A scuola di bioetica

01 Dic 2011

Una sintesi delle due intense giornate dedicate ai temi fondamentali della bioetica alla Scuola di Perugia di Libertà e Giustizia. Accanimento terapeutico, procreazione assistita, testamento biologico sono alcuni degli argomenti affrontati dagli esperti e dagli studenti. Guarda le foto e i video

Nel corso di quest’ultimo fine settimana si è svolta a Perugia la Scuola di Politica di Libertà e Giustizia su Salute Bioetica e Politica.

Il percorso è iniziato affrontando le questioni fondamentali che la scienza pone in ordine alla vita e alla morte (Fausto Grignani) per proseguire approfondendo il modo in cui il diritto e, quindi, anche le scelte della politica si pongono di fronte a questi grandi interrogativi (Alessandra Pioggia). La prima mattinata si è conclusa con la testimonianza di Mario Riccio che si è soffermato in particolare sull’esigenza di fare chiarezza nell’uso nel dibattito politico e civile di formule dal contenuto altamente ambiguo come “morte naturale”, “eutanasia passiva”, accanimento terapeutico”.

Nel pomeriggio di sabato il “corpo” della persona è stato al centro degli interventi dei relatori. Dapprima se ne è inquadrata la centralità nella Costituzione e nell’evoluzione della sua interpretazione attraverso la giurisprudenza della Corte costituzionale (Paolo Veronesi), poi ci si è concentrati sul modo in cui la concezione femminista del corpo della donna e delle sue relazioni con quello maschile abbia inciso sulla cultura politica (Maria Rosaria Marella), da ultimo si sono affrontate le questioni legate alla procreazione medicalmente assistita soffermandosi sulla legge vigente e sulle questioni di costituzionalità che essa pone (Michela Manetti).

La mattinata di domenica è stata interamente dedicata all’approfondimento del modo in cui le questioni che pone la bioetica in termini di centralità della persona nel rapporto di cura dovrebbero essere affrontate all’interno dell’amministrazione sanitaria. In questa prospettiva si è dapprima segnalato come la mancata considerazione nell’ambiente sanitario per la dimensione organizzativa di tali questioni sottoponga i diritti umani e fondamentali a pressioni che possono determinarne anche la violazione (Alessandra Pioggia). Si è tentato quindi di ricostruire i caratteri che dovrebbe avere un’organizzazione sanitaria laica attenta alle questioni bioetiche: dall’allocazione delle risorse, al funzionamento dei reparti (Paolo Menichetti). Una specifica attenzione è stata poi dedicata al rapporto medico paziente e ai doveri e diritti che si muovono in questa relazione (Mauro Bacci) per concludere con l’esame di esperienze e con la prospettazione di soluzioni per l’umanizzazione delle cure in terapia intensiva (Tommaso Ciacca).

L’apprezzamento dei partecipanti per il percorso offerto dalla scuola ha ricompensato l’organizzazione e il circolo di Perugia per gli sforzi fatti. L’intento che si auspica di aver raggiunto è quello di aver offerto a tutti coloro che hanno vissuto questa esperienza alcune coordinate in più per orientarsi in tematiche di grande complessità attraverso una visione,il più possibile completa e critica, sulle questioni eticamente sensibili che sono suscettibili di divenire oggetto di scelta politica.

* L’autrice dell’articolo è professore di Diritto amministratrivo presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Perugia e docente alla Scuola di LeG

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