Zanda: “Il premier ha usato mezzi illegali questo è un Watergate all’italiana”

02 Giu 2010

ROMA – «È talmente oscura e grave la vicenda del nastro con la conversazione Fassino-Consorte da poter essere paragonata a un Watergate all´italiana». Luigi Zanda, vice capogruppo del Pd al Senato, ricostruisce il caso e ricorda le dichiarazioni dell’imprenditore Fabrizio Favata secondo cui il 24 dicembre del 2005, il premier Berlusconi ascoltando quell’intercettazione (in cui Fassino esclamava «Abbiamo una banca») assicurò: «La mia famiglia gliene sarà eternamente grata». Poi ci fu la pubblicazione sul Giornale di Paolo Berlusconi, il fratello del presidente del Consiglio.
Senatore Zanda, Paolo Berlusconi è ora accusato di ricettazione. Quella vicenda coinvolge il premier?
«È una vicenda molto inquietante da qualsiasi punto di vista la si osservi. Intanto c´è l´uso contro il segretario di un grande partito, i Ds, di intercettazioni che non sono state nemmeno vagliate dalla magistratura su questioni di assoluta irrilevanza penale. A una società privata era stata affidata in outsourcing l’attività di intercettazione e, prima ancora di consegnare i nastri al magistrato, questi sono stati fatti ascoltare a Paolo Berlusconi che se n’è poi servito per una campagna scandalistica sul suo giornale».
Anche Berlusconi partecipò all’ascolto.
«Secondo Favata, lo stesso Silvio Berlusconi avrebbe ascoltato questi nastri: il paradosso è che il premier sta promuovendo ora una legge che colpisce le intercettazioni legittime e necessarie per fini di sicurezza e legalità».
Qual è l’aspetto più preoccupante?
«Se davvero Berlusconi ha pronunciato la frase “la mia famiglia gliene sarà grata…”, allora saremmo davanti a un fatto in cui si utilizzano mezzi di lotta politica che oltre a essere illegali non sono ammissibili in nessuna democrazia. Sì, sarebbe un Watergate, sia pure all’italiana, con tutto il familismo del rapporto tra fratelli. E questa è la prima osservazione».
E l’altra?
«Da un punto di vista istituzionale questa vicenda fa risaltare la delicatezza degli affidamenti in outsourcing e la pratica di affidare le intercettazioni a imprese private. Abbiamo già visto il caso gravissimo dei dossieraggi Telecom: mi sembra che ci sia ampia materia per controllare meglio gli affidamenti all’esterno di funzioni pubbliche».
Che Italia è diventata questa, un paese di ricatti?
«C’è in atto un progressivo processo di spappolamento dello Stato, pezzo a pezzo: parte dall’attacco al Parlamento, alla magistratura alla libera stampa e arriva fino a queste forme di degrado, in cui funzioni delicatissime pubbliche sono esercitate da soggetti privati. Per contrastare questo processo nefasto per la democrazia, noi abbiamo impedito che venisse costituita la Protezione civile Spa».

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