Le risposte dei candidati: Elisa Simoni

01 Feb 2013

1. lavoro e ingiustizia sociale
Spostare il carico fiscale dal lavoro alla rendita; far sì che il lavoro precario costi davvero di più di quello stabile; favorire l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro anche mediante la costruzione di un welfare più amico delle famiglie. Introdurre un salario o compenso minimo, determinato in riferimento agli accordi tra le parti sociali, per i lavoratori e le lavoratrici escluse dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Queste sono alcune delle cose da fare il più rapidamente possibile, avendo presente che la crisi c’è e che le risorse non sono molte.

2. conflitto di interesse, libertà d’informazione
Il titolare di concessioni tv, di qualsiasi natura, non può essere candidabile, sia a livello nazionale, sia a livello locale; questa potrebbe essere, in sintesi, la riforma più efficace in termini di conflitto di interessi, una questione che ci sta a cuore e che non è più rinviabile. Ne va della credibilità del Paese anche sugli scenari internazionali; è di qualche giorno fa la notizia sull’esito dell’annuale classifica sul rispetto della libertà di stampa nel mondo curata da Reporter senza frontiere. Il nostro Paese si classifica infatti solo al 57esimo posto, dietro Paesi come Botswana, Niger e Burkina Faso: mi pare ci sia davvero molto da fare.

3. giustizia, criminalità e corruzione
Il programma fondamentale del PD per la Giustizia si chiama Costituzione repubblicana. Le emergenze da affrontare sono tante ma occorre partire dal cattivo funzionamento della giustizia civile, che crea notevoli problemi anche da un punto di vista economico. Occorre rivedere la distribuzione sul territorio nazionale degli uffici giudiziari e mettere mano alla loro struttura dimensionale. Non è più tollerabile la situazione delle carceri, vicenda per la quale anche l’Europa ci ha bacchettati. Servono regole più trasparenti per gestire gli appalti, diminuendo al minimo gli enti pubblici appaltanti, riuscendo ad intervenire anche sui subappalti, sappiamo che serve stilare elenchi di aziende e fornitori puliti. Vanno cassate le leggi ad personam, reintrodotto il falso in bilancio e creata una norma contro l’autoriciclaggio. Serve una riscossa civica generale, un cambio profondo di mentalità in tutti i cittadini e la politica deve dare il buon esempio.

4. riconoscimento dei diritti civili
Un paese che si preoccupa di creare occupazione e ripresa non può pensare che l’aspetto della crescita in tema di diritti sia di serie B. E noi sbaglieremmo a non coniugare le due cose: fare una legge contro l’omofobia, combattere con ogni mezzo possibile la violenza sulle donne, riconoscere la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori immigrati che vivono e lavorano qui, riconoscere le coppie di fatto secondo il modello tedesco, sono solo i primi passi per avvicinare l’Italia all’Europa anche in termini di modernità e contemporaneità dei diritti. Anche in questo caso conterà molto il lavoro culturale che saremo in grado di fare e che dovrà coinvolgere tutti.

5. laicità dello Stato
credo sia sufficiente applicare la Costituzione della Repubblica Italiana che descrive e costruisce uno stato laico, rispettoso della libertà di culto e delle libertà individuali

6. legge elettorale
Il PD è pronto ad approvare una legge elettorale che garantisca la scelta degli eletti e la governabilità. Noi abbiamo lavorato molto negli ultimi mesi della legislatura Monti per arrivare all’obiettivo ma purtroppo, per l’irresponsabilità di molti, questo non è stato possibile.
Pensiamo che il modello migliore per quei paletti indicati all’inizio del mio ragionamento sia l’uninominale maggioritario a doppio turno con collegi di medie dimensioni affinché davvero il cittadino possa scegliere consapevolmente e successivamente avere un rapporto più stretto e costante con gli eletti.

7. legge sui partiti (art. 49 della Costituzione)
Moralità è uno dei pilastri sui quali abbiamo impostato la nostra azione e la nostra campagna elettorale e sul quale dovremo agire quotidianamente per recuperare quel rapporto tra cittadini e politica che si è sgretolato nel corso del tempo. Noi abbiamo già pronta una proposta di riforma in questo senso: i partiti politici diventano associazioni riconosciute dotate di personalità giuridica, passaggio che insieme alla pubblicazione dello statuto in Gazzetta Ufficiale, è condizione per poter partecipare alle elezioni e accedere ai rimborsi elettorali, alle agevolazioni e ai contributi pubblici per gli organi di partito. Credo che debba esserci un finanziamento pubblico strettamente vincolato al rispetto di questi principi cardine e completamente rendicontato, fino all’ultimo centesimo, premesso che l’utilizzo di queste risorse dev’essere il più serio e sobrio possibile. Noi proponiamo addirittura di destinare una percentuale alla formazione dei giovani alla politica.

8. formazione e ricerca scientifica
La formazione è uno strumento essenziale di politica attiva per la ripresa del paese e deve essere al servizio dei cittadini, delle imprese e dei territori. In questi anni di esperienza di assessore al lavoro e alla formazione ho sempre agito secondo questo presupposto anche cercando di innovare un sistema a volte non rispondente alle reali esigenze degli utenti, innovando e rilanciando anche il messaggio che il sapere fare è fondamentale per la ripresa del paese. Così come è determinante e strategico investire in quella ricerca che può innovare prodotti e processi per rendere l’Italia competitiva, valorizzando anche i numerosi talenti che abbiamo e che non devono essere costretti a cercare il riconoscimento delle proprie competenze altrove.

9. tutela del territorio e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali
Un fortissimo investimento per il ripristino e il riassetto idrogegologico del nostro Paese, così fragile e così poco rispettato in alcuni contesti, mi pare una delle priorità. Così come mi sembra non rinviabile incentivare l’utilizzo delle energie rinnovabili contestualmente alla riscrittura di un adeguato piano energetico nazionale che significa non solo tutela ambientale ma sviluppo efficace e efficiente. Ambiente, turismo e cultura ci caratterizzano come Paese agli occhi del mondo intero ma dobbiamo coniugare sostenibilità a modernità perché non si può vivere di rendita e immobili rispetto alla bellezze del Rinascimento. Questi tre settori possono creare molte opportunità di crescita e possono davvero rappresentare la svolta anche in termini di credibilità internazionale e di riscossa civica e morale.

10. politiche economiche e fiscali come strumento di equità
Certo: è da rivedere l’intero sistema di tassazione perché chi non ha mai contribuito cominci a farlo, perché chi ha di più contribuisca di più alleggerendo quindi le fasce sociali più deboli. Va creata maggiore fedeltà fiscale, senza produrre tensioni e cacce alle streghe, ma semplicemente, anche in questo caso, rispettando e applicando la Costituzione. Tutto questo secondo il modello indicato dal PD, denominato 20 – 20 – 20: riduzione al 20 per cento dell’aliquota sullo scaglione di reddito più basso, oggi al 23 per cento, e riduzione al 20 per cento della tassazione del reddito ordinario d’impresa, innalzamento al 20 per cento dell’imposta sostitutiva sulle rendite finanziarie ed i redditi da capitale, ad esclusione dei titoli di Stato. Da qui si comincia a costruire l’Italia giusta.

11. una riforma della Costituzione: se sì, quale?
Vorrei si desse corso ad una completa ed efficace riforma del titolo V che è rimasta un po’ in sospeso e che, in questa forma, genera sovrapposizioni e incomprensioni nelle funzioni e nei compiti dei diversi livelli istituzionali. Non una riforma spot per accontentare qualcuno, ma un disegno generale che serva a rendere più efficace ed efficiente lo Stato in tutte le sue articolazioni. E vorrei che si procedesse anche alla riforma del Parlamento, dimezzando il numero dei parlamentari e differenziando i ruoli delle due camere.

* candidata alla Camera PD

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