Un mostro giuridico e democratico

06 Mar 2010

Un mostro: non si può definire altrimenti il decreto partorito dal governo per far riammettere la candidatura di Formigoni a Milano e la lista Pdl a Roma. Un mostro giuridico, perchè intervenire per decreto in materia elettorale è espressamente vietato dalla legge. Un mostro democratico, perché si tratta dell’ennesima legge cucita su misura per le esigenze della maggioranza. Ci si può aspettare una pioggia di ricorsi da parte delle altre liste escluse, ci si può aspettare che qualcuno chiami in causa la Corte Costituzionale. Così le prossime finirebbero per essere elezioni suscettibili di annullamento anche dopo il loro svolgimento. “Non ci sono parole”, come ha detto giustamente Emma Bonino.Sui giornali potrete trovare esaurienti analisi di costituzionalisti e informate ricostruzioni dei retroscena, tutti interni al Pdl, che hanno preceduto la decisione del governo. A noi non resta che constatare come tutto questo non sia altro che una conferma: Berlusconi non ha aspettato le decisioni dei vari Tar perché lui non gioca partite senza che ne sia preconfezionato l’esito. Né ha ammesso gli errori, perché questi non si addicono al Demiurgo. Ma adesso la parola va agli elettori: sono loro che devono far pagare caro al centro destra questo ennesimo strappo alla legalità. Devono farli perdere, dobbiamo farli perdere. Una speranza c’è: basta dare un’occhiata ai blog di destra per rendersi conto che il monolite è incrinato. In mezzo ai messaggi plaudenti c’è un’insolita quantità di gente delusa e disgustata: per l’incapacità dimostrata dalle strutture del partito e per la protervia con cui si è calpestata la legge.Per la prima volta la vera faccia del berlusconismo appare chiara anche ai suoi elettori, e questo avrà effetti sul verdetto delle urne.

Quali e quanti effetti? Dipenderà dalla campagna elettorale, e questa perciò è la battaglia da combattere.Si è detto che Berlusconi non ha mai ammesso gli errori commessi. In realtà ha fatto di più. Le cronache raccontano che si sia infuriato perché “abbiamo lasciato passare il messaggio” che il Pdl abbia sbagliato nella presentazione delle liste. Che questa sia la verità, ovviamente, a lui non interessa: quel che conta è che i suoi elettori non la conoscano. D’ora in poi, perciò, utilizzerà tutta la sua potenza di fuoco mediatica per “far passare” un messaggio diverso: il Partito dell’Amore è vittima dell’ennesimo complotto dei cattivi, e cioè i giudici, i comunisti, e chi più ne ha più ne metta.E’ questo che bisogna combattere: per un momento uno squarcio di realtà si è aperto davanti agli elettori di destra. Bisogna lavorare per allargarlo, bisogna che la verità resti in campo.

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