qui l’ ICE diffuso da numerosi associazioni di società civile. Io ho firmato.

www.phenomenologyandmind.eu

martedì,  3 luglio 2018

3 commenti

  • Sono anche altre le verità di fatto di cui tenere conto rispetto agli immigrati ed alla loro percezione sulla Cittadinanza:
    - il loro numero rispetto ai 3 milioni di disoccupati
    - come a quello dei 5 milioni di chi vive sotto la soglia di povertà
    - come dei 5 milioni che quella soglia stanno per varcare
    - come rispetto al debito pubblico che rende sempre più asfittico lo stato sociale, sanità compresa,
    - come rispetto alla crisi abitativa e le baraccopoli
    - come rispetto al nuovo schiavismo in agricoltura che non versa un centesimo ALL’INPS per le pensioni nostre e loro

    Resto dell’idea che l’unico modo razionale di affrontare l’immigrazione dall’Africa, sia quello suggerito dal prof Romano Prodi, conoscitore di EU e Africa, colto, economista di valore, cattolico adulto e coerente, progressista, che oltre 4 anni fa scriveva”Un salvagente per l’Africa, altrimenti l’immigrazione ci travolgerà!” ed in senso figurato è ciò che sta avvenendo per EU.
    È che alcuni mesi fa è tornato sul tema affermando che senza un piano Marshall per l’Africa, una immane tragedia umana sarà inevitabile.

    Nella consapevolezza delle previsioni dell’ONU per l’incremento demografico africano al 2050 di UN MILIARDO E 200 MILIONI di persone, ci si può intrattenere litigando su poche migliaia di persone aspettando che il Mediterraneo diventi la più grande fossa comune della storia del pianeta?

    Ma forse questo è il disegno ineludibile del capitalismo.

    Paolo Barbieri, circolo di La Spezia

  • LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE
    Signor Presidente,
    ho avuto il ‘privilegio’ di essere perseguitato dai pubblici poteri, ma anche l’opportunità di accertare l’attualità dell’affermazione di Francesco Saverio Nitti fatta circa un secolo fa: “Si può dire in tutta onestà che a Napoli il più grande e più pericoloso camorrista sia stato sempre il Governo.” Ne danno conferma autorevoli giuristi quando, con raffinate argomentazioni, ignorano o distorcono principi e valori della Costituzione.
    Il discorso della Corte Costituzionale nelle sentenze nn. 120/2014 e 262/2017, richiama, mutatis mutandis, quello di don Abbondio a Renzo Tramaglino: “Error, conditio, votum, cognatio, crimen, cultus disparitas, vis, ordo, ligamen, honestas, si sis affinis …”. Vittima di don Abbondio fu l’artigiano Renzo Tramaglino; vittime di quelle sentenze e di innumerevoli altre (tutte in stile Luigi XIV: “Lo Stato sono io”) sono decine di milioni di cittadini.
    Lei, avvocato e docente universitario, certamente conosce molto bene lo stato comatoso della giustizia italiana, ma forse ignora che ministri e capo dello Stato, dopo aver giurato fedeltà alla Repubblica e alle sue leggi, agiscono legibus soluti. Dei circa 80 magistrati che si occuparono delle mie controversie civili e dei miei esposti-querele soltanto 6 applicarono la legge. Quattro presidenti della Repubblica (Scalfaro, Ciampi, Napolitano, Mattarella) e cinque Ministri della Giustizia (Diliberto, Mastella, Fassino, Castelli, Cancellieri) tollerarono le illegalità di amministratori pubblici, burocrati e magistrati, rivelandosi così i nemici più pericolosi della Repubblica democratica fondata sul lavoro. L’ultimo mio esposto, trasmesso in data 07.06.2013 dalla Segreteria del Ministro della Giustizia Cancellieri alla Segreteria tecnica di Gabinetto, il 31.12.2013 giaceva presso la Direzione Generale della magistratura (Ufficio I). Il CSM, invece, rispose (P. 5150/2006) che non competevano al Consiglio le “censure ad attività giurisdizionale”. Geniale!
    Giulio Bonotti (Repubblica, 30.05.2018) riportava il seguente brano della requisitoria del procuratore aggiunto di Milano Laura Pedio, pronunciata nel processo riguardante la sanità lombarda (Il caso Maugeri): “Questo processo è stato caratterizzato da un grandissimo grado di omertà come tutti i processi per corruzione che oramai hanno assunto connotazioni simili a quelli di criminalità organizzata.” La storia dimostra il contrario: è la criminalità organizzata a sfruttare ‘legittimamente’ il principio dell’illegalismo vigente nel nostro ordinamento. E infatti, il mafioso vìola il codice penale e rischia il 41 bis; il pubblico ufficiale vìola la Costituzione, delitto assai più grave, e conserva la poltrona.
    Lei ha dichiarato di voler essere l’avvocato del popolo e dar vita al Governo del cambiamento. Come i suoi predecessori, lei ne ha l’opportunità. Mi permetto di avvertirla, però, che i più accaniti oppositori al cambiamento risiedono nel Palazzo e che non potrà mantenere quell’impegno senza una efficace lotta alla disinformazione. La Commissione di vigilanza sulla RAI oppose un eloquente silenzio alla mia richiesta di informazioni circa la procedura prevista perché un autore sia ammesso a presentare il proprio libro agli studenti partecipanti a una trasmissione TV; silenzio che è in contrasto con il notevole risalto dato da varie rubriche televisive a personaggi, pubblici e privati, che si accreditano come esperti dei problemi della giustizia, che in settant’anni nessun governo ha saputo risolvere. A causa della disinformazione curata da quelle rubriche?
    Colgo l’occasione per inviarle alcune copie dei miei libri, pregandola di invitare i ministri a leggerli, perché possa penetrare, nella loro mente, la consapevolezza di essere responsabili delle centinaia di migliaia di illegalità commesse ogni anno dai pubblici poteri e, nel loro animo, il timore che i magistrati, un giorno o l’altro, possano essere indotti da qualche circostanza ad applicare non solo le norme del codice penale, “in gran parte da rivedere” (Meuccio Ruini), ma anche quelle della Costituzione.
    Signor Presidente, lei potrà passare alla storia come il Presidente del Cambiamento, oppure, seguendo l’esempio dei suoi predecessori, come il rappresentante più autorevole di una classe politica inetta e corrotta, che i tribunali non processano perché, per una scellerata consuetudine, antepongono la legge ordinaria alla Costituzione. Ciò emerge dagli atti del potere legislativo e da innumerevoli sentenze dei giudici.
    Auguri per la sua ardua missione.
    29.06.2018
    Antonio Palese

  • Se possibile non pubblicate il mio precedente commeno a questo articolo della prof. De Monticelli: da una più attenta lettura parrebbe non dekl tutto pertinente.
    Grazie.
    Paolo Barbieri

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