Alla forzatura in atto per l’approvazione immediata di una riforma elettorale indifendibile sul piano della legalità costituzionale e della ragionevolezza, che cerca di presentare alla opinione pubblica le ‘riforme istituzionali’ come un passaggio indispensabile per risolvere i problemi del nostro Paese, è necessario rispondere urgentemente.
Non può essere infatti subita passivamente la implicita accettazione delle tesi espresse a suo tempo dagli analisti di J.P.Morgan, che per non riconoscere l’origine finanziaria della attuale crisi internazionale hanno tentato di attribuirne le responsabilità alla struttura democratica delle Costituzioni europee.
A questo eccesso di ‘movimentismo’ propagandistico del nuovo Presidente del Consiglio, che, forse per superficialità, finisce col riproporre una visione autoritaria e centralista del potere, deve essere opposta una difesa intransigente delle nostre istituzioni, che restituisca ai cittadini il potere di decidere il futuro del Paese.
La Rete per la Costituzione ha pertanto deciso di fare appello al mondo della cultura giuridica e non solo, alle organizzazioni politiche e sindacali, all’associazionismo democratico allo scopo di richiedere al Parlamento la formulazione di una nuova proposta di riforma elettorale rispettosa della Costituzione, e promuovere un confronto aperto e trasparente che consenta la valutazione degli obiettivi dichiarati e delle conseguenze reali delle ‘riforme’ costituzionali con cui si intende stravolgere la struttura del Parlamento, il rapporto Stato-Regioni e perfino l’indipendenza della Magistratura.
I Comitati che compongono la Rete propongono, nel caso in cui la legge elettorale attualmente in discussione dovesse entrare in vigore, la immediata costituzione di un Comitato Nazionale con l’obiettivo di esperire tutte le possibili iniziative legali per impedire la sua applicazione, sia ricorrendo alla autorità giudiziaria per rimettere alla Consulta la questione di legittimità costituzionale, che promuovendo un referendum abrogativo.
Allegato il documento emesso dalla Rete per la Costituzione, aperto alla adesione di quanti ritengono di condividerlo.
IL POPOLO NON DEVE CHIEDERE NULLA A NESSUNO! che sarebbe anche inutile!!
Deve solo Realizzare, una volta nella storia, la Sovranità riconosciutagli dalla Carta, non a caso all’art. UNO, e poi IMPORRE con la forza della DEMOCRAZIA DIRETTA PROPOSITIVA agli artt. 50 e 71, le leggi e riforme a misura di Cittadinanza e non di casta.
Chiedere ripensamenti al Parlamento, sembra una cosa assurda o patetica.
Esiste una VERA VIA MAESTRA, nobile, di una possanza incontenibile, che aspetta solo di essere percorsa, a testa alta, senza paura di volare e senza ulteriori cedimenti di sovranità ad una casta indegna, per il rispetto che dobbiamo ai Padri.
“E’ questa la VERA VIA MAESTRA!
I Padri Costituenti ci hanno lasciato nella Carta, la possibilità di determinare il nostro futuro, non solo delegando 1.000 persone alla produzione delle leggi che avrebbero dovuto guidare il Paese ed il suo Popolo verso un progresso continuo, ma anche agendo “Direttamente” qualora i delegati si fossero rivelati incapaci o indegni.
L’hanno fatto con gli articoli di democrazia diretta propositiva 71 e 50, che non hanno prodotto nulla finora in virtù dell’arroganza della casta e della “distrazione” della Cittadinanza e delle sue migliori espressioni che non hanno colto e valorizzato questo strumento di efficacia assoluta.
Perchè è facile intuire come la “proposta di legge di iniziativa popolare” (art. 71) e la “petizione popolare” (art. 50) brandite non da piccoli gruppi di Cittadini, ma dal “Popolo Sovrano”, enunciato spesso richiamato, ma sempre astrattamente, non lascerebbe al Parlamento “delegato” altra scelta che discutere ed approvare quanto elaborato e presentato dal Sovrano della Repubblica, il Popolo “delegante”. A rafforzarne l’azione, se ce ne fosse la necessità, l’art. 40, il diritto di sciopero da esercitare anche assediando i palazzi, come la storia del “Conclave” ricorda e insegna.
E’ ancora facile intuire come proposte di legge e di riforma elaborate dalla migliore elite della Società Civile, che a me piace definire con l’allocuzione “Rodotà e i suoi fratelli”, andrebbero sicuramente verso il Bene Comune della Cittadinanza, molto più e meglio di quanto elaborato dai partiti per il proprio tornaconto elettorale e di gestione del potere, ma anche per la loro conclamata mediocrità, e molto altro peggio, espressa nel tempo.
Orbene, qual’è la misura che realizza la Sovranità Popolare? Non certo le 50mila firme richieste dall’art.71 e neppure le 350mila raccolte da Grillo nell’ultimo tentativo di qualche anno fa. Ma l’art. 75, il referendum, ci dice indirettamente che si determina col 25% + uno degli aventi diritto al voto alla camera, circa 12 milioni.
Non è un numero assurdo: l’astensionismo volontario supera i 10 milioni, il voto “contro” raccolto dal M5S circa 9, il rifiuto e il disprezzo dell’offerta politica, come rileva la demoscopea indipendente, arriva al 95% della Cittadinanza, così come l’indignazione. Sentimento che in quel modo potrebbe evolversi e liberarsi in una SACROSANTA RIBELLIONE COSTRUTTIVA.
E certamente non si può mobilitare il Popolo Sovrano per una sola legge, ma per un insieme tale da giustificarlo: 10/15 leggi e riforme, le più attese dalla Cittadinanza, le più promesse e disattese dalla politica, redatte in articoli dai loro qualificati estensori, sottoscritte singolarmente da 60mila elettori secondo il 71 e inserite in un contenitore appellato “Le Tavole delle Leggi della Società Civile”, per poi lanciare la petizione secondo l’art. 50 e realizzare nel modo più semplice la Sovranità Popolare.
Ovvero: RIVOLUZIONE COSTITUZIONALE e GLORIOSA, nonviolenta e risolutiva come la 2a rivoluzione inglese del 1688, detta appunto “Gloriosa”. Per ottenere riforme, per riaffermare la Sovranità Popolare, per ritrovare la Dignità di Cittadinanza, per abbattere l’arroganza della casta e di ogni altra lobby e blindare la Carta da ogni attacco lesivo del suo spirito originario e autentico, ma non dagli opportuni aggiornamenti
E poi tornare alla Democrazia Delegata con la nuova legge elettorale e la Lista Civica Nazionale Riformatrice con Persone riconducibili a “Rodotà e Fratelli” per continuare in un Parlamento rinnovato nella qualità media, l’opera avviata sul territorio.
Il prof. S. Settis ha pubblicato un libro dal titolo “Azione Popolare. Cittadini per il Bene Comune” , che avvicina, tratta e nobilita questo “modus operandi” e altri illustri cattedratici hanno apprezzato.
A tutti auguri per un Paese migliore che ci dobbiamo meritare!
Paolo Barbieri, cittadino semplice.”