Giovedì 5 luglio si è svolto a Roma un incontro tra Bersani e gli esponenti delle associazioni che avevano suggerito al Pd i nomi di Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi per il Cda Rai. In rappresentanza di LeG erano presenti Massimo Marnetto, coordinatore del circolo di Roma e Costanza Firrao della segreteria nazionale.
“La Rai è un’azienda complicata. Deve fare servizio pubblico, cultura, informazione decente, ma deve anche far quadrare i conti come tutte le aziende”.
Bersani inquadra subito il tema del confronto sulla Rai aperto dal PD con le associazioni a cui aveva chiesto di indicare i due consiglieri.
Il clima è quello di trovare un metodo di scambio e collaborazione che possa continuare ad avvicinare il PD ai cittadini attivi associati.
Prendono la parola in tanti ed alcuni concetti iniziano a condensarsi: una nuova governance per l’indipendenza della Rai dai partiti; una legge contro il conflitto d’interesse tra i primi atti di un governo politico; antitrust e regole sulla raccolta pubblicitaria; tutela delle testate minori con una legge equilibrata per l’editoria.
“Il pluralismo dell’informazione – sottolinea Roberto Natale (FNSI) – ormai è un problema su scala europea e proprio con un’iniziativa dei cittadini europei (ICE) siamo d’accordo con altre associazioni nel raccogliere da settembre le firme necessarie a presentare al Consiglio Europeo una proposta di tutela di quest o diritto”.
Marco Quaranta (Move On Italia) insiste sulla necessità di estendere la consapevolezza su una Rai dei cittadini e mette a disposizione tutto il materiale raccolto.
Quando è il turno di Libertà e Giustizia, mettiamo l’accento sul valore politico e costituzionale di una televisione pubblica autorevole.
“L’indipendenza dell’informazione è indispensabile alla democrazia perché migliora la competenza degli elettori, ma renderebbe anche la Rai anche più competitiva – aggiungiamo – perché c’è un’enorme domanda di informazione affidabile non soddisfatta.
“Non si parte da zero. Molte proposte sono state riviste e migliorate, ma occorre che al pagamento del canone corrisponda un servizio decente, non come ora, che manteniamo la Rai per poi dover vedere altri canali.
“Il PD ha pensato di aprirsi alle associazioni; e le associazioni di accettare il rischio di scegliere, senza cadere nella tentazione della “vaghezza unitaria”, dove non si decide, per non litigare.
“Pensiamo sia utile coltivare questa sorta di “concertazione sociale” che crei collaborazione tra chi vuole migliorare il Paese, dentro e fuori i partiti.
“Insistiamo, però, su un concetto, una specie di “voto di castità”: nessuna delle nostre associazioni proponga un suo aderente per inserirlo in organigrammi. Impegniamoci piuttosto a cercare le tante persone di qualità che ci sono. Solo così ci potremo accreditare come servitori dell’interesse generale e non come nuovi lottizzatori”.
“Sì – sottolinea Bersani nella replica – dobbiamo continuare a parlarci e trovare soluzioni nuove. Noi ci impegniamo a togliere il macigno del conflitto d’interessi e della Gasparri non appena potremo. Ma dobbiamo anche ridare un senso al servizio pubblico, per capirci su cosa intendiamo.
“Prima di lasciarci, voglio assicurarvi che noi rispetteremo l’indipendenza dei Consiglieri che avete scelto”.
Libera propone di incontrarli e l’idea viene condivisa, ma sempre con l’impegno di valorizzare l’autonomia del loro mandato.
Si decide di rivederci.
Il confronto continua.
LE DIATRIBE TRA IPARTITI PER LE NOMINE IN RAIA E LA TV DI STATO CHE CI PROPRINA SPETTACOLI INDECENTI E A VOLTE FRIVOLI MI SCONCERTANO. IL PD POTREBBE FARE MOLTO MA SEMBRA CHE FACCIA ANCORA ‘NCIUCI CON CASINI E PDL .A ME NON VA!
giulio da Napoli detto gilbtg
Mentre Bersani si immolava davanti alla società civile mi trovavo a Friburgo. Una città, come è noto, modello nel mondo per il risparmio energetico e l’ecosostenibilità, dove si passeggia o si va in bicicletta per il centro interamente pedonalizzato e attraversato dai tram, che si fermano per farti attraversare la strada. Consiglio ai democratici nazionali di passare qualche giorno delle loro vacanze per esempio in Germania, da dove possano misurare la distanza che c’è tra la vita quotidiana che si svolge in questi luoghi e le loro faticose analisi. Qui c’è presidenzialismo e federalismo e qualcuno dovrebbe cominciare a spiegare agli italiani “perchè” e “come” ci siamo ridotti nello stato in cui ci troviamo.