Messina: “cambiare dal basso” è possibile

25 Giu 2013

A Messina un esponente pacifista, Renato Accorinti, docente di educazione fisica e allenatore di atletica per generazioni di messinesi, da sempre impegnato in infinite battaglie civili, è stato eletto sindaco sconfiggendo al ballottaggio il candidato di PD, UDC e Megafono. Leggi anche la testimonianza di Giuseppe Campione, ex governatore della Regione Sicilia e socio di LeG.

A Messina un esponente pacifista, Renato Accorinti, docente di educazione fisica e allenatore di atletica per generazioni di messinesi, da sempre impegnato in infinite battaglie civili, è stato eletto sindaco sconfiggendo al ballottaggio il candidato di PD, UDC e Megafono. È un fatto rivoluzionario per una città tradizionalmente assopita e consegnata alle segreterie dei partiti, ma lo è ancora di più per quello che significa sul piano sociale. Infatti, per la prima volta, la città dei salotti e dei potentati economici e massonici vede prevalere quella delle associazioni e della strada, del volontariato e dei “beni comuni”. Tra i segnali di una svolta imminente ma non certo grandiosa come quella che poi c’è stata, l’occupazione del Teatro in Fiera, abbandonato da decenni e riportato a breve ma intensa vita da un gruppo di giovani e di artisti. Questa occupazione ha imposto alle autorità di affrontare dopo anni di abbandono il problema dell’intera area della Fiera, una lunga striscia sul mare, che verrà riconsegnata presto a una città che sino a pochi decenni fa era un giardino ed è diventata oggi un ammasso di palazzi, e che cerca disperatamente spazi verdi per le famiglie e lo sport. Altro segnale era stato il tramonto del PDL con i suoi esponenti, da Nania a Buzzanca, non candidati alle politiche, non eletti alle regionali, e già prima sconfitti nelle importanti amministrative di Barcellona Pozzo di Gotto. Era quindi nell’aria un prossimo cambiamento, ma in tanti il timore di una delusione era più forte della speranza di farcela. E questo spiega lo stupore di ieri sera, presto sciolto in gioia pura per le strade e davanti al Comune. Con la sua solita maglietta “No Ponte” e sotto un magnifico striscione che riassumeva tutto (“Non sapevano che era impossibile, e quindi l’hanno fatto”), Accorinti ha parlato di “democrazia che funziona”, davanti a una folla immensa, con accanto Guido Signorino, economista che sarà vicesindaco e che dovrà più di altri affrontare la questione di un comune sull’orlo del dissesto. Oltre a Signorino, attorno ad Accorinti, c’è una squadra di assessori di altissimo valore scientifico e politico, con progetti innovativi e idee moderne.
Osservano con sgomento questa vicenda i partiti, soprattutto quelli del centro-sinistra, che hanno chiamato persino Renzi, venuto a Messina in puro stile pre-congressuale PD, e accolto insieme a Crocetta da una piazza poco numerosa.
La vicenda di Accorinti dimostra, come recita lo slogan della sua campagna elettorale, che è possibile “cambiare dal basso” e ci riconcilia con il lato migliore della democrazia, quello della partecipazione che costruisce fiducia in quanto a poco a poco ti mostra che siamo in tanti a voler cambiare. Si tratterà adesso di amministrare con pochissime risorse, con un consiglio comunale in cui Accorinti ha solo quattro consiglieri, e un quadro politico regionale non facile. Per la società civile che rimane fuori da Palazzo Zanca c’è il compito di sostenere ancora questo cambiamento, accendendo i riflettori su quanto è successo e continuando a parlarne a tutto il Paese come di un esempio.

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