Franceschini: “Berlusconi, un leader che vuole salvare se stesso”

02 Feb 2011

Il capogruppo Pd alla Camera: “Temo che il male più insidioso sia l’assuefazione. Ecco perché mi pare assolutamente positiva e importante la manifestazione organizzata da Libertà e Giustizia sabato a Milano, con la partecipazione di grandi personalità, che possono davvero contribuire con la loro presenza e le parole, a risvegliare le coscienze di questo paese”.

C’è preoccupazione nelle parole di Dario Franceschini: esprime pacatamente quello stesso “turbamento” manifestato nei giorni scorsi dal Capo dello Stato Napolitano per la situazione politica del paese. Il presidente dei deputati Pd afferma che “è insostenibile andare avanti così. L’Italia non è più governata, è bloccata, non  si fanno più leggi, le tensioni sociali crescono. Le imbarazzanti vicende personali del premier ci  stanno paralizzando. Berlusconi è l’anomalia: in qualsiasi altro paese, un leader di maggioranza di governo con i suoi problemi e nelle sue condizioni, si farebbe da parte.
Gli esponenti del suo stesso partito dovrebbero chiedergli di fare un passo indietro. Invece non si vede nessuna possibilità di ravvedimento. Berlusconi vuole solo salvare se stesso, sottraendosi alla legge
“.
Franceschini, nato a Ferrara 52 anni fa (il padre Giorgio è stato partigiano bianco e parlamentare Dc), sposato, è capogruppo Pd alla Camera, ed è stato segretario del partito nel 2009. Ha militato nella Dc e nel partito popolare. E’ anche un bravo scrittore ed ha pubblicato due romanzi. Ora è impegnato, con Bersani e gli altri dirigenti, nella preparazione dell’Assemblea nazionale programma- tica del Pd che si terrà alla Fiera di Roma venerdì e sabato. Per uscire da questa fase politica confusa e pericolosa, Franceschini guarda con attenzione alla mobilitazione della società civile: “Temo che il male più insidioso sia l’assuefazione. Molti aspettano
che succeda qualcosa che faccia finire l’era Berlusconi, invece non bisogna attendere, ma si deve reagire. Ecco perché mi pare assolutamente positiva e importante la manifestazione organizzata da Libertà e Giustizia sabato a Milano, con la partecipazione di grandi personalità, che possono davvero contribuire con la loro presenza e le parole, a risvegliare le coscienze di questo paese. Io stesso vorrei partecipare, ma sabato pomeriggio il segretario Bersani terrà il discorso conclusivo all’Assemblea, e quindi non potrò conciliare gli impegni”.

L’opposizione come pensa di battere Berlusconi in Parlamento, e di mandarlo a casa? Sono possibili forme di ostruzionismo per far cadere il governo?
” Il cosiddetto decreto ‘milleproroghe’ sta al Senato e faremo la nostra battaglia parlamentare per modificarlo con tutti gli strumenti consentiti. Per praticare l’ostruzionismo è necessario avere i provvedimenti sui quali esercitarlo, mentre adesso la maggioranza ha scelto di far scomparire dall’agenda dei lavori parlamentari qualsiasi attività legislativa importante. Le conseguenze di questa paralisi le paga il paese e non per caso il presidente Napolitano si è detto preoccupato”.

Le elezioni anticipate in primavera sembrano ormai una ipotesi plausibile: ma andare al voto ancora una volta con la legge ‘porcellum’ di Calderoli, scellerata ed iniqua, significa avere un Parlamento di nominati, con un premio di maggioranza scandaloso, senza esempio in altri paesi democratici. Perché l’opposizione non ha finora raggiunto l’obiettivo di modificare le norme elettorali?
” Abbiamo tentato di portare questo tema nel dibattito alla Camera, dove i rapporti di forza sono più vantaggiosi per l’opposizione, ma il provvedimento era già incardinato nei lavori del Senato ed è quindi questo ramo del Parlamento ormai ad aver il diritto di trattare l’argomento. E a palazzo Madama la maggioranza è più sicura e non ha nessuna intenzione di cambiare la legge elettorale. Queste sono le regole: tecnicamente non possiamo trasferire alla Camera questo tema. Continueremo a fare una battaglia politica, denunciando il pericoloso meccanismo di nomina dei parlamentari: la scelta di deputati e senatori Pdl nelle mani di Berlusconi porterà questa volta nelle Camere solo persone di fedeltà assicurata e giurata! E poi sarà ancora più grave lo stravolgimento totale del sistema rappresentativo, perché, in un panorama politico che potrebbe essere tripolare, chi otterrà, per esempio, il 35 per cento dei voti (contro il 30 o poco più degli altri) avrà, secondo la legge, ben il 55 per cento dei seggi alla Camera”.

Berlusconi sembra si sia asserragliato a palazzo Chigi e proclama che non si dimetterà. Ma se si dovesse andare alle urne con l’attuale governo in carica, quali garanzie potrebbe avere l’opposizione per uno svolgimento corretto e leale della campagna elettorale (spazi Tv adeguati e par condicio, per esempio; e ricordiamo anche le equivoche ‘squadre della libertà’  incaricate da Berlusconi di “vigilare” sulle 60 mila sezioni di voto)?
“Le garanzie sarebbero davvero pochissime, non illudiamoci. Penso che Berlusconi abbia in sè delle pulsioni autoritarie, lo ha già dimostrato, ed ha un vero terrore: essere costretto ad andarsene a casa. Gli altri leader politici, dovunque nel mondo, sanno che una volta vincono alle elezioni e un’altra volta possono perdere e allora devono ritirarsi dalla vita pubblica. Berlusconi immagina invece che le prossime elezioni siano la madre di tutte le battaglie e teme che la sua uscita da palazzo Chigi gli apra davanti un baratro dentro cui sprofondare. Il momento più pericoloso viene adesso, secondo me. Sono i colpi di coda che bisogna temere: in una eventuale campagna elettorale si può prevedere che l’abuso di potere e dei mezzi, la mancanza di rispetto delle regole, sarebbero possibili. Berlusconi sa bene che è la sua ultima occasione. Quindi, si manifesterà fino in fondo la portata del conflitto di interessi, con il controllo della comunicazione Tv.
Di fronte a questo scenario penso che non ci debba essere nessuna remora nel fare appello a tutte le forze democratiche, anche se vengono da storie diverse e da culture e posizioni lontane. Davanti ad una emergenza democratica, si deve dare una risposta di emergenza. Anche gli avversari possono stare insieme, per un periodo di tempo determinato, per tornare alla normalità democratica. Ci vuole una larga coalizione di emergenza che sconfigga Berlusconi e sia in grado di gestire una fase transitoria di ricostruzione del paese, non solo economica, ma sociale e civile, riportando il paese al senso dello Stato e ai valori della Costituzione. Poi ognuno se ne tornerà a ‘casa propria’, in un paese normale, senza Berlusconi, in cui gli avversari politici si scontreranno, anche duramente, come è avvenuto tante volte nel passato della Repubblica, ma nel rispetto delle regole”.

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