A proposito di Marino

13 Ott 2015

Non mi convince il fatto che Il Sindaco di Roma sia cacciato per degli scontrini. Lavorando per molti anni come dirigente nella Pubblica Amministrazione so che il controllo e i giustificativi sono compiti di impiegati, che a volte entrano in possesso delle ricevute con ritardo e possono essere imprecisi nel riportare la causale delle spese. Penso che questa cosa non debba accadere, ma so che a volte accade. E’ accaduto ai consiglieri regionali emiliani, e i più seri hanno potuto dimostrare la loro buona fede.

Credo che il giudizio vada lasciato alla Magistratutra.

Voglio però esprimermi sul “Caso Marino”. Sempre per esperienza so che se una struttura amministrativa in parte inquinata, come si è rivelata essere quella del Comune di Roma, non collabora con gli assessori e con la linea politica di un nuovo Sindaco, quest’ultimo è impotente.

Mi meraviglia che nessuno faccia notare che dal 1990 il potere di gestire è nelle mani dei Dirigenti che firmano e decidono, mentre gli amministratori definiscono i programmi. Il potere della Dirigenza è immenso e se decide diversamente lo può fare. Lo dovrebbe fare, e spesso lo fa, per tutelare i cittadini da decisioni illegittime, ma lo può fare, e spesso lo fa, per difendere il proprio potere o peggio i propri interessi.

Non difendo Marino, ma sono consapevole dell’intreccio di poteri in cui può essersi trovato e della sua incapacità a contrastarlo. Non mi sento di emettere sentenze.

(*) Rita Vella – Consiglio di Direzione di Libertà e Giustizia – Circolo di Bologna

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