Le intercettazioni: politici amici e nemici

30 Dic 2005

Affari e politica s’intrecciano anche sul cellulare di Gianni Consorte. Delle 1.942 conversazioni telefoniche registrate dalla Guardia di Finanza nei giorni frenetici della scalata di Unipol alla Bnl — compresi privatissimi colloqui con amici o familiari del tutto estranei ai raid finanziari — almeno 53 riguardano parlamentari. La media di 1 su 20 si raggiunge sommando le telefonate dirette con parlamentari, che proprio per questo sono state omissate dai magistrati, con altre conversazioni in cui lo stesso Consorte, parlando con i suoi collaboratori, racconta i contenuti di chiamate precedenti o parla di appuntamenti fissati o di incontri fatti con politici. Il rendiconto completo dei 24 giorni di intercettazioni sul cellulare di Consorte — dalle 16.23 del 4 luglio alle 17.51 del 28 — disegna un quadro trasversale e spesso sorprendente di amici e nemici, nonché di personaggi pubblici ostili ma da avvicinare o al contrario vicini ma da allontanare. Come nel caso di Visco, dove il solo cognome accostato alla carica di «ministro» ha fatto confondere tra l’esponente diessino e un funzionario di Bankitalia, non si può escludere qualche caso di omonimia.Ed è sempre bene precisare che all’epoca nessuno poteva sospettare le successive scoperte dei magistrati milanesi.
D’Alema e Fassino
Piero Fassino e Massimo D’Alema, direttamente o attraverso persone di fiducia, sono tra i politici più vicini a Unipol. Fassino, stando a quello che racconta lo stesso Consorte, ha avuto almeno 17 telefonate con il manager.

Più volte Consorte dice alla segretaria che « bisogna chiamare Fassino». Una telefonata cruciale (già pubblicata nei giorni scorsi) al tesoriere diessino Ugo Sposetti, che è intimo di Consorte, rivela però che Fassino è tenuto fuori dai segreti di Unipol. E gli stessi inquirenti considerano «innocui» i suoi contatti: si limita a preoccuparsi del futuro delle coop.
D’Alema è citato una sola volta, ma in un momento chiave. Il 15 luglio, annota la Gdf, « Gianni chiama Mara (la sua segretaria n.d.r.) per posticipare l’appuntamento con Massimo D’Alema ». Sono le 15.56 e proprio in quelle ore Consorte sta per chiudere tutta l’operazione Bnl, come annuncerà di lì a poco all’amico Frasca di Bankitalia: « Abbiamo il 51,6% ». Meno di un’ora prima si è tenuta la «conference call» che secondo il giudice Clementina Forleo ha ratificato un patto segreto tra gli scalatori di Bnl e quelli di Antonveneta.Le intercettazioni non chiariscono se Consorte abbia poi incontrato davvero D’Alema e in che limiti lo abbia informato dell’operazione. Ma c’è anche una telefonata diretta con il presidente dei Ds coperta da un rigoroso segreto.
La scalata alla Bnl in realtà spacca gli stessi diessini. Il 20 luglio « il capo di gabinetto di Veltroni »dice che il sindaco di Roma « non è rimasto bene della sua intervista all’Unità ». Consorte risponde di « non aver mai detto quella frase » e che « se vuole è pronto a smentire ». Lo stesso giorno Nicola Latorre, che è molto vicino a D’Alema, manda tre sms a Consorte con lo stesso messaggio: « Intervista STREPITOSA.

Ci vediamo martedì. Un abbraccio. Nicola Latorre ». Un certo Nicola viene « istruito da Sacchetti » per un’intervista sulla scalata Unipol. Si parla anche di « bloccare Epifani » ma potrebbe trattarsi di un’omonimia.
Rutelli e Bertinotti nemici
Consorte critica più volte aspramente il leader della Margherita e le sue interviste. Dopo il sequestro delle azioni Antonveneta, ne « parla molto male » dicendo che « Rutelli si è messo subito contro Fazio che, sebbene sia un uomo di parte, non è detto che sia colpevole ».Tra i nemici pubblici, Consorte elenca più volte « Montezemolo, Della Valle, Abete, Geronzi, i giornalisti Panerai e Onado, Guido Rossi e gli olandesi ». A fine mese, dopo il sequestro delle azioni di Fiorani e soci, il fronte si allarga: Consorte attacca « la magistratura, la sinistra e il presidente della Legacoop ».« Angelo il professore » dice a Consorte « di aver litigato con Nesi » (scritto anche Mesi) « che voleva presentare un documento inerente l’operazione di mercato intrapresa ed eseguita da Unipol » che invece a lui sembra « prudente ed equilibrata ».Consorte « si lamenta », anzi « continua a lamentarsi » anche « delle dichiarazioni di Bertinotti ».
Prodi perplesso
Il 12 luglio Consorte ha un problema con il numero uno dell’Ulivo: « Abete è andato da Prodi » e Fassino gli consiglia « di sentirlo per tranquillizzarlo ». Consorte risponde che « chiamerà l’onorevole Santagata per dirgli che se Prodi vuole spiegazioni, lui gliele darà ».

Il 18 luglio in effetti Consorte dice alla sua segretaria che « a Bologna dovrà vedere Prodi ». Poi « Santagata deve parlare con la segretaria di Prodi per sapere se va bene oggi ». E Consorte gli dice « che arriva Bologna all’una per cui l’appuntamento con Prodi dev’essere rinviato ».
Amici sicuri
Oltre a Vito Bonsignore, europarlamentare udc che è suo partner d’affari, Consorte vanta l’amicizia di Cossiga, che la mattina del giorno chiave, il 15 luglio, gli telefona « per stimolarlo ad andare avanti ».Dopo l’annuncio ufficiale della scalata al 51 per cento, in una pioggia di felicitazioni e complimenti, spiccano cinque telefonate omissate, due delle quali vengono attribuite da Consorte a ignoti « esponenti della Margherita ». Come suoi « tifosi », ma questo già si sapeva, Consorte cita più volte Marrazzo e Boselli, ma « anche il governo ci ha dato una mano » e dopo l’annuncio della conquista di Bnl commenta che «ora gli studi Tremonti e Zulli-Tabanelli hanno lavoro per 4-5 anni di seguito ».
Casini avvicinato
«Angelo Piazza (probabilmente è l’esponente dello Sdi) riferisce a Consorte di essersi confrontato verbalmente col presidente della Camera e di averlo visto soddisfatto dell’andamento » della scalata alla Bnl. «Consorte gli risponde di aver incontrato anch’egli il presidente e avergli fatto, in quell’occasione, un bel discorso a quattr’occhi. Consorte sottolinea che il 30 giugno 2006 scade il patto di sindacato di Olimpia (la società che controlla Telecom, ndr) evidenziando come a quella data dovranno essergli restituiti due miliardi…

Angelo prova a convincere Consorte ad annullare l’incarico ufficialmente conferitogli garantendogli comunque tutto il suo aiuto e la sua collaborazione finché la storia non sarà conclusa ».

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