La via maestra

logo_sito_costellazione1. Di fronte alle miserie, alle ambizioni personali e alle rivalità di gruppi spacciate per affari di Stato, invitiamo i cittadini a non farsi distrarre. Li invitiamo a interrogarsi sui grandi problemi della nostra società e a riscoprire la politica e la sua bussola: la Costituzione. La dignità delle persone, la giustizia sociale e la solidarietà verso i deboli e gli emarginati, la legalità e l’abolizione dei privilegi, l’equità nella distribuzione dei pesi e dei sacrifici imposti dalla crisi economica, la speranza di libertà, lavoro e cultura per le giovani generazioni, la giustizia e la democrazia in Europa, la pace: questo sta nella Costituzione. La difesa della Costituzione non è uno stanco richiamo a un testo scritto tanti anni fa. Non è un assurdo atteggiamento conservatore, superato dai tempi. Non abbiamo forse, oggi più che mai, nella vita d’ogni giorno di tante persone, bisogno di dignità, legalità, giustizia, libertà? Non abbiamo bisogno di politica orientata alla Costituzione? Non abbiamo bisogno d’una profonda rigenerazione bonificante nel nome dei principi e della partecipazione democratica ch’essa sancisce?

Invece, si è fatta strada, non per caso e non innocentemente, l’idea che questa Costituzione sia superata; che essa impedisca l’ammodernamento del nostro Paese; che i diritti individuali e collettivi siano un freno allo sviluppo economico; che la solidarietà sia parola vuota; che i drammi e la disperazione di individui e famiglie siano un prezzo inevitabile da pagare; che la partecipazione politica e il Parlamento siano ostacoli; che il governo debba essere solo efficienza della politica economica al servizio degli investitori; che la vera costituzione sia, dunque, un’altra: sia il Diktat dei mercati al quale tutto il resto deve subordinarsi. In una parola: s’è fatta strada l’idea che la democrazia abbia fatto il suo tempo e che si sia ormai in un tempo post-democratico: il tempo  della sostituzione del governo della “tecnica” economico-finanziaria al governo della “politica” democratica. Così, si spiegano le “ineludibili riforme” – come sono state definite –, ineludibili per passare da una costituzione all’altra.

La difesa della Costituzione è dunque innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. È un impegno, al tempo stesso, culturale e politico che richiede sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e mobilitare. Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa.

2. Eppure, per quanto si sia fatto per espungerla dal discorso politico ufficiale, nel quale la si evocava solo per la volontà di cambiarla, la Costituzione in questi anni è stata ben viva. Oggi, ci accorgiamo dell’attualità di quell’articolo 1 della Costituzione che pone il lavoro alla base, a fondamento della democrazia: un articolo a lungo svalutato o sbeffeggiato come espressione di vuota ideologia. Oggi, riscopriamo il valore dell’uguaglianza, come esigenza di giustizia e forza di coesione sociale, secondo la proclamazione dell’art. 3 della Costituzione: un articolo a lungo considerato un’anticaglia e sostituito dall’elogio della disuguaglianza e dell’illimitata competizione nella scala sociale. Oggi, la dignità della persona e l’inviolabilità dei suoi diritti fondamentali, proclamate dall’art. 2 della Costituzione, rappresentano la difesa contro la mercificazione della vita degli esseri umani, secondo le “naturali” leggi del mercato. Oggi, il dovere tributario e l’equità fiscale, secondo il criterio della progressività alla partecipazione alle spese pubbliche, proclamato dall’art. 53 della Costituzione, si dimostra essere un caposaldo essenziale d’ogni possibile legame di cittadinanza, dopo tanti anni di tolleranza, se non addirittura di giustificazione ed elogio, dell’evasione fiscale. Ecco, con qualche esempio, che cosa è l’idea di società giusta che la Costituzione ci indica.

Negli ultimi anni, la difesa di diritti essenziali, come quelli alla gestione dei beni comuni, alla garanzia dei diritti sindacali, alla protezione della maternità, all’autodeterminazione delle persone nei momenti critici dell’esistenza, è avvenuta in nome della Costituzione, più nelle aule dei tribunali che in quelle parlamentari; più nelle mobilitazioni popolari che nelle iniziative legislative e di governo. Anzi, possiamo costatare che la Costituzione, quanto più la si è ignorata in alto, tanto più è divenuta punto di riferimento di tante persone, movimenti, associazioni nella società civile. Tra i più giovani, i discorsi di politica suonano sempre più freddi; i discorsi di Costituzione, sempre più caldi, come bene sanno coloro che frequentano le aule scolastiche. Nel nome della Costituzione, ci si accorge che è possibile parlare e intendersi politicamente in un senso più ampio, più elevato e lungimirante di quanto non si faccia abitualmente nel linguaggio della politica d’ogni giorno.

In breve: mentre lo spazio pubblico ufficiale si perdeva in un gioco di potere sempre più insensato e si svuotava di senso costituzionale, ad esso è venuto affiancandosi uno spazio pubblico informale più largo, occupato da forze spontanee. Strade e piazze hanno offerto straordinarie opportunità d’incontro e di riconoscimento reciproco. Devono continuare ad esserlo, perché lì la novità politica ha assunto forza e capacità di comunicazione; lì si sono superati, per qualche momento, l’isolamento e la solitudine; lì si è immaginata una società diversa. Lì, la parola della Costituzione è risuonata del tutto naturalmente.

3. C’è dunque una grande forza politica e civile, latente nella nostra società. La sua caratteristica è stata, finora la sua dispersione in tanti rivoli e momenti che non ha consentito di farsi valere come avrebbe potuto, sulle politiche ufficiali. Si pone oggi con urgenza, tanto maggiore quanto più procede il tentativo di cambiare la Costituzione in senso meramente efficientistico-aziendalistico (il presidenzialismo è la punta dell’iceberg!), l’esigenza di raccogliere, coordinare e potenziare il bisogno e la volontà di Costituzione che sono diffusi, consapevolmente e, spesso, inconsapevolmente, nel nostro Paese, alle prese con la crisi politica ed economica e con la devastazione sociale che ne consegue.
Anche noi abbiamo le nostre “ineludibili riforme”. Ma, sono quelle che servono per attuare la Costituzione, non per cambiarla.

74 commenti

  • Riforma della Costituzione, i 5 Stelle occupano il tetto della Camera per protesta
    Una delegazione di dodici deputati ha dato il via alla protesta ed è salita all’ultimo piano del palazzo di Montecitorio con i trolley: “Non ce ne andremo di qui”, fanno sapere, “finché avremo la certezza che i partiti non deturperanno il testo fondamentale”

    di Redazione Il Fatto Quotidiano | 6 settembre 2013

  • Da notare; chi è a Genova a sponsorizzare se stesso, con delle belle facce toste come l’amico D’Alema, che ha sempre qualcosa da insegnare… o l’amico Renzi che non è bello, non dice cose particolarmente intelligenti, ma vuole il potere e chi lo ha capito un po in ritardo sta buffamente rincorrendolo.
    Con chi sta a Roma a protestare in difesa della Carta.!

  • Sono con voi senza se e enza ma!
    Vi scongiuro di non fermare più questo percorso ma di procedre senza souzione di continuità fino alla affermazione di questi principi.
    Vi chiedo di rendevi disponibili a fare incontri nei territori per dare game a questo pecorso.
    Vi scrivo da Marzabotto, Città che sicuramente vi è nota per la tremenda strage nazifascista del ’44.
    Siamo ai piedi di Monte Sole appunto, uno dei luoghi dove ” è nata la nostra Costituzione” e chiedo a qualcuno di voi di venire qui ad incontrare ed a ragionare con la gente di questa Valle Del Reno.
    Io mi rendo dispnibile fino da ora ad organizzare un incontro pubblico e so di avere molta gente disosta a collaborare.

  • Purtroppo, diversamente da come l’avevo progettato, per motivi famigliari non potrò essere presente di persona, ma lo sarò idealmente. Perciò faccio i miei migliori auguri a che la manifestazione abbia successo anche mediatico.
    Anche nel ricordo di GIUSTIZIA E LIBERTA’ viva LIBERTA’ E GIUSTIZIA!!!

  • “raccogliere, coordinare e potenziare il bisogno e la volontà di Costituzione che sono diffusi”, per quanto mi riguarda è possibile solo con una struttura confederale tra partiti e associazioni e comitati.
    ovviamente, nessuno dei partiti presenti oggi in parlamento. nessuno.

  • Casa per la sinistra aderisce all’assemblea convocata da Landini e Rodotà per domenica 8 settembre a Roma.
    Riteniamo che questa occasione di incontro tra le tante anime organizzate e non della sinistra non debba andare né sprecata, né perduta, perché, forse, potrebbe essere l’ultima.
    Ci auguriamo che da questo “inizio” possano emergere alcuni punti essenziali di una proposta che possa essere condivisa da tutti i partecipanti:
    1. Difesa del carattere parlamentare delle nostre istituzioni contro i tentativi di introdurre modelli di semipresidenzialismo o presidenzialismo;
    2. Porre al centro di qualsiasi azione di governo come priorità assolute:
    a) la centralità del lavoro
    b) il reddito garantito (in quali forme il dibattito è ancora aperto)
    c) annullamento di ogni progetto di “grande opera”
    d) nuovi investimenti in istruzione pubblica e sanità
    3. Assumere l’impegno di dar vita nel giro di pochi mesi (crediamo che 5 mesi possa essere un tempo utile) a strutture territoriali aperte dove sia possibile continuare il lavoro di discussione e di organizzazione iniziato a Roma (anche in vista della manifestazione indetta per Ottobre). Proponiamo che tali strutture debbano prevedere adesioni individuali e non di organizzazioni e che non si propongano come embrioni di un nuovo partito ma come aggregazioni territoriali nate per affermare alcuni (pochi) punti qualificanti e determinanti di qualsiasi atto di qualunque sinistra.

  • Abbiamo bisogno di gente onesta da portare in parlamento, questa è diventata la vera emergenza anche se tutti i media fanno di tutto per ignorarla

  • Continuiamo a difendere la nostra sana e robusta Costituzione, ma oggi (e se non ora, quando?) occorre questo scatto deciso in avanti e tutto il nostro lavoro e impegno dev’essere perché – finalmente – la Costituzione sia attuata!

  • Da Carli Pietro a Sandra Bonsanti:
    Tra non molto, a questo punto forse giorni, una delegazione porterà le ormai 500 mila firme raccolte dal Fatto Quotidiano, al Quirinale.
    Ora, sarebbe grande accompagnarli, sarebbe bello indire una giornata per portare le firme tutti insieme, perche queste firme abbiano anche una storia reale come Reale è ancora la nostra Costituzione.
    Che ne pensa?
    Che ne pensate?

  • Scusatemi tutti se sono petulante, ma spero non inopportuno, io credo che se questa enorme raccolta firme per la Costituzione, non ha una fisicità, non ha una faccia, non ha ossa, possa decadere nel nulla.
    E dopo il nulla, stop fine.
    Questa raccolta mediatica deve avere per forza un obbiettivo, a costo di trovarsi a Montecitorio in 14 persone, deve avere un risultato, una benedetta conclusione in bene o in bene.
    Se passa il messaggio che le firme raccolte saranno prese in considerazione e bla,bla,bla, è la fine.
    In questo illegittimo processo di trasformazione, dove il governo è preso da una parte nel voler cambiare la Carta e dall’altra gestire gli anziani pregiudicati, dobbiamo rischiare.
    La firma che abbiamo messo ha un valore immenso e lo dico col cuore, perche non so se mi riterrò credibile nel ripropormi per uno scopo così importante.
    Ma quando giurano fedeltà alla Costituzione, vuole dire che promettono di rispettare una cosa ,non solo loro, quindi come può essere, tutta questa leggerezza…Non è giusto.
    Saluti a tutti

  • Presidente Bonsanti,

    trovo assolutamente condivisibile il suggerimento di Pietro Carli di “accompagnare” fisicamente le firme a Roma, a “destinazione”.

    Ho letto di una manifestazione già programmata per il 5 ottobre: L&G potrebbe almeno verificare la possibilità di far coincidere la consegna con la manifestazione a Roma, ma anche in tutte le provincie d’Italia davanti alle prefetture o attorno alle prefetture a mo’ di assedio.

    Non una ennesima, inutile, solo formale, raccolta firme, ma una imponente manifestazione alla ricerca della “Perduta Sovranità”.

    Paolo Barbieri “Rivoluzione Costituzionale Sempre”

  • Stamane ho assistito all’assemblea. Ho notato come nessuno abbia sollevato un problema che a suo tempo fu evidenziato non ricordo se dalla C.di Cassazione o dalla C.Costituzionale, ma anche da un Presidente della Repubblica (Scalfaro o Ciampi?): l’uso eccessivo e non motivato da “casi straordinari di necessità e d’urgenza” di decreti legge da parte del governo, come previsto dalla Costituzione (art.77 da cui il virgolettato), riducendo di fatto l’autonomia legislativa del Parlamento. Credo che anche questo debba essere preso in considerazione (quasto “costume” iniziò, se non sbaglio, col governo Craxi) quando si parla di Difesa della Costituzione.

  • Pingback: La via maestra

  • Trovo assolutamente coerente la scelta dell’8 settembre per la convocazione della assemblea aperta per la difesa e attuazione della Costituzione attaccata ed accerchiata da troppa volgarità e becerume insieme a tanta ipocrisia e a secchiate di melensa retorica. Benissimo la manifestazione a Roma del 12 ottobre, c’è bisogno di un po’ d’aria pulita. Buon lavoro Bruno Leonarduzzi

  • Cari amici, spero che la lunga frase:

    “…C’è dunque una grande forza politica e civile, latente nella nostra società. La sua caratteristica è stata, finora la sua dispersione in tanti rivoli e momenti che non ha consentito di farsi valere come avrebbe potuto, sulle politiche ufficiali. Si pone oggi con urgenza, tanto maggiore quanto più procede il tentativo di cambiare la Costituzione in senso meramente efficientistico-aziendalistico [...], l’esigenza di raccogliere, coordinare e potenziare il bisogno e la volontà di Costituzione che sono diffusi, consapevolmente e, spesso, inconsapevolmente, nel nostro Paese….”

    abbia un seguito, cioè si istanzi in una iniziativa politica seria che contribuisca a ridurre considerevolmente il peso dei poco seri politici che allignano in parlamento…non so se debba essere un partito, un movimento o qualcos’altro, ma certamente non può più essere solo un insieme di moniti e richiami assolutamente condivisibili di Libertà e Giustizia, di Alba, della Fiom e quant’altri. Bisogna provare ad entrare in parlamento, anche in pochi se in tanti non è possibile, poiché la nostra classe politica di moniti e di consigli ha dimostrato, da sempre, di poterne fare senza vergogna a meno.

  • Ragazzi si chiama “RIVOLUZIONE COSTITUZIONALE” e si realizza esercitando in modo estremo ed esteso, congiunto e sinergico l’Alto Potenziale Rivoluzionario degli artt. 1-71-50 e se necessario 40, che consentono la Democrazia Diretta. Non per un impossibile governo, ma per una tornata che ci consenta:

    di riaffermare la Sovranità Popolare calpesta e derisa,
    di recuperare la perduta dignità di Cittadini,
    di ottenere riforme attese da decenni, sempre promesse e sempre tradite,
    di abbattere l’arroganza della casta e di ogni altra lobby,
    di defenestrare definitivamente dal Parlamento quaraquaquà e compagni di merende
    e soprattutto di blindare la Costituzione da ogni attacco lesivo del suo spirito originario, rilanciandone autorità e autorevolezza.

    Non è il libro dei sogni ma un progetto in attesa di autori. Ma pare che stiano arrivando dove li attendo e li chiamo da 5 anni circa.

    E speriamo che non debba passare un’altra legislatura!

  • Condivido tutto della “via maestra”. Vogliono scipparci quella speranza di libertà e di giustizia sociale che la Costituzione ha in sè. E’ ora di pensare a un vasto movimento politico che superi le divisioni in nome della difesa della Costituzione Repubblicana e per la sua integrale attuazione.

  • Cari Amici,
    ovvia la mia totale condivisione al manifesto e spiacente per l’impossibilità di venire alla manifestazione, voglio segnalare alcune pericolose manovre da ambienti conservatori, volte a neutralizzare ogni nostro sforzo di pervenire all’emanazione di una legge LAICA sulla libertà religiosa e di pensiero.
    Chi mi conosce sa gli sforzi e l’impegno profuso in tale senza da me e dai miei allievi e i tentativi di mobilitazione da me fatti nell’ambiente universitario e non.
    Resto dell’idea di porre anche quest’argomento all’ordine del giorno e propongo la creazione di una sezione salernitana di L&G che potrei aiutare a sviluppare con i giovani colleghi universitari.
    Valerio Tozzi

  • Invio intervento che per motivi di tempo non sono riuscito a fare – grazie Fulvio Aurora

    LA COSTITUZIONE
    SALUTE – LAVORO – AMBIENTE – SCUOLA – CULTURA

    La Costituzione è il riferimento generale, legislativo e politico per un paese, per il nostro ha un valore aggiunto in più, considerata la storia, la Resistenza dalla quale è nata.
    Non si può dire che la gran parte dei cittadini la vivano per quella che è, la studino o quantomeno la conoscano.
    Per molti cittadini la corruzione non è un problema, non parliamo dell’evasione fiscale: a volte evadere e farla franca è considerato un titolo di merito.

    Noi siamo qui perché non ne possiamo più di questo stato di cose, perché vogliamo cambiare.
    Ma non vogliamo cambiare questa Costituzione, almeno in questo momento e in questo periodo. Le cd Riforme che sono state fatte in questi ultimi anni: dal lavoro, all’economia, alla scuola, al welfare, hanno peggiorato la situazione.
    Dobbiamo applicare la Costituzione piuttosto che cambiarla.

    Abbiamo visto e vediamo che chi ci governa in questi ultimi anni ha seguito un imperativo categorico: salvaguardare se stesso e il suo gruppo, in primis, all’interno della difesa e affermazione del sistema, anche se questo è in crisi, anche se è marcio.
    Ci rendiamo conto che la cd opposizione non è tale, anzi nemmeno è molto diversa da chi ha il potere.
    Seguire la linea di inserirsi , di convincere qualcuno a cambiare qualcosa non paga. I canoni politici che conosciamo sono stantii, si sono rilevati inefficaci.

    C’è una società che soffre, che vive con difficoltà, c’è anche chi solamente sopravvive, chi sta male e continua a stare peggio (aumento dei livelli di povertà – allargamento della forbice fra poveri e ricchi).

    I cambiamenti devono essere radicali, le mezze misure non vanno bene. Bisogna però decidere quali sono i cambiamenti che vogliamo, con chi realizzarli e come operare per raggiungerli.

    E veniamo a questa assemblea dove sono stati chiamati i Movimenti che sono su questa lunghezza d’onda. Di movimenti, di associazioni (di persone) ce ne sono moltissimi. Sono molto vari, molto frastagliati. Difficilmente, o solo in determinati momenti, si pongono gli obiettivi di andare oltre le proprie immediate ed importanti rivendicazioni. Quelle relative alla loro storia, ai loro contenuti, ai loro territori.

    Si sta diffondendo la coscienza che questo deve essere sempre perseguito, ma non è più sufficiente, che occorre fare anche altro.
    Altro non è: mettiamoci tutti insiemi e presentiamoci alle elezioni. Non è fare un nuovo partito, almeno nel breve e forse medio periodo.

    Abbiamo detto CHI,
    vediamo ora CHE COSA.

    Potremmo considerare tre grandi temi:
    IL LAVORO E L’ECONOMIA
    LA SALUTE E IL BENESSERE AMBIENTALE E SOCIALE
    LA SCUOLA E LA CULTURA

    Su questi temi si chiede che si coordinino coloro che su ciò operano, che hanno una esperienza di lotta, che si sono formati una conoscenza e una coscienza in merito.
    Occorre precisare che coordinarsi non significa unificarsi.
    Una piattaforma comune dovrebbe essere il risultato di questo coordinamento.
    La piattaforma esprime la necessità di impedire le maggiori distorsioni che vengono perseguite da chi ci governa e da chi ha il potere: ad esempio le grandi opere, la delegificazione del lavoro e dello stato sociale, la privatizzazione di sanità e scuola… le produzioni di morte, come quelle delle armi, e come quelle che degenerano l’ambiente e le persone.

    Da tutto ciò, dal lavoro dei 3 coordinamenti possono derivare gli ELEMENTI FONDANTI UNA NUOVA SOCIETA’ E SOCIALITA’: quale lavoro, quali produzioni, quali bonifiche e sistemazioni territoriali, quale organizzazione sanitaria e sociale, quale scuola, università, ricerca, quale cultura, non ultimo, quale giustizia.

    Roma, Centro Frentani 8 settembre 2013

    Fulvio Aurora
    Medicina Democratica – movimento di lotta per la salute

  • Pingback: Enrico, fermati

  • Oggi pomeriggio la Camera approverà il ddl costituzionale 813, che stravolge l’articolo 138 e prevede un comitato di 42 parlamentari che potranno riscrivere almeno 62 articoli su 139 della Carta. Sarebbe bastato approvare un emendamento M5S per rinviare di un mese lo scasso della serratura della Costituzione. Invece se procedono con questi ritmi, il ddl sarà legge entro fine dicembre.
    Letta approfittò di questa impresa a Genova per enunciare la più brillante infrazione alla logica che la pur ricca nostra storia politica ricordi. La tesi cioè che non c’è altro modo di cambiare una legge anticostituzionale (Porcellum) che cambiando la Costituzione.
    Fermati Enrico – dici tu Sandra Bonsanti? Perdonami. Io dico VERGOGNA, VERGOGNA, VERGOGNA Presidente Letta. In fondo alla logica, c’è l’etica. Una politica che non accetti più né l’una né l’altra non si distingue più dal brigantaggio. O no – leviamo la sfumatura romantica. Dal furto con scasso. Se una porta (art. 138) non si può aprire rapidamente, la si scassa. Buon lavoro, e vergogna.

  • vogliono trasformare in flessibile una costituzione che i nostri padri costituenti hanno voluto fosse rigida, per impedire gli assalti antidemocratici allo stato di diritto di maggioranze spurie, tali diventate non solo per i discutibili assetti organizzativi bensì anche per la legittimazione impropria conferitagli da leggi elettorali incostiutuzionali.
    E’ da respingere in toto quindi la controriforma dell’art. 138 della costituzione, come fu fatto dagli italiani nel 2005 quando ci pronunciammo in larghissima magigoranza contro il disegno calderoliano (sic) di riforma dello stato.
    Se saranno in grado, come nel 2005 di arrivare fino in fondo (io non lo credo) verranno seppelliti nello stesso modo e con un semplice NO vergato sulla scheda; cara bonsanti sono certo (ottimismo della volontà) che enrico non passerà alla storia come padre costituente, ma al massimo come “nipote” che ha bisogno di un ricostituente che non sarà certo la sacra carta costituzionale da stravolgere, dovendosi accontentare di issare come unico vessillo (sic) il governicchio delle larghe intese; cordialità michele soldovieri.

  • Prendo atto con profondo rammarico che le pulsioni presidenzialkiste e i tentativi di creare le condizioni per un’involuzione in senso autoritario dello Stato sono nel nostro Paese purtroppo sempre vive. E mi fa spoecie che anche il cosiddetto centro-sinistra si opresti a siffatte pericolosissime derive.
    Adesso, una classe politica inetta ed autoreferenziale, un Parlamento di “nominati” dalle segreterie di partito, privo di ogni rappresentanza politica e che,perciò, rappresenta solo sè stessa, prova addirittura a mettere lemani all’art. 138 Cost., minando la sua funzione di sbarramento introdotto dai Padri Costituenti, contro ogni incauto tentativi di revisione costituzionale.
    E’ una vergogna!
    E’ davvero auspicabile che quanti hanno a cuore la stabilità e la tenuta democratica di questo Paese, si mobilito efficacemente per contrastare ogni attacco alla nostra Carta Fondamentale.
    Massimo Cester

  • Condivido integralmente il documento “La Via Maestra” del 6.9.2013.
    Tuttavia rilevo che il vero problema nel nostro Paese è che i temi affrontati faticano a diventare patrimonio diffuso e comune da parte dei cittadini.
    Vi è il rischio che il dibattito rimanga all’interno di una ristretta cerchia di persone.
    Occorre mettere in campo iniziative capillari sul territorio, che mobilitino e unifichino quella che il documento definisce “una grande forza politica e civile, latente nella nostra società”.
    Propongo, se già non lo si è fatto, di promuovere, in maniera capillare, gruppi di cittadini che organizzino iniziative per risvegliare le coscienze dal torpore nel quale da alcuni anni sembrano cadute, e giungere, in tempi relativamente brevi, ad una grande mobilitazione nazionale in difesa della Costituzione Repubblicana.
    È tempo, anche se con notevole ritardo, che si cominci a dire: Basta!
    Ripetendo uno slogan già noto, “se non ora, quando?”
    Dichiaro la mia totale disponibilità.

    Enzo Guarnera

  • Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha firmato oggi un decreto di nomina ai sensi dell’art. 135 della Costituzione, con il quale ha scelto come giudice della Corte Costituzionale l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato, in sostituzione del professor Franco Gallo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. grazie

  • La soluzione dei nostri problemi, per mettere in riga i politici, viene dalla Costituzione svizzera:

    Costituzione Svizzera Art. 138 e art. 139.

    Art. 138 Iniziativa popolare per la revisione totale della Costituzione federale

    1 100 000 aventi diritto di voto possono proporre la revisione totale della Costituzione entro diciotto mesi dalla pubblicazione ufficiale della relativa iniziativa.1

    2 Tale proposta va sottoposta al Popolo per approvazione.

    ——————————————————————————–

    1 Accettato nella votazione popolare del 9 feb. 2003 , in vigore dal 1° ago. 2003 (DF del 4 ott. 2002, DCF del 25 mar. 2003, DF del 19 giu. 2003 – RU 2003 1949; FF 2001 4315 4511, 2002 5783, 2003 2713 3394 3401).

    Art. 1391Iniziativa popolare per la revisione parziale della Costituzione federale

    1 100 000 aventi diritto di voto possono chiedere la revisione parziale della Costituzione entro diciotto mesi dalla pubblicazione ufficiale della relativa iniziativa.

    2 L’iniziativa popolare per la revisione parziale della Costituzione può essere formulata come proposta generica o progetto elaborato.

    3 Se l’iniziativa viola il principio dell’unità della forma o della materia o disposizioni cogenti del diritto internazionale, l’Assemblea federale la dichiara nulla in tutto o in parte.

    4 Se condivide un’iniziativa presentata in forma di proposta generica, l’Assemblea federale elabora la revisione parziale nel senso dell’iniziativa e la sottopone al voto del Popolo e dei Cantoni. Se respinge l’iniziativa, la sottopone al Popolo; il Popolo decide se darle seguito. Se il Popolo approva l’iniziativa, l’Assemblea federale elabora il progetto proposto nell’iniziativa.

    5 L’iniziativa presentata in forma di progetto elaborato è sottoposta al voto del Popolo e dei Cantoni. L’Assemblea federale ne raccomanda l’accettazione o il rifiuto. Può contrapporle un controprogetto.

  • La nomina Amato è nel solco del potere della casta a mantenere i suoi privilegi. Amato con oltre 30.000 euro al mese, non dichiarerà mai costituzionale un taglio alle superpensioni.
    Il problema vero è che se loro, i politici fanno le Regole, cioè la Costituzione, loro saranno sempre più ricchi e pieni di privilegi ed il popolo sempre più preso in giro e sfruttato in nome della finta democrazia, che in realtà è partitocrazia. Occorre arrivare ad avere gli art. 138 e 139 che hanno gli svizzeri. Loro sono dei veri cittadini sovrani!

  • PROPONGO CHE LA COSTITUZIONE ITALIANA VENGA RIFATTA ATTRAVERSO IL WEB, ELEGGENDO 60 CITTADINI ESPERTI, NON POLITICI, PER ELABORARE UN NUOVO PROGETTO. POI SI sottoporrà’ AL VAGLIO DEL REFERENDUM POPOLARE. Occorre saltare il Parlamento, altrimenti i parlamentari toglieranno tutte le Regole e i vincoli per ridurli a soli rappresentanti dei cittadini.

  • L’elogio commosso al referendum del 2005 che bocciò la legge Calderoli & c NON mi trova d’accordo.
    Perchè oggi ( anzi dal 2010 !! ) avremmo avuto il taglio notevole dei parlamentari, Camera e Senato non più identici ma con funzioni diverse e più intelligenti, maggiori poteri al premier : non sembrano le richieste di tutti oggi ? Quindi onore a coloro che hanno bocciato – la democrazia è bella – però attenzione all’errore che è stato fatto allora dove si doveva discutere e trattare.
    Forse l’ho già scritto ma dal 2010 ) avremmo avuto quanto non abbiamo oggi ( e chissà quando ).
    Se è stata saggezza………

  • Io, invece, continuo a commuovermi per il referendum in questione: i maggiori poteri al premier, francamente, li ha già sperimentati il caimano, che aveva una maggioranza bulgara e ha fatto, come ben sappiamo, solo disastri pur potendo decidere come meglio credeva. L’idea che le regole e le leggi rendano migliorino i politici (e i cittadini, aggiungo io) è francamente ingenua. Non c’è regola che tenga se le persone sono disoneste o, diciamo così, poco “ispirate”. Senza i giusti contrappesi, cosa accadrebbe in un paese come il nostro, dove in barba ad ogni legge il parlamento da vent’anni è già praticamente esautorato a colpi di votazioni con fiducia da parte di ogni governo? Se dimezzassimo i parlamentari (e sono comunque d’accordo su questo punto) potremmo giusto andare incontro alla poco men che demagogica “riduzione dei costi della politica”, come se i costi fossero quelli degli stipendi e dei privilegi connessi al ruolo e non quelli del sottobosco clientelare, quando non direttamente delinquenziale. Non a caso la meravigliosa riforma bocciata dal referendum fu pensata da autentici titani della politologia e del costituzionalismo quali quelli che tutti ricordiamo. Davvero riusciamo a rimpiagere quell’occasione “perduta”?

  • Continuo a pensare che il referendum è stato un errore : ma la idea è quella di un meschinello che non ha la consistenza dei super costituzionalisti che qui scrivono.
    Però anche il prof Ainis e non solo lui hanno cancellato la vecchia storia che maggiori poteri al premier voglia significare la ” dittatura del premier ” , una sciocchezza . Il bicameralismo perfetto è da salvare ? Il taglio dei parlamentari NON è da fare ? Suvvia i quattro della polenta avranno fatto ridere i Grandi di chiara fama ma comunque qualcosa era da salvare ed infatti questi temi ricorronoanche oggi.
    Allora la buttiamo su B e la sua banda ? Le cose intelligenti dovrebbero essrere approvate anche se vengono da Lorenzago tra una polenta e otto bicchieri di vino.

  • Sono d’accordo, la “dittatura del premier” non dipende dalla legge (come ho scritto in precedenza, nessuna legge – in generale – migliora o peggiora le persone che la adottano), ma dall’uso che di una legge (seppur buona) alcune tipologie di personaggi possono fare. Sullo spirito costruttivo di luciano33 o del prof. Ainis non ci sono dubbi, ma dello spirito del caimano (nonché dei quattro saggi nutriti a polenta e vino d’osteria) onestamente continuo a dubitare

  • Io NON sono AFFATTO un grillino (fin qui ho sempre votato per il P.D.), ma questo disegno di légge costituzionale mi pare, francamente, allucinante. Non sono un giurista, ma mi vengono in mente mille obiezioni. Nel complesso, è evidente il carattere, come dire, frodatorio della légge: d’or in poi, l’art. 138, pur restando formalmente in vigore, potrà essere aggirato ogni volta con una légge costituzionale che deroghi a esso? E con che coraggio si dice che l’art. 138 è una norma procedurale, epperò (si sottintende) meno importante?! In un certo senso si potrebbe dire ch’è l’articolo più importante di tutta la Costituzione! E rientra nel titolo delle “garanzie”: nientemeno che le garanzie, vogliono andare a toccare! Tutto questo è eversivo non solo della Costituzione, ma della stessa democrazia. La stessa cosa si può dire, a mio parere, delle inaudite limitazioni alla facoltà dei parlamentari di proporre emendamenti. Il parlamento è sacro, e non si tocca! Lasciamo stare la demagogica, e peggio che ridicola, previsione d’una specie di consultazione in linea degl’italiani. Veramente sono amareggiato e allarmato.
    Del resto, questo non è per me l’unico segnale d’allarme. Basti dire che, nel silenzio generale, si sta decidendo (s’è già deciso? Spero di no!) che la toponomastica dell’Alto Adige sia d’or in poi solo tedesca.
    Una Costituzione è fatta per durare, e la nostra va non bene ma benissimo, almeno per trecent’anni ancóra: il problema è applicarla! La “riforma costituzionale” è uno dei sempre ritornanti miti, o feticci, truffaldini di cui s’ama tanto cianciare oggi, per coprire il vuoto assoluto del pensiero: un appello irrazionale agli umori qualunquistici dell’opinione pubblica, che vuole, o si crede (forse a torto) che voglia, il cambiamento per il cambiamento.
    La necessità di riformar la légge elettorale è evidente a tutti. Ma, per quel che mi riguarda, non c’è nessunissimo bisogno di cambiar la Costituzione. Tutt’al più, innalzerei il minimo di mezzo milione di sottoscrizioni della richiesta di referendo; e certo, rafforzerei, anziché indebolire, l’art. 138, e riporterei il titolo V dalla sua attuale formulazione, confusa e per tanti aspetti affatto inammissibile, a quella originaria.
    Spero che i costituzionalisti italiani, che guidarono, col compianto presidente Scàlfaro, la grande e vittoriosa battaglia civile e patriottica del 2006, faccian sentire alta e forte la loro e la nostra voce.

  • Concordo e fremo di sdegno ed impazienza. Seguo da tempo la questione (sono socio LeG) e mi chiedo se non sia arrivato il momento di fare evolvere le forme di incontro in piazza e/o di convegno tra Persone, ad uno “Spazio Politico Costituzionale” , che dia finalmente una alternativa di “RAPPRESENTANZA” politica alle Persone, alle Associazioni, ai Movimenti vari che in quelle linee si riconoscono. NON un altro partito, ma una spazio politico SI , che recuperi per tanti di noi la speranza in un futuro democratico, in rappresentanti che ci rappresentino oggi nelle piazze/convegni/dibattiti , ma che possano farlo domani in Parlamento. NON contro i partiti attuali, ma come complemento indispensabile per ovviare alla solitudine democratica attuali di molti italiani ed italiane che non si sentono più rappresentati nelle sede decisionali. Roberto

  • Saranno pure quattro costituzionalisti da strapazzo pero l’unica proposta di legge che aveva ……( meno parlamentari , no al ping pong camera e senato , poteri al premier -comunque eletto democraticamente ) e’stata la famosa e bistratta legge poi bocciaya dal referendum , insomma un qualcosa di valido se da anni se ne parla e straparla michiedo perche buttarla : a mio modesto avviso , polenta e vino rosso a parte , era da considerare.Bisognerebbe ragionare sui contenuti e non abbarbicarci ai paroloni, ad oggi sterili proclami senza risultati. Saluti L33

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  • Ho sentito Enrico Letta a porta a porta edho inteso come quanto si idice sulla Costituzione tradita ecc ecc puo’ essere considerato sbagliato :buone e nobili intenzioni mah…esasperazioni che non servono a costruire nulla.
    Un referendum salvifico finale mette a posto tutto lo sbagliato che eventualmente c’e ed allora mi chiedo dove manca la democrazia ecc ecc
    Da troppi anni si bloccano riforme considerate fondamentali e quindi Lettavada avanti se za paura E’ la demo razia , che piaccia o no. Discussione e confronto sempre ma
    Tranquillita’ senza toni da apocalisse

    Anche in questi anni del cattivo cav. abbiamo potuto esporre idee, manifestazionii poi sese i riformisti che hanno vinto democraticamente (UN REGIME…democratico ?)) NON
    Combinandomolto…….semprecolpadellabanda?

  • Attivare una Manifestazione di questa valenza e di (sperata) imponente dimensione, senza incardinarle un’azione di Democrazia Diretta, sembra proprio come predisporre una grande batteria di artiglieria pesante, per poi sparare a salve o fare “BOOM” tutti assieme con la bocca.

    Purtroppo anche la “Manifestazione” è un rito che ha esaurito richiamo e spinta propulsiva per la propria storica incocludenza. E, come ha gridato D’Arcais, “…fallire sarebbe una catastrofe!”.

    E’ questa un’occasione unica per rivitalizzare non solo il rito, ma anche la frustrata indignazione popolare e trasformarla in una sacrosanta “Ribellione”, nel nome e nella difesa ATTIVA della Carta. Non un passivo “Resistere Resistere Resistere”, ma un “REAGIRE ATTACCARE RIVINCERE”, contro la casta e la mediocrità che affliggono il Paese da troppo tempo, capace di ridare alle Persone un nuovo brivido di vitalità democratica.

    Sacrosanta Ribellione Costituzionale con l’ “Esercizio reale e concreto della Carta, con l’ uso esteso ed estremo, congiunto e sinergico degli articoli 1-71-50 e se necessario 40, che consentono la Democrazia Diretta”. Non per un impossibile governo, ma per una tornata che ci consenta:

    di riaffermare la Sovranità Popolare calpesta e derisa,
    di recuperare la perduta dignità di Cittadini,
    di ottenere riforme attese da decenni, sempre promesse e sempre tradite,
    di abbattere l’arroganza della casta e di ogni altra lobby,
    di defenestrare definitivamente dal Parlamento quaraquaquà e compagni di merende
    e soprattutto di blindare la Costituzione da ogni attacco lesivo del suo spirito originario, rilanciandone autorità e autorevolezza.

    Ma, PERDIO !!!, non perdiamo altro tempo, non perdiamo un’altra legislatura! Non troveremmo una spelonca capace di nascondere la nostra viltà al giudizio della storia e dei posteri!

  • Ma io mi chiedo una semplice cosa: gli inossidabili adepti del migliore dei mondi possibili, quando sono state fatte riforme importanti quali, ad esempio, la legge elettorale di Calderoli (il “porcellum” per intenderci), la riforma della scuola (Gelmini e, prima e dopo di lei, Profumo e Berlinguer), le leggi sulla giustizia pro caimano (che, ovviamente, valgono per tutti e non solo per lui), ecc., ecc. esternavano sempre l’attuale ottimismo per il motto “non disturbate il manovratore”, oggi impegnato nelle riforme costituzionali, o a volte sono state sfiorate da un sano scetticismo sulle qualità delle riforme? La parola riforma non è positiva di per sé, dipende da cosa e come si riforma. La reintroduzine della pena di morte sarebbe senza dubbio una riforma (come negarlo) ma certamente non staremmo qui a discuterne della qualità. Di conseguenza , è apprezzabile l’animo ottimista ma che l’ottimismo sia suffragato, però, da dati oggettivi e non da demagogie da quattro soldi, delle quali – dopo vent’anni – non se ne può davvero più. Per temere il peggio (o la possibilità del peggio), costoro, cosa devono vedere? Stivaloni e stelle gialle? O democrazie come quella attuale ungherese? Purtroppo i pericoli devono essere individuati (annusati, direi) prima, perché dopo potrebbe non esserci rimedio. Non è questione di amare il vecchio (vecchi saranno costoro, visto che la Costituzione è, insieme al Risorgimento, una delle rare pagine italiane degne di essere difese) ma non non amare il nuovo a prescindere…il caimano in politica era “nuovo” vent’anni fa, l’han forse votato?

  • Di “mitologia sostitutiva” parlava Giuseppe Dossetti nel 1995, commentando chi, per giustificare la propria incapacità di governare, sosteneva che la Costituzione rendeva impossibile il governo… Sembra che nulla si riesca ad imparare dalla storia (recente) delle nostre istituzioni e della politica nazionale. A noi cittadini (e soprattutto a noi studiosi) spetta il compito di non tacere, di vigilare e, soprattutto, di disseminare la conoscenza della Carta fondamentale. E chi conosce la Costituzione la ama…

  • Leggere nei resoconti delle Camere le motivazioni dei parlamentari Pd a sostegno del ddl istitutivo del Comitato per le riforme costituzionali fa male al cuore. Riporto a caso ( da resoconto Aula Camera del 1 agosto 2013 n.63 ) ” ” Ma, ormai, è storia di questo Parlamento il fatto che l’articolo 138 sia funzionale alla modifica puntuale o di singoli punti della Costituzione e che, invece, mal si adatti ad una modifica più organica “.
    Ma non è proprio questa la garanzia che assicura questo magnifico articolo alla Carta ? Ossia consentire aggiustamenti senza per questo stravolgere il senso e modificare intere parti della Costituzione?
    E poi , con riferimento al restringimento dei tempi previsti dalla procedura aggravata dell’articolo 138 :
    ” E’ vero, si interviene nel tempo, nel fattore tempo, ma io credo che, ce lo diciamo quotidianamente, il tempo è quello che manca a tutti noi, è quello che manca a questo Paese ” (!!) Forse , più che il tempo manca proprio lucidità politica . Questo Parlamento non può e non deve toccare la Costituzione perchè malato di larghe intese. La prova? Ecco un altro passaggio significativo : ” la legge che noi proponiamo oggi, è di iniziativa, è vero, governativa, ma sulla base di una mozione politica che viene dai partiti, che è stata votata a maggio …” . Appunto.

  • la Costituzione è stata scritta da Grandi uomini liberi
    un parlamento di nominati non può modificarla
    battiamoci per i collegi uninominali
    così un Parlamento di uomini liberi
    non vincolati a segreterie politiche o ad ideologie
    potrà guardare la Casa comune
    ed eventualmente riscriverne le regole

  • Pingback: Pippo Civati: «In piazza vengo anch'io» - Left

  • Collegi uninominali ? E chi indica il fortunato ? Purtroppo non esiste una regola certa e perfetta di avere persone serie competenti oneste ( e pure capaci ) e lo si è visto in questi decenni – da noi come all’estero .
    Poi che ci sia il blocco dei nominati questo proprio no ed anche qui qbbiamo avuto tutti i partiti , nessuno escluso : quanti anni sono passati dalla legge Calderoli ? Che ha fatto il PD e la sinistra perché a loro come opposizione spettava il compito di cambiare ed infatti il premio di maggioranza li ha salvati in due occasini elettorali. Che piaccia pure a loro , se poi aggiungiamo i grillini che vogliono immediate elezioni anche con, allora siamo fritti.
    La polemica sulle preferenze ( bocciate dal referendum ): come se ne esce. I Miracoli sono difficiuli non ci prova nemmeno .

  • Ho letto con interesse il documento e lo condivido. Alla manifestazione del 12 ottobre non potrò essere presente, ma sostengo l’iniziativa. Ho iniziato ad amare e a studiare la Costituzione sin dalle elementari quando mio padre mi parlava della libertà e dei diritti dei cittadini; poi a scuola con una ottima insegnate di educazione civica. Ora la riforma dell’Italia parte nell’applicare la Costituzione e non nei tentativi di modificarla o dimenticarla.

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